Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliUn inedito confronto tra due artisti inglesi contemporanei: Brian Eno (Woodbridge, 1948) e David Tremlett (St Austell, Cornovaglia, 1945). È la mostra che il prossimo 5 settembre inaugura la stagione autunnale della Galleria Michela Rizzo alla Giudecca, che ha già esposto entrambi gli artisti, ma mai insieme. Eno con la sua anima musicale, padre della musica ambient, e Tremlett con il suo spaziare tra arte e architettura, artista di esterni e di interni.
Per l’appuntamento veneziano Tremlett ha realizzato un wall drawing site specific su un’intera sala della galleria, sfruttandone le importanti altezze con figure geometriche virate sulla gradazione di grigi e di ocra: toni smorzati, dunque. Il colore squillante dei rossi, blu e verdi è riservato ai lavori su carta e alle serigrafie.
Imitato in questo da Eno con la produzione di light box caratterizzati da vibranti colori rossi, verdi e celesti, sculture tridimensionali con il richiamo al tema dell’ambiente animate da tracce sonore inedite.
Di Brian Eno figurano anche gli «Speaker’s Flowers», fiori dotati di parola o meglio di musica. Poco importa che abbiano la forma di schematici microfoni o quella più naturalistica di piante che si innalzano dal pavimento. Se gli stili sono differenti, a unire i due artisti è lo stesso approccio esistenziale: la convinzione che la creatività trovi le sue radici nella lentezza, unico modo per scoprire risorse altrimenti poco visibili.
Una lezione provvidenziale in tempi segnati dall’epidemia di Coronavirus che ha costretto tutti a fermarsi, a cancellare eventi, a incontri virtuali. Ora è il tempo di ricominciare e di reinventare, partendo proprio dalla lezione di due grandi maestri.
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