NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL'ARTE | 25 OTTOBRE 2023

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MERCOLEDÌ 25 OTTOBRE 2023

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Il «San Sebastiano» di Leonardo

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Il «San Sebastiano» di Leonardo può essere venduto all’asta

È la fine di una lunga battaglia giudiziaria, persa dal Ministero francese della Cultura e dal Museo del Louvre. Il tribunale amministrativo di Parigi, in un giudizio del 20 ottobre scorso, reso noto dal quotidiano «Le Monde», ha deciso che un disegno attribuito alla mano di Leonardo, raffigurante il «Martirio di San Sebastiano», potrà essere venduto all’asta e ha ordinato allo Stato francese di rilasciare al suo proprietario il certificato di esportazione. Il disegno, stimato 15 milioni di euro, era stato scoperto nel 2016. Il suo proprietario, un medico francese in pensione, che lo aveva ereditato dal padre, lo ha conservato per più di mezzo secolo, ignaro del suo autore e del suo valore. Nel 2016 si era rivolto alla casa d’aste Tajan per metterlo in vendita insieme ad altri disegni. Per gli esperti la qualità del disegno non lasciava dubbi sulla sua attribuzione. Per Carmen Bambach, una delle maggiori esperte di Leonardo del Metropolitan Museum di New York, lo schizzo, su un foglio fronte-retro di 19,5x13 cm, che rappresenta il santo legato all’albero, potrebbe esser stato realizzato dal maestro tra il 1478 e il 1483. Il retro presenta delle note sulle ombre e la luce. Nel 2017 il Ministero della Cultura sospese l’asta e dichiarò il disegno «tesoro nazionale», una procedura che concede allo Stato francese trenta mesi di tempo per acquisire l’opera e impedire al capolavoro di varcare i confini del Paese. Nel 2019 fu fatta un’offerta di acquisto di 10 milioni di euro per permettere all’opera di raggiungere le collezioni del Louvre, già custode di una ventina di disegni del maestro, oltre che di cinque dipinti, tra cui la «Gioconda». Il proprietario rifiutò. Il Ministero cercò ancora di convincerlo a rinunciare alla vendita avanzando, come spiega «Le Monde», «elementi seri e concordanti che il disegno fosse stato acquisito in modo illegale, dal momento che una denuncia per furto era stata sporta nell’ottobre del 2020». Il proprietario contestò il furto e, tramite il suo avvocato, fece ricorso al Tribunale amministrativo di Parigi. Ora il collezionista è libero di vendere all’asta il disegno, anche all’estero. Il Ministero dovrà rilasciare la licenza di esportazione e rimborsare 2mila euro di spese legali.
 

02

A Roma è stato presentato il restauro del Ninfeo della Pioggia nel Parco Archeologico del Colosseo

È stato presentato oggi 25 ottobre il restauro del Ninfeo della Pioggia, negli Horti Farnesiani sul Palatino. È una delle testimonianze più significative della cultura romana di età tardorinascimentale e barocca. Collocato nel cuore di quelli che furono tra i giardini aristocratici più celebri d’Europa, il Ninfeo, progettato nelle forme attuali da Girolamo Rainaldi, era uno spazio che, ispirandosi a esempi dell’antica Roma e del primo Rinascimento, veniva utilizzato dai Farnese, soprattutto nella stagione calda, come spazio per la festa e il diletto. Raccolti discretamente in una grande stanza semi sotterranea decorata con affreschi e sculture antiche, gli ospiti del Ninfeo potevano godere della penombra rinfrescante e del melodioso risuonare della fontana della Pioggia, congegnata in modo da riprodurre lo stillare naturale dell’acqua dal cielo.

