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«Te Bourao II» (1897) di Paul Gauguin da Artcurial con una stima di 5-7 milioni di euro. © Artcurial

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«Te Bourao II» (1897) di Paul Gauguin da Artcurial con una stima di 5-7 milioni di euro. © Artcurial

Sei aste in tre giorni a Parigi

A dicembre spiccano Gauguin, Shiraga, Haring, De Staël, Soulages e Dubuffet

Luana De Micco

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Le aste parigine d’arte moderna e contemporanea di dicembre si aprono su un’opera di Paul Gauguin che arriva per la prima volta sul mercato: si tratta di «Te Bourao II» (1897), che viene battuta il 3 da Artcurial partendo da una stima di 5-7 milioni di euro.

La tela, esposta al Met di New York dal 2007 al 2017, è l’unica ancora in mani private del ciclo tahitiano di 9 dipinti che Gauguin inviò a Parigi per la mostra alla galleria Ambroise Vollard nel 1898.

Christie’s (aste il 3 e 4) continua a disperdere la collezione di Ieoh Ming Pei, architetto della Piramide di vetro del Louvre morto lo scorso maggio: dopo le vendite di New York e Hong Kong a novembre, sono ora proposte tre opere di Jean Dubuffet, tra cui «La Brouette» del 1964 (350-550mila).

Tra i lotti centrali della vendita: una tela rossa a quattro tagli di Lucio Fontana del 1965, «Concetto spaziale. Attese» (800mila-1,2 milioni); una grande tela di Georges Mathieu (200x400 cm), «Hugus de Payens fonde l’ordre du Temple en 1118» (1958), appartenuta a Gianni Agnelli (800mila-1,2 milioni); e una tela in bianco e nero di Keith Haring, «Untitled» (1988), stimata 2-3 milioni di euro.

Nel 2018 sono stati gli artisti asiatici a realizzare i risultati più elevati nelle aste di Parigi. Dopo il record dello scorso anno per «Takao» di Kazuo Shiraga, venduto per 8,7 milioni di euro, Sotheby’s (aste il 4 e 5) propone ora una nuova monumentale composizione dell’artista giapponese, «Tentaisei Studio» (1960). La tela appartiene alla «Water Margin series», ispirata all’epopea della tradizione cinese, ed è stimata 5-7 milioni di euro.

La maison disperde anche una tela di Soulages del ’54, «Peinture 97x147 cm, février 1954», esposta a Chicago quell’anno (2,5-3,5 milioni), e una tela della famosa serie «Agrigente» che Nicolas De Staël realizzò nel 1953-54 e fu esposta a New York da Pierre Rosenberg (2-3 milioni).

Tre le opere di Dubuffet che saranno disperse, tra cui «Rue Boissy d’Anglas (au Boudin Mystique)» dell’iconica serie «Paris Circus» (2-3 milioni). La maison segnala anche una composizione «Sans titre» (1958) di Zao Wou-Ki (1,6-2,7 milioni) e una «Head» (1948-49) di Francis Bacon (1,3-1,8 milioni).

Il 3 dicembre si tiene anche una vendita da Piasa con opere di esponenti del Nouveau Réalisme e della Figurazione libera, in particolare di César, Arman e Robert Combas. Di César sono un’«Expansion verre brulé» (1967), esposta al Centre Pompidou nella retrospettiva del 2017-18 e stimata 30-40mila euro, e una «Compression de couverts» del 1975 ca (35-45mila).

Di Arman è un’«accumulazione» di bobine nella resina, «Sans titre» (1970), stimata 40-60mila euro. Di Combas, la tela «Les triangles rigolent, chient et pissent» (1981-82), stimata 40-60mila euro. In catalogo anche lavori di Jacques Monory (50-70mila) e di Claude Viallat (40-60mila).

«Te Bourao II» (1897) di Paul Gauguin da Artcurial con una stima di 5-7 milioni di euro. © Artcurial

Luana De Micco, 03 dicembre 2019 | © Riproduzione riservata

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