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110 opere dalla Courtauld Gallery, chiusa per lavori
- Luana De Micco
- 19 febbraio 2019
- 00’minuti di lettura


Un’icona della Courtauld: «Bar aux Folies Bergère» (1882) di Edouard Manet. © The Samuel Courtauld Trust, The Courtauld Gallery London
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliDopo aver accolto la collezione del mercante d’arte russo Sergej Schukin nel 2017 (mostra che, con 1,2 milioni di visitatori, ha battuto tutti i record in Francia), la Fondation Vuitton ospita dal 20 febbraio al 17 giugno la collezione di Samuel Courtauld (1876-1947), industriale di famiglia francese emigrata a far fortuna a Londra nel settore tessile alla fine del Seicento.
È la prima volta dalla mostra del 1955 al Musée de l’Orangerie che un’istituzione francese allestisce le opere della collezione, una delle più prestigiose raccolte impressioniste e postimpressioniste al mondo, con Manet, Degas, Renoir, Cézanne, Toulouse-Lautrec, Seurat.
Nelle sale del museo disegnato da Frank Gehry sono riunite 110 opere, conservate essenzialmente alla Courtauld Gallery di Londra, che viaggiano a titolo eccezionale durante i lavori di ristrutturazione del palazzo, chiuso dallo scorso settembre (fino a gennaio una quarantina di dipinti sono stati esposti alla National Gallery).
Samuel Courtauld costituì la sua collezione in una decina di anni, tra il 1922 e il 1930, acquistando soprattutto presso i mercanti parigini Ambroise Vollard e Paul Durand-Ruel. Riunì il più grande numero di tele di Cézanne del Regno Unito, tra cui «La montagna Sainte-Victoire dal grande pino» del 1887. Dopo la morte di Samuel la collezione della Courtauld Gallery si è arricchita, grazie anche ad alcuni doni, e oggi conta 530 dipinti e circa 33mila disegni e incisioni, e si estende dal Medioevo al primo ’900.
La mostra è l’occasione di vedere riuniti, tutti insieme, alcuni capolavori come «Bar aux Folies-Bergère» di Manet, l’«Autoritratto con orecchio bendato» di Van Gogh, «La loggia» di Renoir e «Nudo seduto» di Modigliani.

Un’icona della Courtauld: «Bar aux Folies Bergère» (1882) di Edouard Manet. © The Samuel Courtauld Trust, The Courtauld Gallery London