03

Le ultime sulla decifrazione dei papiri di Ercolano

A 2mila anni dall’eruzione del Vesuvio che aveva carbonizzato tutti i papiri delle biblioteche di Ercolano rendendone impossibile la lettura, per la prima volta nelle scorse settimane un algoritmo di Intelligenza artificiale ha permesso di individuare una parola, «porpora». Scritta in greco antico, è in uno dei papiri tra le migliaia scoperti nella Villa di Lucio Calpurnio. L’algoritmo che ha letto la parola «porpora» è stato creato da un team guidato da Brent Seales dell’Università del Kentucky, lo scienziato che iniziò nel 2015 a decifrare i papiri ritrovati a En Gedi, in Israele attraverso la tomografia a raggi X e tecniche di Computer Vision. Seales ha applicato questo stesso metodo virtuale ai papiri di Ercolano. Per parte sua l’Italia, a partire dal 2015, ha ottenuto risultati rilevanti decifrando alcuni papiri di Ercolano con altre tecniche. Già nel 2021 i ricercatori del Cnr, con la tecnica non invasiva della tomografia a raggi X a «contrasto di fase» che sfrutta l’indice di rifrazione, avevano identificato alcune lettere e parole intere come «Piptoie» (cadere) e «Eipoi» (direbbe).

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Gli scavi della villa romana di Pieve al Bozzone

È stata avviata una campagna di scavi archeologici in località Pieve al Bozzone nel comune di Siena, nel sito di Campo all’Oro, dove alla fine dell’Ottocento il conte senese Pietro Piccolomini Clementini riportò alla luce le vestigia di una grande villa romana datata fra il I e il IV secolo d.C., con tanto di mosaici, pitture, terme, marmi e colonne. Parte di questi materiali sono oggi esposti nel Complesso museale del Santa Maria della Scala. Dopo questi primi scavi, la villa fu di nuovo sepolta e il terreno coltivato a vigneto e a grano. Le strutture romane sono rimaste invisibili per più di 120 anni, finché il Dipartimento di Scienze storiche e beni culturali dell’Università di Siena ha iniziato le sue ricerche, con la collaborazione della Soprintendenza.

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Due vedute del Canaletto in asta a dicembre da Christie’s a Londra. Stime: 8-12 milioni di sterline

Una coppia di vedute inedite del Canaletto sarà protagonista dell’asta «Old Masters Part I» di Christie’s il 7 dicembre a Londra, durante la cosiddetta Classic Week. I due dipinti «Venezia: La Bocca del Canal Grande da Est» e «Il Molo, con la Piazzetta e il Palazzo Ducale, visti dal Bacino» sono in ottimo stato di conservazione: gli esperti hanno fissato la stima delle due opere tra gli 8 e i 12 milioni di sterline. Questa coppia di vedute fu dipinta intorno al 1734, quando Canaletto era all’apice della sua celebrità. Come molte delle migliori opere di questo periodo, le due tele furono quasi certamente dipinte per un mecenate inglese per cui Joseph Smith, mercante, collezionista e poi console a Venezia, fungeva da agente. Provenienti da una collezione privata britannica, i due quadri sono stati esposti al pubblico a New York dal 5 al 18 ottobre; saranno visibili a Parigi dall’11 al 15 novembre, prima di tornare a Londra dove saranno esposti, prima della vendita, tra il primo e il 6 dicembre.

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Le realtà contrastanti dei musei italiani. L’opinione di Vincenzo Trione

Per un verso, il successo dei musei: periodicamente, i vari ministri celebrano la crescente quantità dei visitatori dei nostri siti, sedotti da una sorta di mitizzazione dei numeri. Per un altro verso, l’organico del Ministero è carente per oltre il 40 per cento e l’età media dei dipendenti sfiora i 60 anni. Per un altro verso ancora, il fenomeno del precariato è drammaticamente cresciuto. Lo scorso 13 ottobre il Louvre è rimasto chiuso (e due giorni fa anche il Centre Pompidou): i lavoratori hanno scioperato per l’esiguità dei salari. Si tratta di una presa di posizione dura, che potrebbe ripetersi anche in Italia, dove, da anni, il sistema dei beni culturali è segnato da gravi anomalie. Ne scrive Vincenzo Trione.

