Il Musée Rodin presenta l’opera di Barbara Hepworth (1903-75), una delle maggiori scultrici britanniche degli anni ’30 che ruppe con la tradizione di Rodin per reinventare una scultura astratta modernista sulla scia di Constantin Brancusi e del suo «directing carving», la scultura diretta, che dal 1906 crea l’opera finita a partire dalla materia e non da un precedente modello.
La Tate di Londra organizzò una grande retrospettiva della Hepworth nel 2015, favorendo la riscoperta di questa artista che, insieme al contemporaneo Henry Moore, riscrisse la storia della scultura del XX secolo.
Per la retrospettiva in programma dal 5 novembre al 22 marzo il Musée Rodin si è avvalso della collaborazione e dei prestiti del museo londinese. Sara Matson, conservatrice alla Tate, ha curato la mostra al fianco di Catherine Chevillot, direttrice del Musée Rodin.
Tutta l’opera di Barbara Hepworth trae ispirazione dalla natura, dalle colline e dai paesaggi marini della Cornovaglia, dove viveva con il marito, il pittore Ben Nicholson, ed è caratterizzata dall’armonico gioco delle forme e da un’alternanza di convesso e concavo, vuoto e pieno, luci e ombre.
La mostra ripercorre tutta la carriera con sculture emblematiche, come «Pelagos» del 1946 e «Single form» del 1937, foto d’archivio e disegni.
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