NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 17 GENNAIO 2025

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VENERDÌ 17 GENNAIO 2025

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: il peristilio con il frigidarium dell’impianto termale scoperto a Pompei; un particolare dell’«Atleta di Fano», un tempo attribuito a Lisippo; la Luna, luogo dell’Umanità per il World Monuments Fund; il coniglio dei Gelitin/Gelatin sulle alture di Artesina (Cn) (foto Christoph Harringer)

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A Pompei scoperto un grande complesso termale in una domus privata

Nel Parco Archeologico di Pompei è stato scoperto un grande complesso termale all’interno di una domus privata: è emerso durante un cantiere di scavo in corso nell’insula 10 della Regio IX. Il complesso rientra tra i più grandi e articolati settori termali, privati, finora noti nelle domus pompeiane in luce. A Pompei esistono pochi altri esempi di questo genere, tra cui le terme dei Praedia di Giulia Felice, quelle della Casa del Labirinto e della Villa di Diomede. Le terme, composte da calidarium, tepidarium, frigidarium, sala calda, tiepida e fredda, e spogliatoio, apodyterium, potevano accogliere fino a 30 persone, a giudicare dalle panchine presenti in quest’ultimo ambiente. Di grande effetto è la sala fredda, composta da un peristilio, ovvero una corte porticata di dimensioni 10x10 metri, al cui centro si trova una grande vasca.

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L’Atleta di Fano non è di Lisippo: lo dice Massimo Osanna

Da quando riemerse dalle acque, circa sessant’anni fa, per la città di Fano è sempre stato «il Lisippo», dal nome del presunto autore di questa pregiata statua di bronzo risalente al IV secolo avanti Cristo e raffigurante un atleta. Ma oggi è una delle massime autorità ministeriali, Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura, a dire che quel bronzo, dal 1977 nelle collezioni del Getty Museum di Malibu, è un pregevole esempio di arte classica, ma che non fu scolpito da Lisippo. «Non è opportuno, ha dichiarato Osanna in un’intervista a "Il Resto del Carlino”, continuare ad accostare questa statua a Lisippo, poiché la più recente ricerca scientifica ha ormai superato l’interpretazione che legava l’Atleta di Fano allo scultore e sulla quale il Getty ha costruito e perpetuato la propria narrazione». Una tesi sposata anche da Oscar Mei, docente di Archeologia classica all’Università di Urbino: «È vero, quasi sicuramente l’Atleta di Fano non è attribuibile allo scultore greco, ma questo non diminuisce il valore dell’opera». Rachele Dubbini, archeologa e docente dell’Università di Ferrara (curatrice insieme a Jessica Clementi e Maria Teresa Curcio del  volume Un Atleta venuto dal mare, pubblicato dall’Erma di Bretschneider nel 2024 e che sarà presentato oggi alle 17 nella sala Verdi del Teatro della Fortuna di Fano) chiarisce che  «per l’attribuzione di un’opera a Lisippo, l’archeologia ha solo le fonti letterarie» non essendo giunte fino a noi opere firmate dallo scultore greco. «L’Atleta di Fano, prosegue la professoressa, ha dimensioni più piccole del modello originario descritto».

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MaXXI Bvlgari Prize: vince Monia Ben Hamouda

È Monia Ben Hamouda (Milano, 1991) con «Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X» la vincitrice del quarto MaXXI Bvlgari Prize, premio nato per sostenere e promuovere i giovani artisti in Italia e nel mondo. Composta da dieci pannelli di ferro intagliati a laser con motivi ispirati alla calligrafia islamica e alle moschee e dipinte con spezie tra cui la paprika, l’ibisco e la cannella, l’opera di Ben Hamouda entrerà nella collezione permanente del museo romano. La scelta della giuria internazionale composta da Francesco Stocchi, Nicolas Bourriaud, Diana Campbell, Andrea Lissoni e Ute Meta Bauer è ricaduta su «Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X»  per «la capacità di intervenire sullo spazio del museo e di interagire con i materiali, integrando l'uso di tecnologie contemporanee e tradizionali. Per la determinazione e il rigore nell’opera che rappresenta un evidente momento di crescita della sua ricerca artistica. Per aver affrontato con profondità il collasso dei nostri tempi attraverso un approccio inusuale ed evocativo». Fino al 2 marzo nella Sala Gian Ferrari sono esposte anche le opere degli altri due finalisti del premio,  Riccardo Benassi e Binta Diaw , in una mostra curata da Giulia Ferracci. Una menzione speciale per il miglior progetto digitale è andata all’opera «And We Thought 2001-ongoing» di Roberto Fassone (Savigliano, Cn, 1986), risultato della collaborazione tra l’artista e Ai Lai, un’intelligenza artificiale programmata per generare racconti surreali, che ha concepito l’esistenza di tre film con immagini psichedeliche e un’estetica unica e immersiva. Questa mattina è stata anche annunciata la nuova Bvlgari American Academy in Rome fellowship, in collaborazione con MAXXI e Whitney Museum, grazie alla quale Ben Hamouda si aggiudica l’opportunità di partecipare a una residenza artistica presso la sede dell’American Academy, lavorando fianco a fianco con l’artista selezionato dalla Whitney Biennial.

