VENERDÌ 24 GENNAIO 2025
NOTIZIE IN BREVE | 10 NOTIZIE
- 01 738.748 biglietti staccati al Louvre per la Collezione Torlonia
- 02 Il Metropolitan Museum of Art lancia un nuovo gioco su blockchain
- 03 A Napoli il Museo dell’arte Salvata, Palazzo Fuga e la riapertura delle tombe di Virgilio e Leopardi
- 04 Anche Arezzo aprirà il «suo» Corridoio Vasariano per il 450mo dalla morte dell’artista
- 05 All’Aquila si restaura la «Visitazione» della pala d’altare della Chiesa di San Francesco di Paola
- 06 L’avvio di una campagna di scavo a Suessula passa per l’esproprio di Casina Spinelli
- 07 A Sesto San Giovanni si restaurano il giardino e gli esterni della ottocentesca Villa Zorn
- 08 10 nomination agli Oscar 2025 per «The Brutalist», la biografia dell’architetto László Tóth
- 09 Su Rai 5 una puntata di Art Night dedicata a René Magritte
- 10 Addii • Constantine («Costa») Manos
738.748 biglietti staccati al Louvre per la Collezione Torlonia
Al Museo del Louvre di Parigi la mostra «Capolavori dalla Collezione Torlonia» è stata la più lunga e la più visitata del Museo parigino nel 2024. Il totale dei visitatori è stato di 738.748, durante i 164 giorni di apertura al pubblico, con circa 4.500 visitatori al giorno, che hanno ammirato le opere esposte. La media ha raggiunto quasi 6mila visitatori durante il periodo serale eccezionale (26 dicembre 2024-4 gennaio 2025) e il record di presenze è stato registrato il 16 agosto con 8.724 visitatori. «Per la Soprintendenza Speciale di Roma che ha collaborato alla realizzazione della mostra, spiega la soprintendente Daniela Porro, è un vero motivo di vanto, un grande risultato per la cultura del nostro Paese e soprattutto un successo collettivo con la Fondazione Torlonia e il Musée du Louvre». Cécile Giroire, direttrice del Département des Antiquités grècques, étrusques et romaines del Louvre ha dichiarato «Desidero ringraziare calorosamente e sinceramente quanti hanno collaborato a questo magnifico progetto e per la fiducia che hanno riposto in noi. Con la soddisfazione di aver realizzato, con il vostro contributo determinante e prezioso, un progetto straordinario che segnerà una pietra miliare e rimarrà nei nostri ricordi».
Il Metropolitan Museum of Art lancia un nuovo gioco su blockchain
Il Metropolitan Museum of Art di New York ha lanciato ieri un gioco online, «Art Links», che invita gli utenti a individuare legami e connessioni tra le opere d’arte della sua collezione. Progettato in collaborazione con la piattaforma artistica e tecnologica TRLab, è un gioco «mobile-first», basato su Web3, ovvero costruito con la tecnologia blockchain ed è disponibile sul sito web del Met all’indirizzo artlinks.metmuseum.org. «È un’esperienza unica nel panorama museale in generale, ha dichiarato Max Hollein, direttore e amministratore delegato del Metropolitan Museum. I giocatori, grazie alle opere d’arte delle collezioni del museo, dall’arte moderna e contemporanea all’arte asiatica ed egizia, possono ampliare il loro coinvolgimento e la loro comprensione della cultura e della creatività in modo divertente e avvincente. “Art Links” è un esempio di come il Met continui a mettere in contatto il pubblico con le idee e tra di loro, esplorando al contempo le tecnologie emergenti». Il gioco a puntate, che prevede nuove sfide settimanali, presenta oltre 140 opere d’arte della collezione del Met, selezionate da Destinee Filmore, assistente curatore del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea, e da un team interdisciplinare. Ogni «catena» include almeno un’opera della collezione di arte del XX e XXI secolo del Met, collocando questi lavori in un contesto creativo più ampio. Una volta trovate le connessioni, o catene, tra le opere, i giocatori possono richiedere i «badge» Nft gratuiti e guadagnare «risultati» affrontando le sfide del gioco. Dopo il lancio di ieri, le nuove sfide proseguiranno per 12 settimane, con lancio il giovedì alle 12.01 (ora della Costa Est Usa). I giocatori potranno vincere benefit e premi, come cataloghi di mostre del Museo, sconti al Met Store e visite private guidate dai curatori. Sulla home page del sito è specificato «No Art History Degree Required», «Non si richiede una laurea in Storia dell’Arte».
