Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliAccessibilità, fisica e cognitiva, ed efficientamento energetico: ecco gli obiettivi che la Direzione generale Musei, nell’ambito di Next Generation Eu, progetto finanziato dall’Unione Europea, si prefigge di raggiungere entro il 2026. Il pacchetto Next Generation Eu, 750 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti, vede come strumento di attuazione il Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza (Pnrr), un piano di riforme e investimenti avviato dal 2021. Tre sono gli assi strategici del Pnrr (progetti al sito pnrr.cultura.gov.it), condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica; inclusione sociale.
Nell’ambito culturale e museale questo si traduce in due investimenti, di cui la Direzione generale Musei del Ministero della Cultura (MiC), guidata da Massimo Osanna, è la struttura attuatrice: «Investimento 1.2, Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura», e «Investimento 1.3, Migliorare l’efficienza energetica in cinema, teatri e musei». Gli investimenti per ciascun capitolo sono consistenti, 300 milioni di euro, e includono anche istituzioni non afferenti al MiC, per le quali sono previste risorse di altri 300 milioni. Abbiamo chiesto a Massimo Osanna come questi interventi cambieranno il volto futuro dei musei.
Come sono stati elaborati i piani per l’accessibilità fisica e cognitiva e per l’efficientamento energetico nei musei e parchi archeologici?
Il Pnrr ha rappresentato da subito una sfida molto performante rivolta agli Istituti culturali che spesso sono ingiustamente percepiti come luoghi statici e fermi al passato, mentre sono sempre di più avamposti di sperimentazione. L’efficientamento energetico è una delle sfide principali del nostro tempo in ragione della sempre più pressante necessità di trovare un equilibrio tra lo sviluppo antropico e le esigenze di conservazione dell’habitat. Tutti i nostri istituti hanno accettato la sfida, elaborando progetti fortemente innovativi che consentiranno, dal 2026 in poi, di abitare musei e parchi archeologici più confortevoli e sostenibili attraverso l’utilizzo di tutti quegli strumenti tecnologici che oggi consentono di raffrescare o riscaldare gli ambienti attraverso la produzione e/o l’utilizzo di energia green e di apparati volti al risparmio energetico e dei costi. Investire 300 milioni di euro per la fruizione ampliata discende da un percorso in atto da tempo all’interno del Ministero della Cultura, e in particolare della Direzione generale Musei. Da molti anni ormai siamo impegnati su queste tematiche e ci siamo dotati di specifici strumenti operativi quali le «Linee guida per la redazione dei P.E.B.A.», piani per l’abbattimento delle barriere architettoniche approvati nel 2018. La Direzione generale Musei ha inteso coinvolgere non solo i parchi archeologici e i musei statali, ma anche archivi e biblioteche e luoghi della cultura italiani appartenenti a Comuni, università, Province, Diocesi, fondazioni e operatori culturali privati. Una più vasta strategia del Pnrr infatti (nell’ambito del programma «Riforma 1.1» della Missione 5, Componente 2) ha prodotto il Decreto Legge n. 62 del 3 maggio 2024 recante «Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato» (pubblicato nella «Gazzetta Ufficiale», 14/05/2024, in vigore dal 30 giugno 2024). L’investimento è stato anche l’occasione per dotare gli Istituti della cultura dei piani per l’abbattimento delle barriere architettoniche (P.E.B.A.) che, pur essendo previsti oramai da decenni, in molti luoghi non erano stati mai adottati. In particolare l’adozione dei P.E.B.A. è stata inserita come prerequisito per l’accesso al finanziamento, di fatto rendendola «obbligatoria» per tutti.
Nei musei italiani stanno procedendo di pari passo i lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche e di quelle (invisibili ma non per questo meno gravose) sensoriali e cognitive. Come cambierà per noi e per i pubblici diversi il rapporto con i musei?
