MARTEDÌ 27 GIUGNO 2023
NOTIZIE IN BREVE | 12 NOTIZIE
- 01 Scoperto a Cordoba in Spagna un gruppo di 119 reperti archeologici, tra cui alcuni capolavori, nascosto in un magazzino
- 02 Vandali al Colosseo
- 03 L’Hermitage Amsterdam cambia nome: si chiamerà H’Art Museum
- 04 Il Museum of the American Revolution di Filadelfia sotto accusa: ospita un gruppo di estrema destra
- 05 Da Phillips il 30 giugno un Fontana bianco del 1967 e poi Peyton, Lucas e le nuove generazioni
- 06 In Olanda scoperto un sito religioso di 4mila anni fa, la «Stonehenge dei Paesi Bassi»
- 07 A Pompei scoperto un «antenato» della pizza in un dipinto di 2mila anni fa
- 08 È possibile insegnare l’arte all’intelligenza artificiale?
- 09 Rinoceronti a Palazzo
- 10 Il Perugino del Papa nella Pinacoteca dei Musei Vaticani (fino a settembre)
- 11 Il Festival di Archeologia «L’Isola dei Giganti»
- 12 Sulla costa israeliana sorgeva uno stabilimento per la produzione e l’utilizzo della porpora
Scoperto a Cordoba in Spagna un gruppo di 119 reperti archeologici, tra cui alcuni capolavori, nascosto in un magazzino
La Guardia Civil, corpo di gendarmeria spagnolo con funzioni anche di polizia, ha recuperato nei sobborghi di Cordoba un gruppo di reperti archeologici tra cui un busto femminile in marmo, «pezzo unico e assolutamente eccezionale, di qualità artistica simile a quelli esposti al Louvre», dicono gli esperti che hanno assistito alle indagini e ai sequestri. «Si tratta di un ritratto privato del primo terzo del II secolo, su modelli di ritratto di principesse imperiali che, per il tipo di acconciatura, sono simili a quelli di Salonina Matidia, nipote di Traiano e madre di Vibia Sabina, moglie di Adriano». Gli agenti hanno reso noto ieri 26 giugno che, nell’ambito di questa operazione, sono state arrestate due persone, accusate di reati contro il patrimonio storico, di contrabbando e ricettazione, e si è proceduto al recupero di 119 antichità. L’operazione si inquadra in un’altra internazionale che coinvolge la Guardia Civil, l’Europol e l’Interpol e che è volta a contrastare il traffico illecito di beni culturali in Europa. Tra gli altri reperti recuperati, elementi architettonici del VII secolo, ceramiche, antiche monete greche, iberiche e romane, e «un capitello tardo antico in pietra corinzia, risalente al VII secolo, elemento architettonico di una tipologia rappresentata da pochissimi esempi. Il suo intaglio è di qualità eccezionale».
Vandali al Colosseo
«Ivan+Haley 23»: i nomi incisi con le chiavi da un giovane turista, in compagnia di una ragazza, sulla parete del Colosseo. La scena è stata ripresa solo di spalle e postata sui social da qualcuno che non è intervenuto. I giovani, non ancora identificati, rischiano il carcere fino a cinque anni e 15mila euro di multa. La severità delle pene non sembra scoraggiare i vandali: sono nove le persone denunciate a piede libero dall’agosto 2022 per avere deturpato il monumento romano con scritte e incisioni. L’ultima infrazione risale a tre giorni fa: un argentino di 32 anni ha fatto alzare il proprio drone all’interno del Parco Archeologico del Colosseo e sui Fori su cui vige il divieto assoluto di sorvolo. È stato denunciato dai Carabinieri, ma le sue immagini sono finite sul web.
