Ieri 23 luglio le bombe russe hanno colpito il cuore di Odessa, la «perla del Mar Nero», provocando gravi danni alla Cattedrale ortodossa della Trasfigurazione già demolita dai sovietici nel 1936 e ricostruita nel 2003. Salvata la copia di un’icona molto venerata, chiamata dalla popolazione locale la «Kasperovskaya della Madre di Dio» protettrice della città in vari conflitti, il cui originale è custodito in un’altra cattedrale cittadina. Un rapporto pubblicato il 19 luglio sulla base di «immagini satellitari ad alta risoluzione» conferma l’allagamento adiacente alla casa museo dell’artista ucraina autodidatta Polina Rayko a Oleshky, in seguito alla distruzione, avvenuta il mese scorso, della diga di Nova Kakhovka. Il patrimonio culturale dell’Ucraina affronta minacce quotidiane. La scorsa settimana tre musei di Odessa sono stati danneggiati dai bombardamenti russi. Il centro storico della città portuale è stato dichiarato patrimonio Unesco all’inizio di quest’anno. In una dichiarazione di venerdì (21 luglio), l’Unesco ha condannato l’attacco sul patrimonio culturale. 

L’ultimo ampliamento dell'Albright-Knox Art Gallery (Buffalo AKG Art Museum) inaugurato il mese scorso a Buffalo, nello Stato di New York, è stato progettato da Shohei Shigematsu, partner dello studio di architettura OMA, in collaborazione con lo studio di New York Cooper Robertson. È il fulcro di una campagna iniziata più di un decennio fa che ha coinvolto anche i due edifici precedenti: la struttura neoclassica di EB Green del 1905, il Robert and Elisabeth Wilmers Building, e il Seymour H. Knox Building di Gordon Bunshaft del 1962. Oltre a creare un altro punto di ingresso al muse, il Gundlach Building del 2023 comprende 13 nuove gallerie per un totale di 2.500 metri quadrati e una terrazza verandata per sculture di 570 metri quadrati, più una banchina di carico e un montacarichi che in precedenza il museo non aveva  La mostra inaugurale, fino al prossimo 19 febbraio, presenta 33 opere del museo realizzate dall’espressionista astratto Clyfford Still e una selezione tra i 518 lavori acquisiti nei quattro anni di chiusura del museo.

Si chiama I-Muse ed è stata sviluppata dal Politecnico, dall’Università di Torino e da Synesthesia grazie al bando «Intelligenza Artificiale» della Fondazione Compagnia di San Paolo e alla collaborazione di Associazione Abbonamento Musei, Osservatorio Culturale del Piemonte e Big Data Analysis Lab del Comune di Torino la prima app che permette di visitare i musei servendosi dell’Intelligenza artificiale. La sperimentazione è stata avviata in otto musei del torinese: Reggia di Venaria, Museo Egizio, Palazzo Madama, Gam-Galleria civica d’arte moderna e contemporanea, Mao | Museo d’arte orientale, Museo nazionale del Cinema, Museo nazionale dell’Automobile e Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. Una volta scaricata l’app, l’interazione si avvierà inquadrando appositi Qr code disseminati lungo il percorso.

Il progetto selezionato per gli «oscar» dell’Onu legati ai 17 obiettivi dello Sviluppo sostenibile, si chiama «Green Obsession» e identifica alberi e foreste all’interno delle città come principale arma di difesa contro il caldo sempre più estremo e come strumento utile ad arginare il 70% delle emissioni di CO2, che proviene in maggior misura dalle grandi città e che è fondamentale per realizzare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (un programma d’azione che definisce 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030, Ndr). L’italianissimo progetto prevede, tra l’altro, di raffrescare strade ed edifici con orti urbani e giardini sui tetti. Secondo l’Istat in Italia il verde accessibile è di 19,5 metri quadrati per abitante. «Aumentare la connettività tra boschi, giardini e aree verdi e promuovere la creazione di corridoi ecologici sono obiettivi fondamentali della Green Obsession: un’attitudine che va oltre il singolo progetto, portando una strategia forestale urbana trasformativa e una nuova prospettiva del futuro del paesaggio urbano globale» spiegano a «la Repubblica» dallo Studio Boeri.

Un vasto parco di sculture e museo in Brasile, l’Instituto Inhotim di Brumadinho, gestito dal collezionista Bernardo Paz, ha inaugurato una galleria permanente dedicata alla celebre artista giapponese autrice delle «Infinity Mirror Rooms». Tra i lavori esposti «Aftermath of Obliteration of Eternity» (2009), in legno, metallo e vetro: al suo interno gli spettatori vedono il proprio riflesso moltiplicarsi in un caleidoscopico vortice luminoso. Al Guggenheim di Bilbao, fino all’8 ottobre, è in corso la più grande mostra europea dedicata alla carriera della 95enne artista dei «pois».

Almeno finché non si potrà parlare di una coscienza artificiale capace di provare emozioni. È quanto emerge da un’intervista che il regista e poeta Pupi Avati ha rilasciato all’«Huffington Post» in cui spiega che artisti e poeti non devono temere l’intelligenza artificiale: «I veri creativi non devono temere, poiché la loro creatività origina dal dolore patito nella vita, dal senso di inadeguatezza, dalla vulnerabilità e dalla fragilità. Questi sono elementi che l’intelligenza artificiale non possiede».

Prosegue fino al 23 agosto da Chrtistie’s a Londra la più grande mostra occidentale dedicata all’arte araba. Intitolata «Modern and Contemporary Work of the Arab World» è divisa in due sezioni: «Kawkaba», con 100 opere moderne prvenienti dalla Barjeel Art Foundation degli Emirati Arabi Uniti, e «Emirati Art Reimagined», focus sul defunto artista degli Emirati Hassan Sharif e i talenti contemporanei del Paese del Golfo.