Alessandro Martini
Leggi i suoi articoli* Tra parentesi le percentuali (arrotondate) dello spazio riservato da ciascun programma alle proposte di arte e cultura.
Centrodestra (13%)*
Tutto confermato
Dalla coalizione che, secondo i sondaggi, si appresta a guidare il Paese ci si sarebbe forse aspettati un cambio di passo radicale rispetto a quanto realizzato dal criticatissimo (da loro) ministro Franceschini. E invece nessuna marcia indietro dichiarata, nessuna esplicita discontinuità, nessuna proposta davvero innovativa. È significativo che nella sezione del programma specificamente dedicata alle politiche culturali (la numero 10, dopo infrastrutture, giustizia, fisco, famiglia e natalità, sicurezza e immigrazione...) la cultura sia associata non soltanto al turismo (Ministero di cui, nel governo Draghi, è stato a capo il leghista Massimo Garavaglia) ma anche al «made in Italy». In prospettiva «economicista» massima enfasi quindi sulla «costituzione di reti di impresa del comparto turistico» e sulla promozione internazionale (export) delle «eccellenze italiane», anche con la proposta che gli italiani all’estero (bacino elettorale fin dai tempi di Mirko Tremaglia, ministro per gli italiani nel mondo nel governo Berlusconi I) si facciano «ambasciatori dell’Italia e del made in Italy». Segue un sostegno (generico) ai «grandi eventi» internazionali, alle imprese turistiche balneari (settore su cui sostanzialmente è caduto Draghi) e, molto genericamente, al «patrimonio culturale, artistico, archeologico, materiale e immateriale» e alle professioni culturali. Nella sezione dedicata all’ambiente si esplicita l’impegno contro il dissesto idrogeologico e in particolare la volontà di istituire nuove riserve naturali e di promuovere l’educazione ambientale. Saranno ovviamente da verificare gli strumenti concreti e le coperture finanziarie.
Punto 1. Italia, a pieno titolo parte dell’Europa, dell’Alleanza Atlantica e dell’Occidente
[...] Difesa e promozione delle radici e identità storiche e culturali classiche e giudaico-cristiane dell’Europa.
Punto 2. Riforme istituzionali
[...] Semplificazione del Codice degli appalti.
Punto 10. Made in Italy, cultura e turismo
• Valorizzare la Bellezza dell’Italia nella sua immagine riconosciuta nel mondo.
• Tutela e promozione del made in Italy, con riguardo alla tipicità delle eccellenze italiane.
• Italiani all’estero come ambasciatori dell’Italia e del made in Italy: promozione delle nostre eccellenze e della nostra cultura attraverso le comunità italiane nel mondo.
• Costituzione di reti di impresa del comparto turistico, per la promozione e commercializzazione del settore, anche a livello internazionale. Sostegno al settore dello spettacolo e incentivi per l’organizzazione di eventi a livello nazionale.
• Sostegno alla presenza dell’Italia nei circuiti dei grandi eventi internazionali.
• Tutela della nautica e delle imprese balneari: 8mila km di litorale, 300mila addetti del settore, un patrimonio che va tutelato.
• Tutela e promozione del patrimonio culturale, artistico, archeologico, materiale e immateriale, e valorizzazione delle professionalità culturali che costituiscono il volano economico e identitario italiano.
• Valorizzazione e promozione di un’offerta turistica diversificata.
• Supporto alla digitalizzazione dell’intera filiera del settore turistico e della cultura.
• Contrasto all’esercizio abusivo delle professioni e delle attività del turismo e della cultura.
Punto 12. L’Ambiente, una priorità
• Rispettare e aggiornare gli impegni internazionali assunti dall’Italia per contrastare i cambiamenti climatici. Definizione e attuazione del piano strategico nazionale di economia circolare in grado di ridurre il consumo delle risorse naturali [...].
• Piano straordinario per la tutela e la salvaguardia della qualità delle acque marittime e interne [...].
• Programma straordinario di resilienza delle aree a rischio dissesto idrogeologico con interventi mirati.
• Salvaguardia della biodiversità, anche attraverso l’istituzione di nuove riserve naturali.
• Promozione dell’educazione ambientale e al rispetto della fauna e della flora.
