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Dopo tre anni di lavori, e a dispetto della pandemia qui anche più crudele che altrove, si è concluso con un ritardo di pochi mesi soltanto il restauro del Teatro Donizetti, un luogo fortemente identitario per i bergamaschi, e un teatro dalla programmazione di sempre altissima qualità, oltre che un edificio dalla storia stratificata. Fondato nel Settecento in Bergamo Bassa dal produttore e commerciante di seta Bortolo Riccardi che, aggirando le norme cittadine, eresse (su progetto di Giovanni F. Lucchini) un teatro con la base in muratura là dove, in occasione della Fiera di sant’Alessandro, si alzavano piccoli teatri effimeri di legno, il teatro di Riccardi fu inaugurato (non senza polemiche) nell’agosto 1791.
Ottima visibilità ed eccellente acustica, il teatro fu però divorato solo sei anni dopo da un incendio (doloso, di matrice politica). Fu subito ricostruito, sempre da Riccardi, interamente in muratura e riaperto nel 1801. Nel 1869 s’intervenne all’interno e all’esterno e nel 1897, centenario della nascita di Gaetano Donizetti, fu intitolato al grande compositore bergamasco e si realizzò la nuova, imponente facciata, su progetto di Pietro Via.
In quell’occasione furono aggiunte decorazioni e iscrizioni «donizettiane» e fu affrescato il soffitto della platea, da Francesco Domenghini. Dopo gli interventi parziali degli anni ’60 del ’900 e del 2007-2008, nel 2017 è stato aperto il nuovo cantiere, progettato dallo Studio Berlucchi, Brescia. Dei 18 milioni di costi previsti (e rispettati), quasi dieci sono stati erogati da Mibact, Comune di Bergamo, Regione Lombardia e altre istituzioni, ma circa 9,5 milioni sono giunti dai privati, grazie ad ArtBonus, raccogliendo così 19 milioni, che hanno consentito di condurre anche lavori non previsti.
I restauri hanno interessato l’intera struttura e hanno permesso di realizzare sale per l’orchestra sotto la platea, una buca orchestrale mobile, un nuovo corpo per i camerini, una nuova biglietteria, nuovi spazi per i bar, oltre al sipario tagliafuoco di 15 per 12 metri, 25 tonnellate di peso. Nuovi anche il corpo ovest con gli uffici, le sala prove, le sale per catering e attività per il pubblico. E completamente restaurati tutti i palchi, il soffitto di platea e del foyer.
Circa 32.500 giorni di lavoro necessari per portare a termine i lavori, con 50 (e poi 80 dopo il lockdown) persone al giorno in cantiere. Dal 20 novembre il Teatro potrà così riprendere la programmazione (in streaming, a pagamento sulla tv del teatro), gestita da Fondazione Teatro Donizetti (presidente Giorgio Berta, direttore generale Massimo Boffelli), con il festival Donizetti Opera (direttore artistico Francesco Micheli, musicale Riccardo Frizza), poi con la Stagione di Prosa, diretta da Maria Grazia Panigada, con l’operetta, e con il Bergamo Jazz Festival affidato a Maria Pia De Vito.

L’interno del Teatro Donizetti a Bergamo, a restauro concluso. Foto Gianfranco Rota
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