Michela Moro
Leggi i suoi articoli«Imprenditrici ad arte» è una rubrica di approfondimento che celebra la figura dell’imprenditrice in ambito artistico e nasce in dialogo con il Premio Diana Bracco – Imprenditrici ad arte che la Fondazione Bracco in collaborazione con la Fondazione Roberto de Silva e Diana Bracco di Milano promuovono in occasione della trentesima edizione di Artissima. Il Premio valorizza la figura della gallerista e le storie imprenditoriali che stanno dietro alla capacità di coniugare la crescita commerciale nel mercato dell’arte con una forte elaborazione culturale declinata nella promozione e nel sostegno ai giovani artisti. La rubrica, nata in collaborazione con «Il Giornale dell’Arte», racconterà, grazie all’alternarsi di 5 voci femminili, storie di vita e di carriera, di passione e di ricerca e sarà l’occasione per conoscere la giuria d’eccezione del Premio, composta da Isabella Bortolozzi, fondatrice della Galerie Isabella Bortolozzi di Berlino, Eva Elisa Fabbris, direttrice del Museo Madre di Napoli e due figure di spicco nel panorama del collezionismo internazionale quali Valeria Napoleone e Mia Rigo Saitta, la sua promotrice e sostenitrice Diana Bracco, oltre alla stessa gallerista che sarà selezionata.
Risponde
CARLA CHIARCHIARO
gallerista vincitrice, galleria ADA (Roma)
È Carla Chiarchiaro, fondatrice della galleria ADA, Roma, la vincitrice della prima edizione del Premio Diana Bracco – Imprenditrici ad arte, promosso da Fondazione Bracco in collaborazione con la Fondazione Roberto de Silva e Diana Bracco di Milano e assegnato oggi ad Artissima. La giuria, composta da Isabella Bortolozzi, fondatrice della Galerie Isabella Bortolozzi, Berlino; Eva Elisa Fabbris, direttrice del Museo Madre, Napoli; Valeria Napoleone, collezionista, Londra; Mia Rigo Saitta, collezionista, Ginevra, non ha avuto dubbi nelle motivazioni, espresse unanimamente: «Carla Chiarchiaro si distingue come gallerista e come abile imprenditrice di relazioni umane e finanziarie, ha creato un ambiente in cui gli artisti non solo espongono le loro opere ma collaborano e condividono esperienze, incoraggiando l’amicizia e la crescita reciproca. La sua capacità di attirare talenti e collezionisti di arte contemporanea ha trasformato la galleria in un vivace punto di riferimento. Siamo certe che il premio sarà investito saggiamente, esplorando nuove opportunità»
Ovviamente felice la vincitrice, per una giovane galleria diecimila euro sono una cifra che permette, ad esempio, di guardare alle spese di una fiera con più serenità. Giovane la galleria ADA, nata nel 2017 come spazio a progetto per artisti italiani e situato vicino a Villa Ada a Roma, già nel 2018 è diventata una galleria a Trastevere, pur mantenendo il nome originale. «Volevo creare qualcosa di stabile, che mi permettesse di affrontare un percorso di crescita più solido e condiviso con i miei artist», dice la quarantenne Carla, con alle spalle un Master in Mercato dell’Arte Contemporanea a Madrid e una lunga esperienza in gallerie di arte contemporanea come Federica Schiavo e Frutta, tra le altre. «Credo sia stato premiato lo sforzo di ricerca rispetto al lavoro, il mettere in dialogo artisti che hanno in comune uno stesso humus culturale e la volontà di creare una comunità artistica intorno alla galleria».
Quando ha aperto non la spaventava il salto nella realtà commerciale, anzi. «Avevo una visione molto precisa sulla direzione in cui andare per quanto riguardava l’arte. Per ottenere dei risultati sapevo inoltre che bisognava uscire dalla mentalità ‘si può avere una galleria e non guadagnare’: una galleria significa lavoro professionale e affermazione sul mercato, potendo reinvestire in nuovi progetti e produzioni più impegnative. Una galleria ha costi vivi e profitti nel lungo termine, bisogna saper investire nelle cose giuste, ricordando sempre che c’è un grande investimento di partenza senza un ritorno immediato».
Il premio Bracco è nella sua missione declinato al femminile. Si è mai sentita discriminata nel mondo dell’arte, come nuova presenza sulla scena?
Non veramente, non ho patito differenze di genere, sono stata poco discriminata, ma quello che sento come donna è un peso mentale maggiore, è una grande responsabilità e un lavoro che ti assorbe totalmente, influenzando anche la vita di coppia. Per fortuna il mio compagno non è soltanto molto comprensivo, ma anche un grande aiuto quando c’è bisogno. Quello che avrei voluto avere di più in certi frangenti sarebbe stato un maggior potere contrattuale. (Gli artisti rappresentati dalla galleria sono italiani, francesi, polacchi, ucraini, tre uomini e quattro donne: Jacopo Belloni, Benni Bosetto, Gaia Di Lorenzo, Diego Gualandris, Lou Masduraud, Andrea Mauti, Anna Perach, Ksenia Perek Ndr). È stata una scelta naturale, di pratiche artistiche e di lavoro, spesso partendo da un medium complesso come la scultura, che si declina poi in modi molto diversi, arrivando alla performance e poi anche alla pittura.
In fiera ad Artissima lo stand di ADA, in mezzo a tanta pittura, propone le sculture in bronzo di Belloni e quelle di organza e seta di Masduraud che dialogano tra loro con pezzi tutti provenienti da istituzioni internazionali. Un vostro punto di forza?
Siamo stati in grado di far diventare la galleria un punto di ritrovo non solo per gli artisti, ma anche per tanti collezionisti che si sono incontrati e hanno adesso rapporti molto amichevoli, siamo un luogo e una comunità di persone legati dall’interesse comune per l’arte contemporanea.
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