L’Hermitage Amsterdam cambia nome: si chiamerà H’Art Museum
L’Hermitage Amsterdam cambia rotta dopo la rottura con la Russia, annunciata nel marzo 2022, due settimane dopo l’invasione dell’Ucraina. Dal primo settembre si chiamerà H’Art Museum e il suo nuovo modello di lavoro si baserà sulla collaborazione con tre altre istituzioni internazionali: il British Museum, il Centre Pompidou di Parigi e la Smithsonian Institution negli Stati Uniti. La direttrice del nuovo Museo H’Art, Annabelle Birnie, ha descritto il nuovo programma che sta preparando come vario, «come le molte voci che riflettono questo tempo».
Il Museum of the American Revolution di Filadelfia sotto accusa: ospita un gruppo di estrema destra
Il Museum of the American Revolution di Filadelfia sta affrontando una serie di critiche per aver accettato di affittare uno dei suoi spazi per eventi al gruppo di estrema destra «Moms for Liberty» il 29 giugno, primo giorno del «Joyful Warriors Summit» dell’organizzazione in un hotel vicino. Secondo il Southern Poverty Law Center, il gruppo «Moms For Liberty» è classificato come un’organizzazione estremista antigovernativa e antiinclusione ed è noto per essersi scagliato contro «programmi di studio inclusivi, diritti Lgbtq e tutto ciò che considerano materiale di lettura inappropriato nelle aule e nelle biblioteche».
Da Phillips il 30 giugno un Fontana bianco del 1967 e poi Peyton, Lucas e le nuove generazioni
La casa d’aste Phillips ha annunciato la vendita «20th Century to Now», in programma a Londra il 30 giugno, con un catalogo di 116 lotti. A guidare l’asta è un dipinto bianco di Lucio Fontana del 1967, di eccezionale impatto, appartenente alla serie dei Tagli. La vendita comprende anche un importante nucleo proveniente dalla collezione di Thomas B. Lemann. Tra le opere contemporanee spiccano un ritratto del principe Harry di Elizabeth Peyton del 1998 e una scultura di Sarah Lucas della serie «Bunny», oltre a lavori di una nuova generazione di artisti che vivono e lavorano nel Regno Unito, tra cui Antonia Showering, Caroline Walker, Sahara Longe, Emma Cousin, Benjamin Spiers e George Rouy. La vendita si terrà nella sede di Berkeley Square alle ore 14.
In Olanda scoperto un sito religioso di 4mila anni fa, la «Stonehenge dei Paesi Bassi»
A Tiel, una cittadina olandese della provincia della Gheldria, un team di archeologi olandesi ha scoperto un sito religioso di 4mila anni fa che comprende un tumulo funerario che fungeva da calendario solare, soprannominato dai media la «Stonehenge dei Paesi Bassi». Il tumulo misurava circa 20 metri di diametro, conteneva i resti di circa 60 uomini, donne e bambini, e aveva aperture attraverso le quali entrava la luce solare diretta nei giorni più lunghi e più corti dell’anno.
A Pompei scoperto un «antenato» della pizza in un dipinto di 2mila anni fa
Sembra una pizza, quello che si vede su una natura morta pompeiana di 2mila anni fa, ma ovviamente non lo può essere, a rigore, dato che mancavano alcuni degli ingredienti più caratteristici, ovvero pomodori e mozzarella. Tuttavia, come risulta da una prima analisi iconografica dell’affresco emerso in questi giorni nell’ambito dei nuovi scavi nell’insula 10 della Regio IX a Pompei, ciò che era rappresentato sulla parete di un’antica casa pompeiana potrebbe essere un lontano antenato della moderna pietanza partenopea.
È possibile insegnare l’arte all’intelligenza artificiale?
L’intelligenza artificiale potrebbe eventualmente sostituire gli esseri umani in alcuni campi, ma non è ancora chiaro se possa superare un esame di storia dell’arte. Quando molti dei nuovi sistemi di riconoscimento degli oggetti guardano, a modo loro, un dipinto di San Giorgio a cavallo che uccide un drago, possono vedere un uomo in sella a una motocicletta, con il casco in testa, con un cagnolino sotto. E quando contemplano la «Maddalena penitente» di Luca Giordano, in atteggiamento riflessivo, con la testa appoggiata su una mano… interpretano che è una signora che parla al cellulare. E non capiscono che un teschio e un libro in grembo a quel santo possono indicare che siamo davanti a una vanitas, allusione alla caducità della vita.
