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Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliIl 4 giugno, nel Museo Archeologico Nazionale di Orvieto (Tr), è stato presentato il progetto di restauro «Meraviglie recuperate», che ha riguardato tre antefisse etrusche conservate nello stesso museo (si trovavano da oltre un secolo nei depositi). Due, databili tra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C., presentano una testa «nascente» da cespo d’acanto e secondo gli studiosi sono da annoverare tra le innovazioni artistiche delle botteghe di Volsinii. I confronti con terrecotte simili rinvenute in località Vigna Grande rendono plausibile una provenienza proprio da quell’area. L’altra, da collocare a cavallo tra il V e il IV secolo a.C., apparterrebbe, invece, ad altri analoghi elementi della copertura originariamente collocati sul Tempio del Belvedere di Orvieto.
Il restauro («un assaggio di come anche altri tesori analoghi potrebbero tornare a splendere», ha commentato il restauratore Alessandro Danesi) è stato possibile grazie a un progetto ArtBonus finanziato da dodici imprese del territorio aderenti alla locale Sezione Territoriale di Confindustria Umbria.
All’evento hanno presenziato il presidente della Sezione territoriale di Orvieto di Confindustria Umbria, Michele Basili, e la sindaca e assessora alla Cultura, Roberta Tardani, che ha risposto all’invito dello storico dell’arte Costantino D'Orazio, direttore dei Musei Nazionali dell’Umbria, e dell’archeologo Giorgio Rocca, direttore scientifico del Museo Archeologico Nazionale di Orvieto, che prossimamente sarà interessato da un riallestimento.
«Questo, ha detto la sindaca, è uno dei pochi, se non l’unico progetto finanziato con l’ArtBonus a Orvieto ed è un esempio concreto di come la sinergia tra pubblico e privato possa generare valore per l’intera comunità. Il restauro delle antefisse etrusche visibili al Museo che ha consentito di identificare la titolatura delle divinità principali rappresenta non solo un importante intervento di tutela, ma anche un’occasione per rafforzare il legame tra il nostro patrimonio storico e il tessuto produttivo del territorio».

Due delle antefisse recuperate dai depositi del Museo Archeologico Nazionale di Orvieto e restaurate
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