NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 31 GENNAIO 2025

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VENERDÌ 31 GENNAIO 2025

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: uno dei reperti recuperati dai Carabinieri del Nucleo Tpc; un nuovo spazio espositivo per il Museum of Contemporary African Diasporan Arts all’L10 Arts and Cultural Center, Brooklyn (Foto Gregg Richards, cortesia della Brooklyn Public Library); le sculture settecentesche recuperate dal Nucleo Tpc dei Carabinieri; la «Santa Cecilia» di Mengs

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Restituiti al Parco dell’Appia Antica dai Carabinieri del Nucleo Tpc 100 reperti archeologici

Cento reperti archeologici romani sono stati recuperati dai Carabinieri della Tutela del Patrimonio di Roma e restituiti al Parco Archeologico dell’Appia Antica. Tra i materiali riconsegnati, parti di sarcofagi con figure e bassorilievi, ceramiche, lapidi, mosaici decorati, numerose porzioni di marmo di un’urna funeraria e due colonne intatte. I Carabinieri, nel corso dell’indagine coordinata dal magistrato Francesco Paolo Marinaro, esaminando i filmati delle telecamere di sorveglianza del Parco, sono arrivati a due abitazioni private che nascondevano il bottino. «Faremo un lavoro di studio e schedatura di tutti i reperti per valorizzarli» dice il direttore del Parco archeologico dell’Appia antica, Simone Quilici. Alcuni di questi reperti potrebbero essere esposti nel nuovo antiquarium che nascerà nel complesso di Capo di Bove, nel Parco dell’Appia Antica.

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Il parere delle Soprintendenze sarà ancora vincolante?

Chiarire i compiti delle Soprintendenze con l’obiettivo di liberare gli uffici dalle pratiche che non riguardano i grandi monumenti o le rilevanti opere storiche, affidando ai Comuni l’ultima parola su tutte le altre decisioni urbanistiche e paesaggistiche, perché il parere delle Soprintendenze non sarebbe più vincolante. È questo il contenuto, annunciato sui social dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, di un emendamento presentato dalla Lega alla Camera nell’ambito della discussione sul DL Cultura. Una modifica che persegue, aggiunge Salvini, «più semplificazione e meno burocrazia, seguendo la linea del Salva-Casa». L’emendamento 7.26, presentato dal deputato Gianangelo Bof, è stato dichiarato inammissibile ma sarà ripresentato con testo identico. Pare però che il Ministero della Cultura sia intenzionato a dare parere negativo.

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Dov’è la «Santa Cecilia» di Mengs? L’appello via social del Prado

Andrés Úbeda de los Cobos, cocuratore della monografica su Anton Raphael Mengs che il Museo del Prado presenterà dal prossimo novembre, ha lanciato un appello (anche in italiano) via Instagram chiedendo aiuto per rintracciare un’opera di cui si sono perse le tracce dal 2001. Si tratta di «Santa Cecilia» (ca 1760) esposta per l’ultima volta a Padova 24 anni fa a Palazzo Zabarella («Mengs. La scoperta del Neoclassico», a cura di Steffi Roettgen) come prestito da un collezionista romano. Chiunque avesse informazioni sull’attuale ubicazione dell’opera, che probabilmente è ancora in Italia, o sul collezionista cui apparteneva nel 2001, è invitato a contattare il museo madrileno. La mostra, ha dichiarato Úbeda de los Cobos, è ormai pressoché completa. Manca solo la bellissima «Santa Cecilia».

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Un centro d’arte nuovo a Brooklyn

Il 28 gennaio a Brooklyn è stato inaugurato L10 Arts and Cultural Center, un nuovo spazio al numero 10 di Lafayette Avenue, realizzato grazie a un finanziamento di 84 milioni di dollari della città di New York. L10, che si rivolge alla comunità locale, in particolare ai neri di Brooklyn, mette a disposizione i 6mila metri quadrati su più piani a quattro organizzazioni non profit: il Museum of Contemporary African Diasporan Arts (Mocada), 651 Arts, la Brooklyn Academy of Music (Bam) e la Brooklyn Public Library (Bpl). L10 è la prima sede permanente di 651 Arts, con nuovi spazi per performance e saggi di prova per questo ente dedicato alle arti performative e alla cultura della Diaspora africana. Anche il Mocada ha aperto una galleria e uno spazio per le performance, quintuplicando lo spazio espositivo del museo. Per Bam, una vicina istituzione dedicata al cinema e alle arti visive e performative, L10 aggiunge tre sale cinematografiche e ampi spazi per i suoi archivi. È stata inoltre inaugurata una nuova filiale della Bpl, dedicata specificamente alle arti.

