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I dannati di Trussardi

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Dal 2003 al 2015, quando fu Palazzo Reale a ospitare una mostra sulla maternità curata da Massimiliano Gioni, le esposizioni finanziate dalla Fondazione Trussardi  sono state allestite in luoghi inusuali, dismessi e spesso inaccessibili di Milano. Una linea più istituzionale confermata quest’anno, dal 28 aprile al 20 agosto, dalla sede scelta per «La terra inquieta» (dal titolo di raccolta di poesie dello scrittore caraibico Édouard Glissant), che si svolge presso la Triennale.

È una mostra in cui Gioni, direttore artistico della Fondazione presieduta da Beatrice Trussardi, riflette sul tema più sconvolgente del nostro tempo, quello delle migrazioni dei «nuovi dannati della Terra» verso un Occidente sempre più annichilito e impotente (quando non drammaticamente ostile).

La mostra indaga dunque il presente, ma si muove su un piano artistico e culturale ben più che cronachistico, puntando sul ruolo dell’artista come testimone (e talora profeta) dei cambiamenti che investono il nostro tempo. Un gran numero di opere di oltre sessantacinque artiste e artisti provenienti da molti Paesi, tra i quali Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Ghana, Iraq, Libano, Marocco, Siria, Turchia, si susseguono dalla galleria al piano terra fino al piano superiore.

Ad affrontare i diversi nodi tematici sono autori come Bouchra Khalili, dal Marocco, con un’installazione posta al centro della mostra, e poi John Akomfrah, Yto Barrada, Isaac Julien, Yasmine Kabir, Mounira Al Solh, Tania Bruguera, Paulo Nazareth, Liu Xiaodong, Banu Cennetoglu, Meschac Gaba, Andra Ursuta, Danh Võ, Hassan Sharif, Mona Hatoum Adel Abdessemed, Kader Attia, Alighiero Boetti, Steve McQueen, Phil Collins, Pawel Althamer, Andrea Bowers, Thomas Schütte e molti altri ancora.

Ada Masoero, 18 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

I dannati di Trussardi | Ada Masoero

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