È Patrizia Sandretto Re Rebaudengo la nuova presidente della Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea. È stata nominata ieri 11 luglio dal Consiglio di Amministrazione di Fondazione CRT, presieduto da Fabrizio Palenzona, succede all’ex soprintendente Luisa Papotti, subentrata circa un anno fa ad Anna Ferrino. Rinnovato anche il board di cui entrano a far parte l’avvocato e collezionista Giuseppe Iannaccone, il presidente della Fondazione San Patrignano, Roberto Spada, e l’ad della società editrice Umberto Allemandi, Luigi Cerutti, con l’incarico di segretario generale. «Insieme agli altri nuovi membri del board, ha dichiarato la neopresidente, metteremo a disposizione tutta la nostra esperienza e il nostro know how per portare l’arte e la cultura sempre più al centro dello sviluppo della città di Torino, rafforzando il ruolo della nostra città come fulcro artistico nazionale e internazionale».

L’artista e attivista cubano Luis Manuel Otero Alcántara, incarcerato dal 2021 a Guanajay, penitenziario di massima sicurezza a sud-ovest dell’Avana, con una pena di 5 anni per disprezzo e insulto ai simboli nazionali, fa appello dal carcere allo scoccare del secondo anno di detenzione. La condanna è seguita a una performance del 2019 nella quale l’artista ha usato la bandiera cubana nel contesto delle proteste antigovernative diffuse che hanno travolto la nazione Il suo messaggio: «Oggi ogni giovane cubano è un prigioniero politico. Un artista censurato. Un esilio dentro e fuori Cuba. Anche se sei complice del sistema, sarai inevitabilmente schiacciato come gli altri, perché essere giovani significa essere audaci e spericolati, desiderosi di portare il cambiamento nel mondo. Significa lottare per l'amore, i sogni e l’utopia».

La fiera in programma dal 20 al 22 ottobre 2023 (preview 18 e 19) presenta alcuni novità del public program extra fiera, che porta fuori dal Grand Palais Éphémère mostre, collaborazioni e appuntamenti inediti. Tra queste: «La cinquième saison (La quinta stagione)», una mostra convarie opere nel Giardino delle Tuileries a cura di Annabelle Ténèze, in collaborazione con il Louvre; una scultura monumentale dell’artista americana Sheila Hicks sul sagrato dell’Institut de France; un progetto di Michelangelo Pistoletto e Daniel Buren nel Palais d’Iéna; un’opera dell’artista britannica Jessica Warboys nella  cappella seicentesca delle Beaux-Arts de Paris; una scultura in alluminio dell’artista svizzero Urs Fischer nel Place Vendôme; e il ciclo di incontri «Conversations» nel Centre Pompidou.

A Napoli, all’alba, un rogo ha distrutto «La Venere degli Stracci» di Michelangelo Pistoletto. L’opera d’arte era stata inaugurata due settimane fa dallo stesso scultore come prima installazione di «Napoli Contemporanea 2023», rassegna culturale nata per dare spazio all’arte contemporanea nelle strade e piazze di Napoli. «La Venera rappresenta l’umanità di oggi, chiamata ad esprimere il suo lato migliore» aveva detto l’artista, definendo il significato della sua opera, realizzata in versione monumentale per essere sistemata al centro di piazza Municipio a Napoli. Le fiamme hanno sciolto la statua e ridotto in cenere gli indumenti.

Nell’angolo nord-est del complesso c’è la Fossa 2, in gran parte ancora non scavata. Indagini preliminari degli scavi in corso indicano che potrebbe contenere le «forze speciali» dell’esercito: un’unità mista composta da truppe a cavallo, arcieri e carri.  Le aspettative per lo scavo della fossa 2 sono alte. I ricercatori, guidati da Zhu Shihong, hanno recentemente affermato che la diversità delle figure lì sepolte è unica e che saranno in grado di analizzare qualsiasi ritrovamento con sofisticate tecnologie non disponibili alle precedenti generazioni di archeologi. La speranza è che il progetto fornisca un livello senza precedenti di comprensione del funzionamento dell’Esercito di Terracotta e dell’impero Qin che lo ha creato.

Riaperto dopo i lavori di restauro e ampliamento il museo con sede in percorso di visita si possono ammirare, tra l’altro, l’arazzo millefiori, l’angelo ligneo di Giovanni Pisano, le tempere murali di Giovanni Boldini, oltra a  dipinti mai esposti al pubblico. «Accanto alle sale del percorso che torna ad accogliere i visitatori, continua un vero e proprio cantiere sostenuto da Fondazione Caript per completare la progettazione museografica e la riqualificazione di questo edificio storico», spiegano dal museo. Il nuovo itinerario interessa i primi tre piani dell’edificio con opere dalle collezioni di Fondazione Caript, Chiesa Cattedrale di Pistoia e Intesa Sanpaolo come un’importante urna etrusca in alabastro, sculture e oreficerie medievali, dipinti del Seicento fiorentino raccolti da Piero ed Elena Bigongiari e due grandi tele di Giacinto Gimignani.

Si inaugura il 16 luglio nel Palazzo dei Diamanti di Ferrara la mostra dedicata ad Agostino Arrivabene, intitolata «Thesauros» e curata da Vittorio Sgarbi, con una selezione di dipinti, disegni e mirabilia realizzati dal 1985 a oggi. Nei suoi dipinti si colgono gli echi dei grandi maestri studiati nella sua formazione: Jan van Eyck, Leonardo, Michelangelo, Albrecht Dürer, Rembrandt e dei padri nobili, come il geniale ferrarese Ercole de’ Roberti, che lo hanno guidato. «Di tutti i pittori figurativi delle ultime generazioni il più eccentrico, il più originale, il più sperimentale è certamente Agostino Arrivabene. Gli piace la pittura ambiziosa, gli piace la perfezione esecutiva, ma la sua fantasia lo porta verso soggetti estremi. Lontanissimo dalla realtà, è certamente il più onirico dei nostri pittori e le sue immagini sono lacerate e tormentate. È una continua metamorfosi che moltiplica le forme della realtà», afferma Sgarbi.