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Nicola Laneri con alcuni collaboratori durante le fasi di scavo a Tava Tepe

Cortesia prof. Nicola Laneri

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Nicola Laneri con alcuni collaboratori durante le fasi di scavo a Tava Tepe

Cortesia prof. Nicola Laneri

A Tava Tepe il pasto si preparava e si condivideva

Nell’Azerbaigian occidentale una missione congiunta italo-azera ha messo in luce una struttura circolare della tarda Età del Bronzo per la preparazione, il consumo e la condivisione del cibo

Francesco M. Benedettucci

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La regione caucasica racchiusa tra il Mar Nero e il Mar Caspio è da sempre un importante ponte tra il Vicino Oriente e le steppe dell’Asia centrale. Per studiare la trasformazione delle culture locali all’epoca in cui in Mesopotamia, Iran, Siria e Palestina si stavano sviluppando le grandi civiltà, è attiva da qualche anno, con risultati di altissimo significato, la missione italo-azera che per parte italiana è guidata da Nicola Laneri dell’Università di Catania di concerto con Bakhtiyar Jalilov dell’Accademia delle Scienze di Baku. Allievo di Paolo Matthiae all’Università di Roma La Sapienza, dopo un dottorato di ricerca a Napoli, Laneri ha completato la sua formazione all’Oriental Institute di Chicago e alla Columbia University di New York in qualità di Fulbright Fellow. Prima della missione in Azerbaigian, resa possibile grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha diretto progetti in Turchia e Iran ed è attualmente a capo anche della squadra di archeologi impegnati a Tell Mohammad in Iraq.

Professor Laneri, quando è nata la missione in Azerbaigian?
GaRKAP (Ganja Region Kurgan Archaeological Project) nasce nel 2017 grazie a un accordo tra il Camnes (Center for Ancient Mediterranaean and Near Eastern Studies) di Firenze e l’Accademia delle Scienze di Baku, cui si aggiunge successivamente l’Università di Catania, con l’obiettivo di studiare le antiche popolazioni del Caucaso meridionale tra IV e I millennio a.C.

Quali sono stati gli esiti delle prime campagne?
La mappatura dei kurgan (tumuli funerari) nel pianoro di Uzun Rama, ascrivibili al periodo compreso tra IV e I millennio a.C., e lo scavo del kurgan 8 del periodo Kura-Araxes, datato grazie a campioni organici con cronologia assoluta al 3660 a.C., il che lo rende il più antico di questa specifica fase. Tra le età del Bronzo Tardo e del Ferro Antico (ca 1500-730 a.C.) emerge il centro di Tava Tepe, in cima a una collina dominante la vallata del fiume Kura che attraversa tutto il Caucaso meridionale per poi giungere nel Mar Caspio. Questo insediamento ha svolto un ruolo importante nella fase cruciale di trasformazione sociopolitica delle comunità del luogo, segnate dall’emergere di leadership militari (guerrieri), com’è evidente nei corredi funerari dei kurgan di questo periodo, ma anche negli insediamenti dotati di mura ciclopiche che contraddistinguono il paesaggio montuoso del Caucaso e dell’Anatolia orientale in questo particolare periodo storico.

Alcuni esemplari di ceramica da mensa rinvenuti nell’edificio circolare di Tava Tepe nel 2024. Cortesia prof. Nicola Laneri

Arriviamo ai risultati della campagna 2024.
Quest’anno a Tava Tepe abbiamo messo in luce una struttura circolare, ampia circa 15 metri di diametro, utilizzata per la distribuzione e il consumo di cibo tra i membri delle comunità che si incontravano in questo contesto e la cui visibilità era fortemente riconoscibile per chi si muoveva lungo la vallata del Kura. La struttura architettonica era dotata di un ingresso a est, segnalato da due file di tre «colonne» lignee a sostegno di un tetto in incannucciato (una sorta di pergolato) che copriva l’intera struttura, supportato da una serie di palizzate lignee circolari le cui buche di fondazione sono ancora riconoscibili sul terreno, mentre tracce dell’incannucciato sono riconoscibili, in particolare, all’ingresso. Nella fase più antica, l’edificio era caratterizzato da un’architettura a pianta circolare posta al centro di un vano, anch’esso circolare, segnato dalla presenza di vasellame ceramico (soprattutto vasi da cucina e ciotole di varie dimensioni di ceramica brunita dal colore grigio) posto sul pavimento. La struttura presenta su un lato uno spesso strato di cenere grigia, sul lato opposto invece, 8 installazioni semicircolari con funzione di bracieri/luoghi di cottura (il fondo è fortemente annerito); sul versante meridionale della stanza una struttura rettangolare, anch’essa segnata dalla presenza di cenere, va ricondotta ad altre attività di cottura. All’interno della cosiddetta «cucina» circolare una decina di «gettoni» d’argilla sono stati interpretati come prova di una forma di scambio associato alla distribuzione di cibo. All’esterno del tamburo circolare è emerso un deposito con centinaia di vasi e alcune figurine umane in terracotta, parte di un contesto votivo associato verosimilmente a una festa cerimoniale con pasti condivisi tra i membri della comunità ascrivibile a una fase di «monumentalizzazione» della «cucina» che diviene ora luogo cerimoniale.

Qual è il significato di queste scoperte?
Il rinvenimento della struttura circolare, ma anche dei due edifici a pianta rettangolare, trovati a una decina di metri dalla «mensa» e segnati dalla presenza di numerose macine e «pithoi» per lo stoccaggio di derrate, oltre a stuoie poste sul pavimento e ancora riconoscibili grazie ai resti carbonizzati, ma anche di decorazioni in terracotta che abbellivano gli spazi interni di queste abitazioni costruite utilizzando una combinazione di mattoni crudi e legname, ci fornisce una nuova prospettiva sull’organizzazione socio-economica delle comunità del Caucaso meridionale tra il 1500 e il 750 a.C. (età del Bronzo Tardo e del Ferro Antico). In particolare, la forte enfasi legata al consumo di cibo e alla preparazione di farine da cereali (da associare alla panificazione) evidenzia un nuovo modello organizzativo all’interno del quale la sedentarizzazione di gruppi nomadi è da associare a un’innovativa prevalenza della produzione agricola sulle attività di allevamento degli animali. Tava Tepe rappresenta un unicum perché illustra chiaramente come questa trasformazione sia segnata da una combinazione di attività produttive (culinarie) e cerimoniali. Non sono molti gli insediamenti del Caucaso meridionale che offrono questa tipologia di dati (ad esempio Metsamor), in particolare in contesti di terrazzamenti fluviali, dove le attività agricole sono agevolate. La scoperta di un luogo dedicato alla preparazione, consumo e condivisione del cibo che, nella fase finale viene monumentalizzato, enfatizza ancor di più l’unicità del contesto archeologico di Tava Tepe.

Che cosa vi aspettate nei prossimi anni?
In futuro ci aspettiamo i risultati scientifici dall’analisi dei resti residuali raccolti all’interno dei vasi (resti faunistici e botanici), ma soprattutto dalla volontà di collegare topograficamente gli edifici trovati a nord con la cucina/mensa portata alla luce in questi ultimi due anni di attività di ricerche a Tava Tepe.

La struttura circolare messa in luce durante la campagna 2024 a Tava Tepe. Cortesia prof. Nicola Laneri

Veduta aerea dell’edificio scavato a Tava Tepe nel 2024. Cortesia prof. Nicola Laneri

Francesco M. Benedettucci, 19 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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