• Rimboschimento e piantumazione di alberi sull’intero territorio nazionale, in particolare nelle zone colpite da incendi o calamità naturali. [...]
Partito Democratico (4%)
Detraibilità, Iva, giovani, Erasmus nazionale e memorie digitali
Dario Franceschini non è soltanto il ministro della Cultura più longevo della storia italiana (dal 2014 alla guida del Mibact, con il Turismo, e dal 2021 del nuovo MiC), ma è anche uno dei massimi esponenti del partito leader della coalizione di centrosinistra. Non stupisce quindi l’ampio spazio dedicato nel programma del Pd ai temi del «ministero economico più importante», come Franceschini ha tenuto a rimarcare nel suo recente libro, un po’ memoriale un po’ manifesto politico, Con la cultura non si mangia? (La nave di Teseo, 2022). Ogni azione proposta è inserita nella più vasta «dimensione pubblica della cultura» (sul tema il Pd tiene a dimostrare una profonda conoscenza e una lunga attenzione, a rischio di una certa prolissità), enfaticamente declinata come «spazio di emancipazione, strumento di socialità e opportunità di crescita personale, contrasto all’illegalità».
Da una parte, il programma sottolinea i risultati raggiunti, dall’ArtBonus (da «ampliare e potenziare») al tax credit, al bonus cultura 18App, e difende con forza alcuni dei passaggi più criticati, come le «selezioni internazionali per la scelta dei direttori» (gli «stranieri» fortemente avversati all’epoca della nomina, nel 2015, con tanto di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato). Propone il «rafforzamento» dei vari Piani nazionali per la lettura, l’arte e l’architettura contemporanea anche nelle «periferie» (sic), per i borghi e il turismo lento. Ma non manca qualche proposta nuova e concreta: nuove «forme di detraibilità» delle spese sostenute per la partecipazione alle attività culturali, abbattimento dell’Iva per i prodotti culturali, un sostegno economico ai consumi culturali dei giovani, reintroduzione del 2x1000 all’associazionismo culturale. Fino a un «Erasmus nazionale» legato ai temi culturali e un Piano («nazionale strategico»...) per la conservazione delle memorie digitali.
Parte II. Conoscere è potere: istruzione, cultura, socializzazione
• È imprescindibile ribadire il ruolo e la funzione della dimensione pubblica della cultura, ridefinire nuove e virtuose forme di coinvolgimento dei privati, valutare le implicazioni e le ricadute che l’approccio imprenditoriale ha sulla gestione culturale e lavorare per una perequazione territoriale dell’offerta culturale. Se la cultura rappresenta uno strumento di condivisione del patrimonio cognitivo e creativo, i luoghi della cultura si configurano come sistema di base della comunità che alimenta una coscienza culturale collettiva e riattiva costantemente dinamiche di aggregazione e inclusione implementando contestualmente la capacità attrattiva del nostro Paese, con le inevitabili e positive ricadute in ambito turistico.
• Vogliamo investire nella cultura come spazio di emancipazione, strumento di socialità e opportunità di crescita personale, contrasto all’illegalità. Vogliamo potenziare l’offerta culturale nelle periferie delle città metropolitane e nelle aree ad alta marginalità sociale, attraverso progetti che coniughino inclusione sociale, riequilibrio territoriale, tutela occupazionale e valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale. Anche il sistema museale nazionale va rafforzato attraverso una strategia che incrementi gli istituti autonomi e valorizzi i musei delle aree interne, anche con il ricorso a prestiti pluriennali di opere d’arte dei depositi dei grandi musei. Il ricorso a selezioni internazionali per la scelta dei direttori di musei e parchi archeologici statali si è dimostrata una strategia di successo, anche per l’internazionalizzazione del nostro patrimonio culturale, che deve continuare. Vogliamo promuovere la completa digitalizzazione del patrimonio culturale. Vogliamo sostenere il settore dello spettacolo dal vivo e l’industria cinematografica e audiovisiva italiana attraverso il rafforzamento del sistema di finanziamento pubblico dei comparti e forti incentivi per i giovani autori e le nuove produzioni, il potenziamento del tax credit, il sostegno alle coproduzioni internazionali, la salvaguardia e rilancio delle sale cinematografiche e teatrali, il riconoscimento della funzione culturale dei locali di musica live. Vogliamo ampliare e potenziare l’ArtBonus.
• Proponiamo forme di detraibilità delle spese sostenute per la partecipazione alle attività culturali, l’abbattimento dell’Iva per i prodotti culturali e un sostegno economico ai consumi culturali dei giovani oltre alla conferma del bonus cultura 18App. Proponiamo infine la reintroduzione strutturale del 2x1000 all’associazionismo culturale.
• Riguardo invece all’editoria, serve una nuova legge di settore per sostenere tutti i soggetti della filiera: case editrici, librerie, distributori, traduttori, autori e autrici tra cui anche illustratori e fumettisti. Occorre rafforzare il Piano nazionale per la promozione della lettura, favorendo virtuose sinergie tra reti di scuole, biblioteche, archivi e luoghi della cultura e potenziare il Centro per il libro e la lettura e l’investimento sulla Capitale italiana del libro. [...]
• Sull’arte e l’architettura contemporanea proponiamo il potenziamento del Piano per l’arte contemporanea, sostegno per l’acquisizione, la produzione e la valorizzazione delle opere e l’incremento delle collezioni pubbliche, il riconoscimento giuridico delle professionalità delle arti visive, il sostegno alla committenza artistica anche attraverso nuovi incentivi fiscali e un Piano nazionale per l’architettura contemporanea, oltre a una nuova legge di settore.
• Ci impegniamo a rafforzare la presenza delle arti nei contesti scolastici attraverso «spazi e tempi terzi», a promuovere un «Erasmus nazionale» legato ai temi culturali e un Piano nazionale strategico per la conservazione delle memorie digitali. Ci impegniamo a promuovere la lingua italiana, oggi tra le più parlate al mondo, anche attraverso strumenti e prodotti innovativi.
• Vogliamo sostenere un Piano nazionale per il recupero e il rilancio dei Borghi italiani, contrastando lo spopolamento delle aree interne e prevedendo: esenzioni fiscali per le attività commerciali nei piccoli Comuni; riqualificazione in chiave sostenibile dell’edilizia rurale storica; potenziamento del Piano nazionale Grandi progetti beni culturali; promozione internazionale della Capitale italiana della Cultura. Questo permetterà di arricchire l’offerta di turismo culturale, la promozione di forme di turismo lento in chiave sostenibile, favorendo esperienze di viaggio innovative, come nel caso dei treni storici ad alta panoramicità. Rientra in questa logica anche il potenziamento dell’offerta culturale nelle periferie delle città metropolitane con progetti di inclusione sociale, riequilibrio territoriale e tutela occupazionale e di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale attraverso le arti performative e le arti visive. [...]
Movimento 5 Stelle (0,6%)
Fin troppo sintetico, fin troppo ovvio
Si presenta (anche dal punto di vista della comunicazione grafica) come il programma più sintetico e incisivo, grazie a pochi ed espliciti punti. Certo, davvero pochi. Basti dire che l’intera questione del patrimonio culturale e artistico è contenuta nella sezione anche in questo caso significativamente intitolata «Dalla parte del turismo» (mentre proprio il turismo era stato temporaneamente scorporato dai Beni culturali su iniziativa di Alberto Bonisoli, ministro nel 2018-19 in quota M5S).
Al primo punto si propone una piattaforma per favorire l’incontro tra richiesta e offerta, certo meritoria. Si chiede poi un altrettanto meritorio (e immaginiamo ampiamente condiviso, almeno a parole) piano di assunzione di nuovo personale per il Ministero e le sue Soprintendenze. Infine, si propongono «Misure di protezioni e valorizzazione del patrimonio culturale italiano». Da una forza politica che si presenta per cambiare e rivoluzionare il «sistema», ci si sarebbero aspettate proposte più strutturate e una maggior capacità argomentativa.
Dalla parte dei lavoratori e del welfare [...] Stop a stage e tirocini gratuiti. Stage e tirocini non possono essere strumento di sfruttamento della manodopera. Prevedere pertanto un compenso minimo per i tirocinanti e il riconoscimento del periodo di tirocinio ai fini pensionistici. [...]
Dalla parte dell’ambiente [...] Completamento della carta geologica per mappare il territorio e prevenire i dissesti idrogeologici. [...]