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Recuperate dai Carabinieri e restituite al Convento di Linguaglossa 16 sculture settecentesche

Dopo 41 anni di indagini svolte su tutto il territorio nazionale, i Carabinieri hanno recuperato 16 sculture lignee settecentesche che erano state rubate il 14 luglio 1984 dall’altare maggiore della Chiesa dell’Immacolata nel convento dei padri Cappuccini di Linguaglossa (Ct). Nonostante le ottime condizioni dell’opera, le sculture ora verranno sottoposte a indagini e restauri affidati alla storica dell’arte Carmela Cappa della Soprintendenza di Catania. Autore della composizione è l'intagliatore Pietro Bencivinni da Polizzi Generosa. Originale l’impianto del capolavoro: l’Immacolata è al centro, con san Giuseppe e santi francescani a custodire il Santissimo Sacramento. «Siamo felici e commossi per la nostra comunità, che ha riavuto uno dei gioielli più preziosi del patrimonio artistico, purtroppo privo di salvaguardia in troppe chiese della Sicilia», ha commentato Fra Alfio Nicoloso, vicario dei Frati minori cappuccini di Linguaglossa.

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Le autorità francesi hanno sequestrato opere d’arte moderna russa per oltre 200 milioni di euro

Un tribunale di Parigi ha destinato alla famiglia del collezionista Uthman Khatib 135 dipinti rubati per un valore stimato di oltre 200 milioni di euro.  Le 135 opere sono state sequestrate la scorsa primavera dalle autorità francesi presso il servizio di autenticazione artistica ArtAnalysis, con sede a Parigi, dopo la denuncia di furto da parte dei Khatib di 1.800 opere d’arte delle Avanguardie russe che gli sarebbero state sottratte nel 2019 da un deposito in Germania. La collezione comprende dipinti attribuiti a Casimir Malevic, Vasilij Kandinskij, El Lissitzkij e Natalia Goncharova. Nel 2023, centinaia dei 1.800 in questione erano stati sequestrati a Francoforte, dove i Khatib  lo scorso marzo hanno iniziato una battaglia legale contro il presunto ladro, Mozes Frisch, Un annuncio della sentenza descriveva Frisch come un «criminale russo-israeliano». Ora i Khatib chiedono la restituzione delle opere presuntamente rubate o un risarcimento di 310 milioni di euro. Laurette Thomas, proprietaria di ArtAnalysis, si era associata a Frisch e alla collezionista Olivia Amar per citare in giudizio Khatib e ottenere la restituzione dei dipinti e altri 29,3 milioni di euro di danni, oltre alle spese legali. Al tribunale di Parigi, Thomas, Frisch e Amar avevano affermato che i dipinti presumibilmente rubati appartenevano invece a loro.

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Il Mast Photography on Industry and Work 2025 a Sheida Soleimani

È l’americana Sheida Soleimani (Providence, 1990) la vincitrice dell’ottava edizione del Mast Photography Grant on Industry and Work 2025, scelta dalla giuria tra i cinque finalisti (oltre a Soleimani erano nella shortlist Felicity Hammond, Gosette Lubondo, Silvia Rosi, Kai Wasikowski) che espongono i loro progetti alla mostra del premio, curata da Urs Stahel e visitabile fino al 4 maggio nella Fondazione Mast a Bologna. Il progetto di Soleimani, «Flyways», identifica un mondo, quello umano e naturale, sempre più dominato dalla distruzione: le fotografie dell’artista propongono un doppio livello narrativo con storie di donne legate al movimento di protesta Donna, Vita, Libertà in Iran e le vicende degli uccelli migratori feriti nella collisione con edifici e strutture costruite dall’uomo. Il concorso è dedicato alle tematiche del lavoro e dell’industria (i soggetti delle attività della collezione e delle mostre del Mast), e ha visto partecipare in tutto 42 candidati under 35. 

