
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Milano
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a MilanoVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Le rovine come tema di una mostra organizzata con l'Ermitage
- Lidia Panzeri
- 13 dicembre 2018
- 00’minuti di lettura


«Antichità Romane IV (Veduta di una parte de' fondamenti del Teatro di Marcello)» (particolare), di Giovanni Battista Piranesi. Fondazione Musei Civici di Venezia, Museo Fortuny. Foto 2018 © Archivio Fotografico - Fondazione Musei Civici di Venezia
Il Museo Fortuny ospita le FutuRuins
Le rovine come tema di una mostra organizzata con l'Ermitage
- Lidia Panzeri
- 13 dicembre 2018
- 00’minuti di lettura
Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliLe rovine, comprese quelle delle Twin Tower, quale evento ciclico tra nostalgia del passato e speranza per il futuro: da qui la crasi «FutuRuins», titolo della mostra in programma dal 14 dicembre al 24 marzo 2019 al Museo Fortuny, luogo quanto mai consono, grazie alla voracità da collezionista del suo antico padrone di casa, Mariano Fortuny.
Suo, in mostra, il fotogramma del 1903 del Teatro Antico di Orange. La rassegna è organizzata in collaborazione con l’Ermitage di San Pietroburgo, dal quale provengono 82 pezzi tra reperti archeologici e dipinti, compresi «L’adorazione dei Magi» di Jacopo e Francesco Bassano e un piccolo olio del Parmigianino.
Ci sono gli autori classici del genere rovinistico, da Panini a Monsù Desiderio, da Caspar David Friedrich a Piranesi. Pur prevalendo la parte antica, la sfida più ambiziosa, nelle intenzioni di Daniela Ferretti, curatrice della mostra con Dimitri Ozerkov, affiancati da Dario Dalla Lana, riguarda il contemporaneo.
Molti gli artisti che hanno aderito, la maggioranza italiani. Alcuni, come Francesco Guerzoni, con progetti ad hoc. Anna e Patrizia Rieti presentano la loro interpretazione della Domus Aurea; Roma e i suoi monumenti nel loro materiale d’elezione, il travertino, tornano nelle opere di Elisa Civicedes. Trasversale anche il tema dei frammenti, ossia ciò che rimane di un edificio in rovina.
Di particolare rilievo anche il video di Francesco Jodice, girato nel 2004 in Giappone: ne sono protagonisti i giovani isolati nella loro stanza, schiavi dei nuovi social media. Come a dire che le macerie non sono solo quelle architettoniche ma hanno anche un risvolto psichico e sociale.

«Antichità Romane IV (Veduta di una parte de' fondamenti del Teatro di Marcello)» (particolare), di Giovanni Battista Piranesi. Fondazione Musei Civici di Venezia, Museo Fortuny. Foto 2018 © Archivio Fotografico - Fondazione Musei Civici di Venezia