Dalla parte del turismo: per valorizzare il nostro patrimonio culturale e artistico
• Istituzione di una piattaforma per l’incontro tra i bisogni dei turisti e l’offerta del territorio italiano, utile a incrementare la capacità di vendita di prodotti e servizi anche delle Pmi [Piccole e medie imprese, Ndr] agricole e artigiane.
• Piano pubblico di assunzioni per superare il grave sottodimensionamento del Ministero dei Beni culturali [Ministero della Cultura, Ndr] e delle sue istituzioni periferiche. q Freno alle esternalizzazioni e contrasto all’uso distorto del volontariato e dei lavoratori della cultura.
• Misure di protezioni e valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
Azione-Italia Viva (5,5%)
Tante proposte per mostrarsi concreti: carnet gratuiti e turismo centralizzato
Calenda e Renzi sfidano il Pd (in casa) anche sui temi culturali, e lo fanno in parte adottandone la minuziosa attenzione al contesto generale e ai minimi dettagli. Il risultato è un programma lungo, articolato, forse poco leggibile ma con qualche proposta sicuramente nuova e potenzialmente innovativa. A partire dal progetto di «raddoppiare ogni donazione per la cultura effettuata dai privati con fondi pubblici»: comporterebbe una vera e fattiva collaborazione tra due settori troppo spesso considerati alternativi se non antagonisti.
Altro tema qualificante è l’attenzione alla lettura e alla filiera della carta stampata, comprese le librerie da trasformare in «luoghi di incontro e di comunità». A rendere l’impegno tanto arduo quanto importante è il fatto che «quasi il 60% della popolazione, dai 6 anni in poi, legge meno di un libro l’anno». Quindi, finanziamenti per le librerie impegnate nell’avvio alla lettura dei bambini. Con l’obiettivo di contrastare gli ormai strutturali impedimenti all’accesso a una cultura davvero «per tutti», e a vantaggio delle «fasce deboli», si propone un carnet di ingressi gratuiti a teatri, mostre e musei.
Una buona idea (e da gestire bene) così come quella di consentire (imporre?) a tutti i cittadini tra i 18 e i 25 anni a visitare gratuitamente la «Capitale d’Italia», «sponsorizzati dal Governo». Il programma conferma alcune iniziative del precedente ministro come l’ArtBonus, ma da snellire nei suoi «adempimenti burocratici», e il tax credit per il settore cinematografico e audiovisivo, seppur con «essenziali correzioni».
Infine, si propongono nuovi finanziamenti pubblici per giornali e riviste di informazione (attraverso quote del canone Rai) e detrazioni fiscali per gli under 40 che puntano a creare «nuove realtà imprenditoriali nel comparto culturale». Contro la frammentazione dell’offerta turistica e a vantaggio di «una politica di sistema» arriva la proposta (potenzialmente rivoluzionaria) di riportare sotto la regia unica dello Stato il comparto turistico, abolendo il potere di veto regionale introdotto nel 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione. Molto opportuna, infine, l’attenzione dedicata alla formazione dei professionisti in ambito turistico, con un incentivo ad esempio all’insegnamento delle lingue straniere nelle scuole superiori e negli istituti tecnici alberghieri.
Punto «Cultura, turismo e sport»
Cultura L’Italia è il penultimo Paese in Ue per partecipazione ad attività culturali: meno di un italiano su due frequenta musei, teatri, concerti o mostre. Quasi il 60% della popolazione, dai 6 anni in poi, legge meno di un libro l’anno. L’Italia ha nella sua cultura le vere radici della civiltà occidentale e per questo deve essere veicolo di trasmissione e socializzazione tra generazioni e ceti sociali. In questa chiave abbiamo formulato le nostre proposte. Per riavvicinare gli italiani alla lettura vogliamo valorizzare e rendere le librerie dei luoghi di incontro e di comunità. Inoltre, essendo il paesaggio italiano una manifestazione culturale a cielo aperto, il nesso tra cultura e turismo è molto stretto, per questo a completamento di queste proposte abbiamo dedicato una pagina del programma al turismo.
1. Raddoppiare ogni donazione per la cultura effettuata dai privati con fondi pubblici. Proponiamo un sistema di doppio finanziamento: ogni donazione fatta da un privato a un ente culturale sarà replicata dal pubblico. Questo sistema dà un incentivo concreto ai luoghi della cultura per attrarre nuovi finanziamenti privati in quanto i loro singoli contributi avrebbero un impatto doppio.
2. Facilitare l’accesso ai luoghi della cultura tramite un carnet con 10 ingressi gratuiti. La popolazione con Isee inferiore ai 15mila euro avrà accesso a un carnet di 10 ingressi gratuiti per teatri, mostre, gallerie d’arte, musei, siti archeologici e altri luoghi d’arte.
3. Sponsorizzare gemellaggi tra scuole e istituti culturali. Per avvicinare maggiormente gli studenti italiani al mondo dell’arte, proponiamo di gemellare ogni istituto scolastico a un istituto culturale. La collaborazione permetterà di organizzare laboratori ed eventi come, ad esempio, incontri tra studenti e artisti, cine club e approfondimenti tematici.
4. Far conoscere la Capitale d’Italia tramite un viaggio gratis per tutti gli under 25. Il patrimonio storico culturale di Roma è patrimonio di tutto il Paese, per questo tutti i giovani devono avervi accesso. Per questa ragione, vogliamo dare a tutti i giovani tra i 18 e i 25 anni l’opportunità di recarsi nella Capitale d’Italia con un viaggio sponsorizzato dal Governo. Proponiamo di offrire un viaggio in treno, 2 notti in ostello vincolate alla visita di siti archeologici, musei e gallerie d’arte.
5. Finanziare le librerie che organizzano corsi di lettura. Per avvicinare gli italiani alla lettura, proponiamo di finanziare le librerie che offrono corsi di avvio alla lettura per bambini. In questo modo si potenzia anche il ruolo delle librerie come luogo di scambio e di formazione. Saranno sostenuti anche i librai che avvieranno collaborazioni con le scuole primarie per queste attività durante le ore del tempo lungo scolastico.
6. Finanziare la carta stampata. I mezzi di diffusione della cultura su carta stampata sono sempre meno utilizzati. Per non far scomparire giornali e riviste di informazione, proponiamo di destinare loro la quota del canone Rai che attualmente viene trattenuta dal Ministero dell’Economia.
7. Potenziare il mecenatismo culturale. Vogliamo che il sostegno privato alla cultura sia semplice e conveniente. L’ArtBonus, il mezzo di finanziamento al settore da parte di imprese, deve essere reso più semplice negli adempimenti burocratici.
8. Crediti di imposta per il settore cinematografico e audiovisivo. Il tax credit è un utile strumento di sostegno al settore dell’audiovisivo, tuttavia necessita di alcune essenziali correzioni. Bisogna riformare i criteri di erogazione in modo da scongiurare una logica di finanziamento a pioggia e una partecipazione pretestuosa e poco strategica. Il tax credit deve favorire la nascita di progetti ambiziosi e, insieme, la valorizzazione di attori con una comprovata esperienza per rafforzare l’assetto industriale del settore.
9. Potenziare gli istituti italiani di cultura all’estero. Vogliamo che gli istituti italiani di cultura all’estero aiutino le energie creative del nostro Paese a esprimersi in territorio globale. Valorizzare gli istituti italiani di cultura significa rafforzare le relazioni produttive e offrire agli attori della cultura italiana le basi di una carriera internazionale. In un mondo sempre più globalizzato, gli istituti italiani di cultura all’estero devono puntare alla promozione di tutto il settore cultura, facendo rete con le realtà omologhe, favorendo gli scambi e le partnership industriali, ampliando il mercato italiano e permettendone una maggiore incisività.
10. Start up e giovani. Intendiamo favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro culturale attraverso una politica di detrazioni fiscali per gli under 40 che puntano a creare nuove realtà imprenditoriali nel comparto. Generare un sistema che tuteli il lavoro delle nuove leve, favorendone le idee, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica.
11. Verso il pubblico del domani. Per potenziare il consumo culturale, oltre a una politica di sostegno che si concentri sull’offerta, è necessario favorire alla base lo sviluppo di una domanda. Le politiche di promozione della cultura sono a oggi frammentarie. Per favorire l’accesso alla cultura da parte dei più giovani, proponiamo di istituire un fondo unico che raccolga tutti i capitoli di finanziamento già esistenti (per la promozione della lettura, del cinema, dell’arte, della musica e degli spettacoli dal vivo) con l’obiettivo di garantire iniziative programmatiche, in modo da ridurre le differenze fra le realtà scolastiche dei territori e arricchire strutturalmente l’offerta formativa.