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I 50 anni «formali» di una istituzione secolare: l’Opificio delle Pietre Dure

Nel 1975, con la legge istitutiva del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, l’antico Opificio ed il Gabinetto Restauri della Soprintendenza vennero riuniti in un’unica entità con il nome di Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di restauro, dando così origine al moderno Istituto. La sua storia origina nel 1588, all’indomani dell’insediamento di Ferdinando I de’ Medici a granduca di Toscana, dopo l’improvvisa (e ancora non completamente chiarita) morte del fratello Francesco. L’Opificio nacque come manifattura di corte specializzata nella lavorazione delle pietre dure, per la creazione di oggetti artistici destinati ad arredare le dimore granducali o a essere offerti in dono. La sua prima sede fu collocata nella «Galleria dei lavori», nel braccio di levante degli Uffizi. La sua esistenza proseguì con successo fino alla fine del XIX secolo, anzi nel 1738 proprio dall’Opificio si staccò un gruppo di intagliatori per andare a Napoli dove, per volere di Carlo III, avrebbe visto la luce il Real Laboratorio delle Pietre Dure di Napoli, poi Manifattura di Capodimonte.

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A Possagno si presentano gli scatti di Aurelio Amendola su Canova acquistati dalla Gypsotheca

Grazie all’avviso pubblico «Strategia fotografia 2024» promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno (Tv) ha acquistato sei opere fotografiche che Aurelio Amendola ha realizzato sul patrimonio canoviano. L’acquisizione sarà presentata domani primo febbraio alle 16 al museo di Possagno dal presidente di Fondazione Canova Massimo Zanetti e dalla direttrice Moira Mascotto in un incontro che vedrà la partecipazione dell’87enne fotografo pistoiese, specializzato nella fotografia di grandi scultori, come Michelangelo, Bernini e, appunto, Canova. Nel suo percorso biografico, Amendola ha potuto collaborare con artisti come Andy Warhol, Marino Marini e Alberto Burri, tutti incontri che hanno segnato la sua carriera.

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I Beni Fai aperti tutto l’anno o a partire da febbraio: un «remind» del Fondo Ambiente Italiano

Il Fai-Fondo Ambiente Italiano ricorda che molti dei suoi Beni in inverno si prendono una pausa per riaprire nella bella stagione dopo le ordinarie manutenzioni, ma che alcuni altri sono aperti tutto l’anno. Tra questi, a titolo di esempio in Lombardia Villa Necchi Campiglio a Milano con le sue iniziative; Villa e Collezione Panza a Varese; Casa Macchi nel borgo di Morazzone, presso Varese, con il suo Emporio; l’abbazia di San Fruttuoso in Liguria, raggiungibile da Camogli (Ge); il Giardino della Kolymbethra, nella Valle dei Templi di Agrigento, in Sicilia. Dal primo febbraio riapre a Bergamo Alta Palazzo Moroni. Dal 14 febbraio a Ospedaletti (Im) la Casa e Collezione Laura; a San Gimignano (Si) Torre e Casa Campatelli; in piazza San Marco a Venezia il Negozio Olivetti; alla Manta, presso Saluzzo (Cn), il Castello della Manta; a Caravino (To), il Castello di Masino; a Casalzuigno (Va) la Villa Della Porta Bozzolo; a Gornate Olona (Va) il Monastero di Torba; a Tremezzina (Co), Villa del Balbianello; nel comune di Valsolda (Co) la Villa Fogazzaro Roi; l’Aula del Simonino a Trento; il Castello di Avio a Sabbionara d’Avio (Tn); la Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (Pd); il Memoriale Brion ad Altivole (Tv); l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce; le Saline Conti Vecchi ad Assemini (Ca).

Redazione, 31 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata