Gareth Harris
Leggi i suoi articoliUn organismo consultivo dell’Unesco ha sollecitato il British Museum a riconsiderare la sua posizione in merito ai marmi del Partenone. Sono le parole del ministro della Cultura greco Lina Mendoni a riaccendere l’annoso dibattito sulla riunificazione delle opere che si trovano nell’istituzione londinese dall’inizio del XIX secolo. L’occasione si è presentata nel corso della 22esima sessione dell’Intergovernmental Committee for Promoting the Return of Cultural Property (Icprcp) riunitosi recentemente a Parigi.
Mendoni ha dichiarato al Greek City Times che: «Il comitato [dell’Unesco] chiede con urgenza al Regno Unito di rivedere la sua posizione e di avviare una discussione con la Grecia, riconoscendo che la questione è di natura intergovernativa, in contrasto con le affermazioni della parte britannica che rimanda la questione al British Museum, e soprattutto che la Grecia ha una rivendicazione valida e legale per chiedere la restituzione delle sculture al loro luogo di nascita». Ha anche affermato che la commissione ha fatto presente le «cattive condizioni di esposizione in cui le sculture sono conservate nel museo londinese».
In agosto infatti, le infiltrazioni d’acqua nelle gallerie di arte greca del British Museum hanno ritardato la riapertura di sette gallerie, marmi del Partenone compresi (al momento hanno riaperto le gallerie 12, 13 e 14, mentre le restanti, dalla 15 alla 18, sono ancora chiuse e l’apertura è prevista in autunno inoltrato). «Non è compito dell’Unesco commentare una decisione di uno dei suoi organi consultivi intergovernativi. Le decisioni della 22esima sessione dell’Icprcp saranno pubblicate durante il mese di ottobre», aggiunge una portavoce dell’Unesco.
Le statue del V secolo a.C. sono ospitate nel British Museum dal 1816, dopo essere state rimosse dal tempio del Partenone sull’Acropoli di Atene dal nobile scozzese Lord Elgin, allora ambasciatore presso la corte ottomana. Secondo i fiduciari del British Museum Lord Elgin ha agito con cognizione e il permesso delle autorità legali dell’epoca, sia ad Atene che a Londra. E aggiungono: «Le sculture esposte a Londra trasmettono un enorme beneficio pubblico come parte della collezione mondiale del museo».
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