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Anche la Luna e Gaza tra i tesori da salvare per il Wmf

«La corsa allo spazio minaccia il satellite naturale della Terra, luogo dell’Umanità»: nella lista dei siti da salvare per il 2025 il World Monuments Fund ha incluso la Luna nel dialogo globale sulla conservazione del patrimonio culturale, «portando alla luce gli obiettivi primari» oltre i confini terrestri. Si stima che 90 siti sulla Luna siano minacciati dalla implacabile corsa all’esplorazione spaziale con viaggi già prenotati, senza regole e con dichiarati scopi commerciali, da gruppi di miliardari dei Paesi più ricchi della Terra. Bénédicte de Montlaur, presidente e Ceo del Wmf ha detto che «è necessario organizzarsi ora per proteggere il corpo celeste». Il Wmf ha incluso nella Lista anche la salvezza di quel che resta di Gaza, «una porta tra Asia e Africa», una perdita dal 2023, per l’intera umanità con il suo patrimonio di monumenti storici, architettonici e culturali già travolti da bombardamenti e distruzioni, con un gran numero di vittime. Nella lista del Wmf altri siti in grave pericolo: le Coste del Kenya, minacciate dall’erosione; 66 fari del Maine; la Casa dell’Insegnante a Kiev, colpita da un missile russo; le Assembly Rooms di Belfast, con l’intenzione di trasformarle in un Museo dei Conflitti e della Pace.

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L’Archivio di Eduard A. Safarik entra nella Biblioteca e Fototeca Briganti di Siena

«Uno storico dell’arte rigoroso con l’occhio per il bello. Purtroppo vedeva anche il brutto, ma non se ne crucciava: ogni cosa si può trasformare in meglio. Scriveva “Il soggetto della storia dell’arte è l’arte, non l’artista, così come per la medicina lo è il paziente, non il medico”». Così la figlia Maria Isabella delineava la figura di Eduard A. Safarik, grande storico dell’arte e figura di primo piano della cultura del Novecento, scomparso quasi dieci anni fa, nell’agosto del 2015. Ora il suo archivio, un prezioso patrimonio formato da oltre 44mila fotografie e circa 66mila unità documentali cartacee, entra a far parte della Biblioteca e Fototeca Briganti del Santa Maria della Scala. Ne parla un articolo sul sito del quotidiano «La Nazione».

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Risolta la donazione di 478 opere di arte contemporanea al Santa Maria della Scala

Cala il sipario sulla donazione della collezione di 478 opere d’arte contemporanea da un’anonima benefattrice al Comune di Siena. Il Consiglio comunale ha infatti approvato la risoluzione e lo scioglimento per mutuo consenso del contratto, che impegnava Palazzo pubblico a esporre in modo permanente e unitario 270 delle opere al Santa Maria della Scala, organizzando eventi annuali per mettere in mostra le restanti 208. A illustrare l’atto, il sindaco Nicoletta Fabio: «Il Comune provvederà alla restituzione delle opere alla donante con spese di trasporto a proprio carico e verifica in contraddittorio del loro stato all’arrivo. Al contempo la benefattrice rinuncia a ogni azione anche risarcitoria nei confronti dell’amministrazione comunale, ricevendo un rimborso una tantum delle spese legali sostenute mediante versamento di 9.730 euro».

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Il ventennale del Coniglione dei Gelitin/Gelatin ad Artesina

Ad Artesina, nel comune di Frabosa Sottana (Cn), nelle Alpi Marittime piemontesi,torna a vivere a vent’anni dalla sua realizzazione un gigantesco coniglio rosa, frutto dell’intraprendenza delle galleriste genovesi Antonella Berruti e Francesca Pennone della galleria Pinksummer, che nel 2005 avevano arruolato il collettivo artistico viennese dei Gelitin/Gelatin. Il 24 gennaio, dalle 19 alle 21, i Gelitin/Gelatin daranno il via a «Coniglio 20 in 25», evento che segna il ventennale della leggendaria scultura «Hase», il coniglio che emerge nel paesaggio montano. Per l’occasione, gli artisti presentano una performance che unisce balli, disegni, parole e dipinti dal vivo, in un'esperienza immersiva che coinvolge il pubblico e trasforma lo spazio in un palcoscenico.