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A Roma una conferenza internazionale sul patrimonio culturale immateriale dell’Unesco

Il 13 e 14 novembre, a Roma, alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica, la Cattedra Unesco sul Patrimonio Culturale Immateriale e il Diritto comparato dell'Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, insieme alla Fondazione Treccani e a Civita Mostre e Musei, organizza la conferenza internazionale per celebrare i 20 anni della Convenzione Unesco sul patrimonio culturale immateriale dal titolo «Living Heritage, Civil Society and Sustainable Development». Alla conferenza interverranno esperti da tutto il mondo: dall’Australia all’Uganda, da Singapore al Brasile, dalla Turchia all’Egitto, dal Kirgikistan alla Lituania, dall’Arabia Saudita all’Iran. Con il concorso di antropologi e giuristi da tutto il mondo, si ragionerà insieme su come promuovere e salvaguardare il patrimonio culturale vivente in una logica comparata.

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I risultati delle indagini diagnostiche AI sui de Chirico del Museo Bilotti

Sono stati presentati a Roma, al museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese, i risultati delle analisi diagnostiche condotte sulla collezione del museo, in relazione alle opere della collezione permanente di opere di Giorgio de Chirico e in particolare sul quadro «Mobili nella stanza» del 1927, nell’ambito del progetto di ricerca Artemisia («Artificial intelligence Extended-Multispectral Imaging Scanner for In-situ Artwork analysis», «Scanner di immagini multispettrali estese con intelligenza artificiale per l’analisi di opere d’arte in situ»); risultati ottenuti utilizzando indagini diagnostiche innovative, con l’impiego di algoritmi di intelligenza artificiale. Il progetto, finanziato dalla Regione Lazio e dal Ministero dell’Università e della Ricerca, è frutto di una collaborazione interdisciplinare tra la rete Infn-ChNet (Cultural Heritage Network) per i beni culturali dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, in collaborazione con il partenariato composto dal Dipartimento di Ingegneria Chimica Materiali Ambiente dell’Università «La Sapienza» di Roma, l’Istituto Centrale per il Restauro, XTeam Software Solutions, Vianet e la Sovrintendenza Capitolina. A proposito della tecnica di «Mobili nella Stanza», Federica Pirani, a capo della Direzione Patrimonio artistico delle ville storiche della Sovrintendenza Capitolina, sottolinea per esempio che «il progetto ha evidenziato che il legante utilizzato dal pittore è stato l’olio, in linea con quanto riportato nel Piccolo trattato di tecnica pittorica». Per quanto riguarda i pigmenti, poi, «è stata identificata la presenza di bianco di zinco (sia puro sia usato in miscela con gli altri pigmenti), di blu di cobalto, e delle terre per le tonalità calde (rosso, marrone e viola). Mentre, per quanto riguarda l’identificazione di prodotti di degrado, è stata notata la presenza di carbossilati, prodotti di alterazione che si formano naturalmente dall’interazione dello zinco (contenuto nel pigmento bianco di zinco) con l’olio».

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Una nuova indagine su tecnologie e competenze per l’allestimento degli spazi culturali

100 Italian Cultural Spaces stories. Innovazione, sostenibilità, bellezza è il titolo del quarto volume nato dalla collaborazione tra Fondazione Symbola e Fassa Bortolo, questa volta in collaborazione con Adi Associazione per il Disegno Industriale e Adi Design Museum. Il report è un viaggio attraverso tecnologie e innovazioni italiane per l’allestimento degli spazi culturali di tutto il mondo: dalle macchine sceniche ai tendaggi, dai sistemi d’illuminazione a quelli espositivi, dai pannelli per il controllo acustico ai software per il controllo climatico o dei flussi di visitatori, fino ai prodotti da costruzione e restauro. Il report racconta, attraverso le storie di 100 imprese, centri di ricerca, associazioni ed enti del terzo settore di un’Italia capace di farsi apprezzare a livello internazionale per la sua capacità di allestire spazi culturali con soluzioni che coniugano funzionalità e bellezza.