12. Lo spettacolo dal vivo. Nei due anni di fermo dovuti alla pandemia, le attività culturali degli spettacoli dal vivo (teatro, musica, danza, circo e spettacolo viaggiante) sono state costrette a ingenti perdite. Per tutelarle, proponiamo di potenziare il Fondo unico dello spettacolo e, in particolare, di incentivare i progetti multidisciplinari e le attività trasversali dedicate alle scuole in modo da creare un meccanismo di scambio virtuoso con il settore di promozione della cultura.
13. La cultura come presidio di civiltà. Vogliamo dare impulso alle realtà imprenditoriali che si occupano della rigenerazione delle aree interne e rurali, cioè quelle porzioni di territorio presenti in tutta Italia che soffrono di un impoverimento demografico, dell’assenza di capitale umano e di mancate occasioni di scambio e di confronto. Allo stesso tempo, intendiamo favorire e sostenere l’attività dei soggetti culturali che operano nelle carceri italiane. La cultura resta il nostro più importante presidio di civiltà e ha bisogno di un forte investimento.
Turismo Il turismo è stato uno dei settori maggiormente colpiti durante la pandemia. Dal 2019 al 2021 il suo contributo al Pil italiano è diminuito di oltre il 16%. Le nostre proposte hanno l’obiettivo di rafforzare questo settore con interventi di breve e medio periodo.
1. Armonizzare l’offerta turistica a livello nazionale attribuendo la competenza allo Stato. Prima che il Titolo V della Costituzione fosse riformato nel 2001, la potestà legislativa regionale in materia di turismo veniva esercitata nei limiti dei princìpi stabiliti dalle leggi dello Stato. Il quadro legislativo attuale invece lascia a ogni Regione il potere di veto su qualsiasi tentativo di armonizzazione e frammenta l’offerta turistica nazionale. Per dotare il Paese degli strumenti istituzionali necessari allo sviluppo di una politica di sistema occorre ri-centralizzare la competenza del turismo.
2. Ridurre la pressione fiscale in capo alle imprese del settore. Per alleggerire la pressione fiscale a carico delle imprese turistiche occorre: • commisurare la Tari al numero di giorni in cui la struttura è aperta e al tasso di occupazione; • sostenere la qualità dell’attività di ricezione e ospitalità con incentivi per la riqualificazione delle strutture, parallelamente a una troppo spesso rinviata definizione della classificazione nazionale delle stesse.
3. Investire sul turismo ferroviario. Il Pnrr prevede il potenziamento delle linee ferroviarie in Italia: si potranno raggiungere territori interni e meno conosciuti con il treno. È necessario che il Ministero del Turismo promuova, per valorizzare i territori coinvolti, percorsi culturali in collaborazione con le aziende della rete ferroviaria: i biglietti dei treni per effettuare i percorsi saranno venduti in pacchetti a prezzo agevolato.
4. Gestione delle emergenze. Le calamità naturali, oltre ad infliggere danni a persone e strutture, riducono i flussi turistici nelle zone interessate dall’emergenza. Al fine di mitigare gli effetti negativi di tali calamità e migliorare le capacità di gestione delle emergenze, proponiamo di:
• istituire misure per tutelare il reddito di imprese e lavoratori stagionali colpiti dai danni;
• predisporre strumenti di comunicazione immediata volti alla trasmissione di informazioni corrette e al rilancio dell’immagine turistica delle destinazioni colpite;
• definire una convenzione tra il sistema di protezione civile e le organizzazioni di categoria per migliorare l’organizzazione dell’accoglienza di chi rimane privo di alloggio.
5. Potenziare la formazione turistica. L’attuale formazione turistica di scuole superiori ed istituti tecnici alberghieri non è adeguata al posizionamento turistico dell’Italia e all’offerta di qualità a cui ambisce. Proponiamo quindi di:
• rivedere i programmi degli istituti professionali in funzione delle esigenze del settore, mettendo, per esempio, maggiore enfasi sulle lingue straniere;
• realizzare una scuola specializzata con corsi universitari dedicati alla formazione di direttori e manager del turismo.
Alleanza Verdi-Sinistra (5%)
Tetti foltovoltaici e vietato vendere tutto
L’alleanza che si presenterà in coalizione con il Pd enfatizza i temi suoi propri, con una specifica attenzione alle energie rinnovabili e alla tutela del territorio. La proposta di estendere il fotovoltaico «sopra ogni tetto» (così come sinteticamente formulata) potrebbe confliggere con alcune scelte di tutela del patrimonio culturale, in particolare dei centri storici e dei beni paesaggistici. Molto significativa e radicale, e da convalidare in termini sia di sostenibilità economica sia di fruizione alternativa del patrimonio urbano dismesso, è la richiesta di blocco delle vendite dei beni demaniali, che in anni recenti ha interessato tra l’altro numerose caserme inutilizzate.
Punto «L’Italia rinnovabile e green». [...] 3. Fotovoltaico sopra ogni tetto. Raggiungere per il fabbisogno elettrico 80% di penetrazione rinnovabile al 2030 e quasi 100% al 2035. [...] 11. Lottare contro l’erosione e il dissesto idrogeologico nei bacini idrografici forestali e tutelare le foreste che proteggono e alimentano le risorse idriche. [...]
Punto «L’Italia della bellezza». [...] 43. Diciamo no alla privatizzazione della Città e dei Beni Comuni, che arricchiscono le multinazionali e producono maggiori costi al cittadino. [...] 44. Proponiamo che venga bloccato l’articolo 6 del Decreto Concorrenza e riviste le «Cartolarizzazioni» che mettono in vendita i beni bemaniali (fra i quali caserme, abbazie, castelli). 45. Una legge per fermare il consumo di suolo. Proponiamo quindi che venga data piena attuazione all’art. 9 della Costituzione, proteggendo il paesaggio e i suoi elementi costitutivi dal cemento e dall’asfalto e dall’inutile consumo di suolo.
Il Totoministro
40 nomi suggeriti da 16 esperti del mondo dell’arte
Sperimentati • Massimo Bray • Umberto Croppi • Dario Franceschini • Giuliano Volpe
Fuori dagli schemi • Nicola Lagioia • Michelangelo Pistoletto • Maurizio Serra • Francesco Vezzoli, Anna Coliva, Jovanotti (triunvirato) • Martina Testa • Lorenzo Sassoli de Bianchi
Tecnici • Alberto Barbera • Gabriella Belli • Vincenzo de Bellis • Claudia Ferrazzi • Arturo Galansino • Fabiola Gianotti • Marco Magnifico • Anna Mattirolo • Giorgio Parisi • Pietro Petraroia • Pier Luigi Sacco • Lorenzo Sassoli de Bianchi • Elisabetta Sgarbi
Schierati • Roberto Balzani • Luca Beatrice • Claudio Borghi • Lucia Borgonzoni • Antonio Decaro • Francesco Giubilei • Andrea Gnassi • Ignazio La Russa • Andrea Mascetti • Dario Nardella • Roberto Rampi • Filippo Rossi • Tommaso Sacchi • Alberto Samonà • Vittorio Sgarbi
I nomi sono stati suggeriti da Lorenzo Balbi, Luca Beatrice, Pietrangelo Buttafuoco, Laura Cherubini, Carolyn Christov-Bakargiev, Vincenzo de Bellis, Giacinto Di Pietrantonio, Andrea Fustinoni, Lorenzo Giusti, Nicola Lagioia, Tiziana Maffei, Daniele Manacorda, Gianfranco Maraniello, Alessandro Morandotti, Andrea Sirio Ortolani, Davide Quadrio, Cristiana Perrella
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Nel suo ultimo saggio, il giornalista denuncia la sostanziale indifferenza della politica per la cultura. Mostre solo per staccare biglietti e un’esibizione di attivismo fine a sé stesso, per far dimenticare che al Ministero mancano 8.320 specialisti su 19.073
Dopo la riconfigurazione della pittura del Seicento, della Galleria Archeologica, del Settecento, della Collezione Gualino, delle ceramiche Lenci, ora, al secondo piano della Galleria Sabauda di Torino, è la volta della collezione del principe Eugenio