Rinoceronti a Palazzo
Il gioielliere Giovanni Raspini ha acquistato un palazzo rinascimentale a Monte San Savino (Ar), l’edificio che fu dimora dell’artista e architetto Andrea Sansovino. Con oltre venticinque ambienti fra stanze e saloni affrescati, un cortile interno, ampie cantine d’epoca medievale e due terrazze panoramiche, l’antico stabile di cinque piani ha una bella facciata cinquecentesca e affonda le sue fondamenta nel substrato etrusco. Il 29 giugno alle ore 11 presso il Palazzo verrà inaugurata l’esposizione a tema animalier «Rinoceronti in parata».
Il Perugino del Papa nella Pinacoteca dei Musei Vaticani (fino a settembre)
Da domani 28 giugno, e fino al 15 settembre, la «Resurrezione di Cristo» di Perugino, abitualmente conservata nella Biblioteca privata di papa Francesco, sarà esposta nella Sala XVII della Pinacoteca dei Musei Vaticani. La pala d’altare, eseguita nel 1499 per una cappella di famiglia nella chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, ha lasciato eccezionalmente l’Appartamento pontificio di rappresentanza, nel quale la volle collocare papa Paolo VI. Da allora l’opera, nota come il «Perugino del Papa», è stata testimone delle visite ufficiali di capi di Stato e di Governo, e di personalità illustri.
Il Festival di Archeologia «L’Isola dei Giganti»
In Sardegna il Festival dell’Archeologia «L’Isola dei Giganti», organizzato dalla Fondazione Mont’e Pràma e giunto alla seconda edizione (da oggi 27 giugno al 2 luglio), rappresenta un momento di incontro, confronto e riflessione sui temi propri dell’archeologia, dei beni culturali in generale e delle varie discipline che concorrono alla ricerca, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale identitario, in una terra come la Sardegna, dove le testimonianze archeologiche costituiscono una presenza eccezionale per tipologia, diffusione e dimensione già dalla più remota preistoria (si pensi alle 3.400 Domus de janas risalenti alle fasi finali del Neolitico e alla Prima Età dei Metalli, agli 8mila nuraghi, alla presenza fenicia e cartaginese e alla fondazione delle città costiere poi romane).
Sulla costa israeliana sorgeva uno stabilimento per la produzione e l’utilizzo della porpora
Gli archeologi israeliani stanno riscrivendo la storia di un’antica fabbrica che, migliaia di anni fa, era uno dei maggiori siti di produzione della «porpora reale», una tintura che adornava le vesti dei ricchi e dei potenti di tutto il Mediterraneo. Tel Shikmona, situata sulla costa dell’odierna città di Haifa, finora è stata considerata come un insediamento fenicio che produceva porpora dal murice. La tintura era uno dei lussi più ricercati del mondo antico. Ma un nuovo studio, che collaziona le informazioni provenienti dagli scavi archeologici effettuati in quel luogo nel corso di 50 anni, è giunto a una nuova conclusione. Per circa due secoli, Shikmona è stata una specie di joint venture: un sito industriale controllato dal Regno biblico di Israele e gestito da abili lavoratori fenici, affermano Ayelet Gilboa, archeologa dell’Università di Haifa, e Golan Shalvi, anch’egli dell’Università di Haifa e ora ricercatore post-dottorato all’Università Ben-Gurion. Il loro studio, pubblicato a giugno sul «Journal of the Institute of Archaeology of Tel Aviv University», offre una visione particolare dei legami tra gli antichi Israeliti e i Fenici.