Molta strada è stata fatta da quando per accessibilità si intendeva il mero superamento di ostacoli e dislivelli di natura fisica. Oggi è invece concepita in funzione di una fruizione potenzialmente totale, che investe anche aspetti sensoriali, cognitivi e culturali. Questi ultimi sono considerati non solo in relazione ai diversi gradi di istruzione dei visitatori (si pensi, ad esempio, alle attività educative modulate in base alle fasce di età), ma anche in riferimento alla loro provenienza da Paesi con tradizioni culturali «altre», a volte così lontane da necessitare di una vera e propria «operazione di traduzione» dei significati di spazi costruiti, contesti storici, opere d’arte, reperti archeologici. Presenteremo innovative forme di linguaggio che utilizzeranno immagini, suoni, profumi e tutto l’apparato della comunicazione non verbale, per creare percorsi di conoscenza, ma anche ludici ed esperienziali, rivolti ai molteplici pubblici: da quelli che già partecipano alle attività degli Istituti della cultura, a quelli che non hanno sviluppato una consuetudine con quei luoghi e quegli spazi. Tutto ciò attraverso la realizzazione di percorsi olfattivi, Lis (Lingua italiana dei segni), digital-gaming, tattili, stanze della calma, ovvero spazi in cui le stimolazioni sensoriali si ammorbidiscono per imparare a gestire le emozioni e gestire stress e ansia. Una progettazione rivolta alle esigenze di tutti i visitatori ha generato un processo virtuoso di perfezionamento e riorganizzazione degli ambienti e dei luoghi della cultura che diventeranno in tal modo esperienze rivolte anche all’inclusione e coesione sociali. L’obiettivo è il superamento delle finalità e del ruolo propri dei musei, verso obiettivi nuovi: di luoghi di scambio interculturale e intergenerazionale, ma anche di salute, benessere e appagamento.
Quale ruolo assolveranno gli strumenti digitali e multimediali?
I parchi archeologici avranno dei percorsi facilitati che consentano la visita a tutte le tipologie di visitatori, e lì dove si presentano ostacoli fisici insuperabili, allora grazie alle tecnologie digitali sarà possibile creare degli ambienti virtuali che consentiranno una soddisfacente esperienza di conoscenza alternativa. I musei implementeranno la loro offerta culturale con installazioni multisensoriali capaci di rendere l’esperienza della visita coinvolgente e interattiva, utilizzando le rilevanti possibilità che le tecnologie digitali offrono nei percorsi di visita e apprendimento culturale. Siamo consapevoli che queste tecnologie costituiscono un mezzo e non un fine: l’accessibilità virtuale non deve diventare un’esperienza esclusiva e sostitutiva dell’esperienza diretta e concreta. Sperimenteremo nuove frontiere come l’utilizzo del metodo Snoezelen per creare ambienti artificiali pensati, controllati e modulati specificatamente per la stimolazione multisensoriale di persone che presentano disabilità dello sviluppo e cognitive, così da facilitarne l’esplorazione, la scoperta e il godimento delle esperienze sensoriali. Operazioni di restyling si stanno facendo sui siti degli Istituti, strategie di accessibilità ampliata consentiranno la navigazione il più possibile autonoma e soddisfacente per la più vasta tipologia di utenti. Molti siti stanno integrando sezioni Virtual Tour per la simulazione della visita del museo in 3D, implementando funzioni per la navigazione del sito da parte di persone con disabilità e inserendo tutti i contenuti alternativi per la lettura audio da parte del pubblico ipovedente. La nuova prospettiva offerta dal Pnrr permetterà di operare anche sul piano delle figure professionali della cultura, a cui sarà rivolta specifica attenzione tramite la realizzazione di un percorso formativo capace di innescare un vero processo di rinnovamento culturale, nell’ottica di una sempre migliore capacità di accoglienza e accompagnamento. Tutti i luoghi della cultura devono davvero diventare «accessibili e inclusivi», in armonia e sinergia con le comunità e al servizio della società. Partiranno, inoltre, nei prossimi mesi una serie di iniziative di comunicazione che avranno il compito di informare tutti i cittadini dei risultati dell’investimento e delle nuove possibilità di fruizione degli Istituti della cultura italiani.
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