A Napoli il Museo dell’arte Salvata, Palazzo Fuga e la riapertura delle tombe di Virgilio e Leopardi
Castel Sant’Elmo di Napoli ospiterà il museo dedicato all’Arte Salvata, uno spazio che esporrà opere e reperti recuperati dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale. Lo ha annunciato Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura: «La nascita del nuovo museo rappresenta un’opportunità unica per valorizzare e preservare il patrimonio artistico sottratto ai furti e comprendere, attraverso opere spesso sconosciute, il valore della salvaguardia della cultura», ha affermato Osanna durante i «Dialoghi in Prefettura» dedicati «alle sfide del futuro per la città di Napoli e l’area metropolitana e alla protezione del patrimonio artistico e culturale». Il Museo esporrà migliaia di reperti recuperati con la collaborazione di diverse Procure del Paese. Oltre al nuovo museo, Napoli festeggia la prossima riapertura del Parco delle tombe di Virgilio e Leopardi e l’hub culturale del settecentesco Palazzo Fuga, un grande polo culturale che ospiterà sezioni di musei, biblioteche, laboratori: uno spazio ispirato alla grande Biblioteca nazionale di Parigi.
Anche Arezzo aprirà il «suo» Corridoio Vasariano per il 450mo dalla morte dell’artista
Per le celebrazioni dei 450 anni dalla morte di Giorgio Vasari (1511-74) la sua città natale aprirà a maggio il suo Corridoio Vasariano (più corto), con la stessa funzione di passaggio di quello fiorentino. L’artista lo progettò e realizzò ad Arezzo nello stesso periodo dell’opera fiorentina. Il Corridoio di Arezzo (di proprietà del Comune e della Fraternita dei Laici) collega due edifici intorno a piazza Grande e consiste in un percorso al coperto che va dalle Logge del Vasari al palazzo della Fraternita dei Laici, edificio di impianto medievale che in tempi più recenti è stato sede del Tribunale.
All’Aquila si restaura la «Visitazione» della pala d’altare della Chiesa di San Francesco di Paola
Prende avvio il restauro della tela raffigurante la «Visitazione», tela facente parte di una pala d’altare della storica chiesa di San Francesco di Paola all’Aquila. La grande opera oggetto dell’intervento misura quasi 3mq, è un’opera datata 1725, è firmata dal pittore milanese Bernardo Strada e rappresenta il racconto della visita della Vergine Maria alla cugina Elisabetta non appena ebbe saputo che questa, a dispetto dell’età avanzata, sarebbe divenuta madre. Al centro del dipinto l’iconografia della Vergine che rivolge il suo sguardo ad Elisabetta, rappresentata con un velo bianco. Accanto alle due donne sono raffigurati due soggetti maschili e in alto a sinistra un grande fascio di luce, riproduce la presenza divina. Il dipinto venne commissionato dalla Corporazione dei sarti che, nella chiesa di San Francesco di Paola, deteneva un proprio altare, organizzando la vita religiosa dei suoi aggregati: testimonia, dunque, una pagina importante della storia religiosa e sociale della città. La chiesa di San Francesco di Paola è stata tra le più danneggiate dal sisma del 6 aprile 2009. Sostiene questo restauro la Banca del Fucino.
L’avvio di una campagna di scavo a Suessula passa per l’esproprio di Casina Spinelli
La Soprintendenza di Napoli ha richiesto alla Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio un fondo straordinario di 1.115.200 euro per l’esproprio di Casina Spinelli (ex Casino di Caccia e residenza di svago dei Borboni, ora in stato di abbandono), edificio che si affaccia sull’area del Foro di Suessula, sito archeologico nell’area del Comune di Acerra (Na), che ora sarà oggetto di una nuova campagna di scavo. Annunciando questa iniziativa, alcuni mesi fa, il soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli Mariano Nuzzo aveva definito il sito di Suessula «un luogo di straordinaria importanza storica e culturale».
A Sesto San Giovanni si restaurano il giardino e gli esterni della ottocentesca Villa Zorn
Dopo quattro anni di attesa (e di ritardo) partono i lavori di riqualificazione per il recupero quasi integrale del parco di Villa Zorn a Sesto San Giovanni (Mi) e il restauro dell’esterno, per riportare la dimora ottocentesca all’antico splendore. Ne riporta Laura Lana in un articolo pubblicato sul sito del quotidiano «Il Giorno». Il project financing era stato approvato dal consiglio comunale nel 2021 e già negli anni precedenti la villa era stata protagonista di diverse vicende travagliate. Dall’incendio dell’Epifania del 2017, che distrusse parte del tetto e sfrattò la scuola civica d’arte, allo sgombero della sede del circolo Anpi, con il passaggio di mano anche del dancing Pino Argentato. La proposta di restauro parte dalla razionalizzazione degli spazi esterni con nuovi percorsi e la rimozione delle attuali posticce strutture di ristorazione. Lo spazio privato sarà realizzato ex novo con un nuovo corpo esterno in vetro in grado di dialogare funzionalmente e stilisticamente con la dimora storica. Vi sarà un intervento di recupero degli esterni con la ripresa degli intonaci attraverso la pigmentazione delle superfici. I locali al primo piano, infatti, rimarranno in uso al Comune, anche se la scuola d’arte non farà più ritorno nella sua vecchia casa.