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Un’installazione immersiva di Refik Anadol donata dalla banca Julius Baer alla Kunsthaus di Zurigo

Dal 18 gennaio il padiglione Chipperfield della Kunsthaus di Zurigo dedica un’intera sala all’installazione immersiva «Glacier Dreams» (2023), recentemente donata dalla banca privata svizzera Julius Baer e realizzata dall’artista digitale Refik Anadol, nato in Turchia ma residente a Los Angeles. La trasformazione digitale e i suoi effetti artistici e sociali sono infatti tra le tematiche cui il museo sta riservando particolare attenzione, puntando su audaci sperimentazioni che aiutano i visitatori a riflettere sul pervasivo impatto delle nuove tecnologie. E di grande impatto spettacolare è infatti «Glacier Dreams», in cui Anadol utilizza intelligenza artificiale e polisensorialità per affrontare uno dei problemi più urgenti del nostro tempo: il cambiamento climatico. L’opera è stata commissionata dal banchiere zurighese Julius Baer nel 2022 nell’ambito della manifestazione «Next», che indaga nuove forme di produzione culturale all'intersezione tra arte, scienza e tecnologia e incoraggia l’esplorazione dei megatrend. Per realizzare quest'opera, l'artista ha combinato dati sia esistenti sia personali sui ghiacciai provenienti da spedizioni in Islanda allo scopo di offrire un'esperienza di scioglimento del ghiaccio che supera le proposte tradizionali, rendendo il cambiamento climatico drammaticamente tangibile.

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Riapre per visite accompagnate il Giardino delle Camelie all’interno del Giardino di Boboli

A Firenze nel Giardino di Boboli si trova una sorta di «giardino segreto»: è il Giardino delle Camelie. In epoca medicea era un’area strettamente riservata ad alcuni componenti della famiglia granducale. Alla fine del Settecento essa venne destinata alla coltivazione delle camelie, in linea con la moda del tempo. Ora questo suggestivo angolo di Boboli, normalmente chiuso, si riapre al pubblico. Dal 17 gennaio al 13 aprile, nelle giornate di venerdì, sabato e domenica, sarà accessibile con visite accompagnate (per un massimo di 25 persone alla volta), grazie al personale di vigilanza del Giardino fiorentino.

 

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Una statua di Atena del I secolo d.C. sarà esposta al pubblico a Chicago

La Halsted A&A Foundation nel 2023 ha acquisito una statua romana del I secolo raffigurante l’antica dea greca Atena. Mai esposta al pubblico, la scultura sarà visibile a partire dal 25 gennaio presso lo spazio artistico Wrightwood 659 di Chicago. Prima dell’acquisizione di Halsted, la statua era appartenuta per quasi 260 anni alla dinastia britannica dei Weddell. Il proprietario terriero e politico William Weddell, avido collezionista di antichità (possedette anche la cosiddetta «Venere di Jenkins») l'aveva acquistata a Roma nella metà del Settecento per la sua tenuta nel North Yorkshire, dove la collocò  in una nicchia della galleria costruita su misura dall’architetto Robert Adam. La curatrice della Halsted,A&A Foundation Karen Manchester  osserva che la statua è un amalgama di due sculture di epoche diverse: la testa risale al regno di Augusto (31 a.C.-14 a.C.), il corpo fu realizzato sotto Claudio (41 a.C.-54 a.C.). Inoltre, «come molte sculture vendute a Roma nell'Italia del XVIII secolo, la figura è composta da frammenti antichi e moderni», ha dichiarato in un comunicato.

 

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Nadia Carboni nominata direttrice dell’Associazione italiana Città della Ceramica

L'Associazione italiana Città della Ceramica (Aicc) ha nominato direttrice Nadia Carboni, che succede a Giuseppe Olmeti, per 15 anni alla guida, che continuerà a collaborare per progetti in futuro. Carboni, con oltre vent’anni di esperienza nel management culturale, nella pianificazione strategica, nella governance pubblica e nello sviluppo territoriale, porterà alla guida dell’Associazione una visione innovativa e un forte impegno per la valorizzazione dell’arte ceramica italiana. Nel corso della sua carriera, ha ricoperto ruoli di rilievo nel settore culturale e turistico: è stata tra l’altro Project Manager della candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura 2019 e consulente strategica per la candidatura di Limerick (Irlanda) a Capitale Europea della Cultura 2020.

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Addii • Marina Giordani

È scomparsa per un infarto a Pescara, all’età di 75 anni, Marina Giordani, esponente di spicco della vita artistica e culturale della città abruzzese. Titolare dello Studio Calcografico Urbino, fondato nel 1973, e docente di Storia dell’Arte, era stata nominata dalla Soprintendenza per i Beni archivistici esperta di catalogazione delle opere d’arte per il Ministero dei Beni culturali.

Redazione, 17 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata