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Massimo Campigli, «Ville du midi / Village», 1957

Cortesia della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m., Bologna,Venezia, Parigi

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Massimo Campigli, «Ville du midi / Village», 1957

Cortesia della Galleria d'Arte Maggiore g.a.m., Bologna,Venezia, Parigi

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Elena Correggia

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La Natività con alle spalle la fuga in Egitto, di Bernardo Luini, anni ’20 del XVI secolo, tempera e olio su tavola, esposta dalla galleria Agnews
L’opera svetta per grazia, dolcezza degli sguardi, dialogo silenzioso di occhi e di mani, armonia compositiva e ottime condizioni di conservazione. Acquistata in Italia per conto di sir William Forbes nel 1827, passò in seguito nella collezione del baronetto scozzese sir Archibald Campbell dove è rimasta finora. La richiesta è intorno a 1,7 milioni di euro.

San Pietro in prigione, di Giovanni Francesco Barbieri, detto Guercino, olio su tela, proposto dalla galleria Colnaghi da collezione privata statunitense
Un dipinto che appartiene al periodo successivo al soggiorno romano del pittore, fase di transizione verso una composizione più costruita. Le figure crescono in dinamismo e monumentalità senza perdere di carica emotiva, come qui San Pietro che emerge in primo piano occupando gran parte della tela.

«La Natività con alle spalle la fuga in Egitto», di Bernardo Luini, anni ’20 del XVI secolo. Cortesia della galleria Agnews

«San Pietro in prigione», del Guercino. Cortesia dalla galleria Colnaghi

Ritratto dell’artista (?) che presenta la Vergine in preghiera di Michael Sweerts, proposto dalla galleria Salomon Lilian
Dal raffinato gioco illusionistico, l’opera di un raro ed enigmatico maestro fiammingo, era stata acquistata da Christie’s nel dicembre 2023 per 2 milioni di euro. Accuratamente restaurata, ha portato alla luce nuovi dettagli e ha trovato subito un nuovo acquirente: una fondazione olandese l'ha acquistata per circa 3,5 milioni.

Ritratto di Madre Jerónima de la Fuente, 1620 circa, di Diego Velasquez e fusione in bronzo di un Cristo sulla croce, del 1560-70, da un disegno di Michelangelo, esposti dalla galleria Stuart Lochhead
Genio artistico, spiritualità, devozione fra Roma, Siviglia e Manila sono testimoniati da questi due capolavori legati fra loro da importanti connessioni culturali, commissionati da due donne di grande modernità: la mecenate Vittoria Colonna per il crocifisso e la suora spagnola Jeronima de la Fuente per il dipinto.

«Ritratto dell’artista (?) che presenta la Vergine in preghiera» di Michael Sweerts. Cortesia della galleria Salomon Lilian

«Ritratto di Madre Jerónima de la Fuente», 1620 circa, di Diego Velasquez e fusione in bronzo di un Cristo sulla croce, del 1560-70, da un disegno di Michelangelo. Cortesia della galleria Stuart Lochhead

Spanische Tänzerin, 1921 di Alexej von Jawlensky, olio su tavola esposto dalla galleria Landau
Si tinge di rosso fuoco, immersa in una notte blu cobalto la ballerina che Jawlensky immortala dopo essere entrato in contatto con il gruppo dei Nabis e dei Fauve. Melanconica e passionale, anche se già vista all’Art Basel parigina, continua a catturare gli sguardi di chi passa, protagonista di una parete dello stand.

Mare = Ballerina, 1913, di Gino Severini, gesso, tempera e pastello su tavola, esposto da Matteo Lampertico -ML Fine Art
Linee e dinamismo del linguaggio futurista sono racchiusi in un lavoro custodito a lungo in collezione privata, presente all’Esposizione di pittura futurista del 1914 e ora incluso nel volume aggiuntivo al catalogo ragionato dell’opera pittorica di Severini in corso di preparazione da parte di Daniela Fonti e Romana Severini Brunori.

«Spanische Tänzerin», 1921 di Alexej von Jawlensky. Cortesia della galleria Landau

«Mare = Ballerina», 1913, di Gino Severini. Cortesia di Matteo Lampertico -ML Fine Art

Pannello di pietra dura raffigurante una volpe, manifattura reale des Gobelins, 1680 circa, attribuito a Ferdinando Megliorini, esposto da Galerie Kugel
Proveniente in origine dalla collezione di Luigi XIV, è l’unico elemento sopravvissuto del piano di un tavolo che riportava le insegne reali e altri tre cartigli raffiguranti un’anatra, un coniglio e un gufo.

La sedia in miniatura della granduchessa Vladimir, Maria Pavlovna, 1900 circa, di Carl Fabergé, in oro smaltato, proposto dalla gioielleria Wartski
L’arte dell’oreficeria ai massimi livelli: una poltroncina in miniatura che attraverso una sapiente lavorazione dell’oro e dello smalto evoca le verdi cangianze della seta così come il calore luminoso del mogano. Una foto testimonia la sua presenza all’esposizione di oggetti Fabergé appartenenti alla famiglia imperiale allestita per la prima volta in pubblico in Russia nel 1902, nella villa di San Pietroburgo del barone von Dervis.

Pannello di pietra dura raffigurante una volpe, manifattura reale des Gobelins, 1680 circa, attribuito a Ferdinando Megliorini. Cortesia di Galerie Kugel

La sedia in miniatura della granduchessa Vladimir, Maria Pavlovna, 1900 circa, di Carl Fabergé. Cortesia della gioielleria Wartski

The Dutch Tribute e West Lake, paravento cinese, dinastia Qing, periodo Kangxi (1662-1722), in legno, lacca, pigmenti e oro, esposto dalla galleria Jorge Welsh
L’eccellenza nella laccatura kuancai trova riscontro nella realizzazione di due scene fra le più complesse eseguite secondo questa tecnica, con la raffigurazione di 163 Europei nella prima e 231 Cinesi nella seconda scena accanto a 48 iscrizioni di templi, ponti e altri riferimenti. Un paravento “gemello” con la raffigurazione di Europei si trova solo nella collezione del National Museum of Denmark di Copenhagen.

Ritratto della Marquesa de Caballero, 1807, di Francisco Goya, proposto dalla galleria Robilant+Voena
Un ritratto museale, quello realizzato dal maestro spagnolo, raffigurante la dama di compagnia della regina Maria Luisa che pur nulla concedendo all’idealizzazione conquista l’attenzione per potenza espressiva e magistrali contrasti di luce. Esiste una tela che fa da pendant, con il marito della marchesa, oggi nella collezione The Huntingdon, in California. È probabile che i due dipinti siano stati commissionati a Goya per celebrare l’ascesa del marito al rango di marchese, ereditato dallo zio nel 1807.

The Dutch Tribute e West Lake, paravento cinese, dinastia Qing, periodo Kangxi (1662-1722). Cortesia della galleria Jorge Welsh

«Ritratto della Marquesa de Caballero», 1807, di Francisco Goya. Cortesia della galleria Robilant+Voena

Madonna con Bambino e Santa Maria Maddalena, 1555-1560, di Tiziano, esposta da Trinity Fine Art di Carlo Orsi
Ritorna sul mercato una tela ritrovata, per secoli custodita in collezioni private, riapparsa nel 1947 quando venne spedita a Roma per il restauro ad opera di Mario Modestini, per poi approdare in una collezione privata newyorchese. In origine al posto della Maddalena era raffigurato un personaggio maschile: è una delle più eclatanti modifiche apportate da Tiziano in corso d’opera e solo recentemente rivelate da alcune analisi radiografiche.

Ville du midi-Village, 1957, di Massimo Campigli, proposto da Gam- Galleria d’Arte Maggiore
Una grande scena corale con protagoniste le riconoscibili figure femminili di Campigli che trovano collocazione all’interno di una visionaria prospettiva geometrica. Il dipinto, di ampie dimensioni e custodito a lungo in una collezione privata di Saint-Tropez, vanta una sterminata storia espositiva, dove spicca la presenza alla Biennale di Venezia del 1958.

Prince William Nii Nortey Dowuona, 1897, di Gustav Klimt, proposto da W&K – Wienerroither&Kohlbacher
L’eco di un mondo colonialista si intreccia con la sensibilità pittorica di Klimt. Il ritratto di un principe della tribù Osu del Ghana è un’opera riscoperta, dipinta in occasione di un’esposizione etnologica a Vienna, in cui vennero mostrati alcuni ritratti di Africani, con finalità «didattiche» e di «intrattenimento». Ma Klimt rifugge la caricatura del «buon selvaggio» e coniuga il naturalismo della figura – che pare quasi una fotografia delle origini - con delicati tocchi simbolisti.

 

«Madonna con Bambino e Santa Maria Maddalena», 1555-1560, di Tiziano. Cortesia di Trinity Fine Art di Carlo Orsi

«Prince William Nii Nortey Dowuona», 1897, di Gustav Klimt. Cortesia di W&K – Wienerroither&Kohlbacher

Elena Correggia, 19 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

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