10 nomination agli Oscar 2025 per «The Brutalist», la biografia dell’architetto László Tóth
Con un totale di 10 nomination, il film «The Brutalist» si posiziona al secondo posto, dietro «Emilia Pérez» (13 nomination), nella «corsa» agli Oscar 2025 (la cerimonia della 97ma edizione è prevista per la notte tra il 2 e il 3 marzo). Diretto da Brady Corbet (candidato per la categoria Miglior regia), la pellicola ripercorre la vita dell’ebreo ungherese László Tóth, architetto del Bauhaus scampato al campo di concentramento di Buchenwald ed emigrato negli Stati Uniti. Il lungometraggio è candidato a Miglior film, mentre gli attori Adrien Brody, Guy Pearce e Felicity Jones gareggiano rispettivamente per Miglior attore protagonista e Miglior attore e attrice non protagonista. Nei settori più tecnici, invece, il film concorre per: Miglior fotografia, Miglior colonna sonora, Miglior sceneggiatura originale, Miglior scenografia, Miglior montaggio.
Su Rai 5 una puntata di Art Night dedicata a René Magritte
Art Night dedica l’appuntamento del prossimo 29 gennaio alle 21.15 su Rai 5 a René Magritte, uno dei protagonisti più significativi dell'arte del Novecento. Il regista Henri de Gerlache guida gli spettatori in questo documentario alla scoperta del maestro surrealista e del suo universo artistico. René Magritte ha saputo trasformare gli oggetti della vita quotidiana in arte densa di significato, come nel quadro «Le fils de l’homme», dove il volto di un uomo in bombetta viene coperto da una mela verde. La sua arte si caratterizza per i paradossi visivi che danno vita a opere capaci di sfidare la percezione del pubblico. Nelle opere di Magritte il visibile viene messo in discussione, suggerendo allo spettatore che ciò che appare è solo una parte della realtà, come si nota nel dipinto «Les amants», dove un lenzuolo nasconde il bacio tra un uomo e una donna. Un esempio emblematico del suo approccio è «La trahison des images», con la celebre frase «Ceci n’est pas une pipe». Il dipinto evidenzia come l’immagine non sia l’oggetto concreto rappresentato, ma solo la sua riproduzione.
Addii • Constantine («Costa») Manos
Il 2 gennaio, all’età di 95 anni, si è spento Constantine («Costa») Manos, il visionario fotografo greco-americano il cui lavoro ha plasmato la fotografia documentaria. Cristina de Middel, la presidente di Magnum Photos (di cui Manos era membro dal 1963) ne ha ricordato «la capacità di catturare la poesia della vita quotidiana con una sensibilità senza pari e un occhio attento alla luce e al colore che ha lasciato un segno indelebile nella storia della fotografia. La vita di Constantine Manos è stata dedicata a preservare la bellezza dell’esistenza umana, dalla sua patria ancestrale, la Grecia, alle strade d’America. Le sue immagini, intrise di lirismo e umanità, continueranno a ispirare le generazioni future». Nato a Columbia, nella Carolina del Sud, nel 1934 da genitori greci immigrati dall’isola di Avşa, Manos era infatti cresciuto con un profondo legame con le sue radici elleniche. I suoi genitori erano profughi dello scambio di popolazione del 1922-23 tra Grecia e Turchia. Da giovane era stato ispirato da Henri Cartier-Bresson, il cui approccio alla fotografia lo aveva profondamente influenzato. Munito di una fotocamera Leica e alimentato dal desiderio di raccontare storie umane, ha intrapreso un viaggio lungo una vita per documentare la bellezza e le difficoltà della vita. Il periodo trascorso in Grecia negli anni Sessanta, grazie a una borsa di studio per documentari, ha dato vita a A Greek Portfolio, opera che celebra la vita e le tradizioni rurali greche. Acclamato a livello internazionale il libro ha consacrato Manos come un maestro della narrazione per immagini. Ha continuato a esplorare i legami umani nei progetti successivi, tra cui The Bostonians e American Color, ed è stato anche un pioniere nella documentazione della storia Lgbtq+, come primo fotografo apertamente gay di Magnum Photos. Le sue opere sono conservate in collezioni internazionali, tra cui il Museum of Modern Art di New York, il Benaki Museum di Atene e la Bibliothèque nationale de France di Parigi.