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Il Calendario Lavazza 2024: un viaggio che ha la fotografia africana come protagonista

Il Calendario Lavazza 2024 («More Than Us») è un progetto corale firmato dai fotografi africani Thandiwe Muriu (Kenya), Daniel Obasi (Nigeria) e Aart Verrips (Sudafrica) sotto la direzione creativa dell’Agenzia Armando Testa. I tre fotografi e tre «ambassador», tra cui il premio Nobel Denis Mukwege, descrivono un’Africa inedita: un territorio pieno di energia, di sperimentazione, di spinta verso il futuro, grazie alla sua straordinaria cultura e alle diverse comunità che la abitano. «More than Us» annuncia il XX anniversario della Fondazione Lavazza che si celebrerà nel 2024.

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Mostre che aprono | «La storia nell’acqua» a Palazzo Besso a Roma

Non è solo una mostra «La storia nell’acqua» a Roma, Palazzo Besso, dal 27 ottobre al 20 dicembre, ingresso gratuito, che espone 900 brocche medievali intatte, ritrovate in un pozzo insieme a decine di reperti e monumenti etruschi, ma la prova della scoperta del «Fanum Voltumnae», santuario federale degli Etruschi. Le sistematiche campagne di scavi intorno all’area sacra di Campo della Fiera ad Orvieto, iniziati nel 2000 e diretti dall’archeologa Simonetta Stopponi dell’Università di Perugia in collaborazione con Danilo Leone dell’Università di Foggia, confermano la straordinaria importanza del sito. Il recente scavo stratigrafico del pozzo nel convento di San Pietro, indagato per tutta la sua profondità (oltre 11 metri), ha consentito il recupero di maioliche arcaiche e fornito le prove della lunghissima frequentazione del luogo da parte dei fedeli etruschi del santuario.

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Addii | Ida Applebroog

È morta a New York, all’età di 93 anni, Ida Applebroog, artista a lungo associata al movimento femminista. Nata nel Bronx e cresciuta in un edificio popolare da genitori ebrei ortodossi immigrati a New York dalla Polonia, nel 1948 Applebroog s’iscrisse al New York Institute of Applied Arts and Sciences per studiare design grafico; contemporaneamente lavorava in un’agenzia pubblicitaria, dove è una delle poche donne impiegate. Se ne andò dopo sei mesi, denunciando le molestie sessuali dilaganti sul posto di lavoro, e iniziò a lavorare come illustratrice freelance. Il coinvolgimento formale di Applebroog con il movimento iniziò con la partecipazione alla Feminist Artists Conference del California Institute of the Arts nel 1972. In seguito entrò a far parte dell'Heresies Collective insieme a figure come la curatrice Lucy Lippard e l’artista Joan Snyder. Emerse sulla scena newyorkese a metà degli anni Settanta, dopo aver pubblicato una serie di libri d’artista intitolati Stagings, con disegni al tratto semplificati che criticavano vari aspetti dell'esperienza femminile. Nel corso dei suoi sei decenni di carriera, Applebroog ha esaminato le strutture di potere attraverso vari media, tra cui libri, dipinti, disegni, sculture, fotografie, film e installazioni. Le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti di istituzioni di rielievo, quali il Metropolitan Museum of Art, il Museum of Modern Art e il Guggenheim Museum. Di sé diceva di essere un’«artista generica» e una «cercatrice di immagini», che attingeva riferimenti dai media tradizionali per creare opere figurative, a volte cupamente umoristiche, critiche nella costruzione dell'immagine femminile in televisione, nei fumetti, nelle riviste di moda e nell'arte. Iwan Wirth copresidente della galleria Hauser & Wirth, che l’ha rappresentata negli ultimi anni, ricorda che «il suo approccio emotivamente dirompente e impavido al fare arte è stato di ispirazione per molte generazioni, intensamente personale, onesto e crudo. Le siamo eternamente grati per il suo umorismo, la sua arguzia e la sua radicale introspezione, che presentano le assurdità della vita così com’è».

Redazione, 25 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata