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Olga Gambari
Leggi i suoi articoliIl programma principale di Exposed comprende anche l’Archivio di Stato di Torino, che ospita la collettiva «To be in and out of the world» e la personale «Not bad intentions. Attempts to coexist» di Sheng-Wen Lo, artista nato a Taiwan nel 1987 e direttore creativo di Light-box, libreria fotografica pubblica e centro per la fotografia contemporanea a Taipei.
La mostra di Lo è incentrata sull’installazione video «Matter of Scale» (2021-22), che esplora le implicazioni della coltivazione di alghe su larga scala, insieme ad altri lavori con video e pratiche partecipative basati sulla relazione tra umano e non umano. Obbiettivo comune il confronto sulla sostenibilità del rapporto tra umano e natura. Anche il cortile di Palazzo Carignano è sede espositiva di Exposed con un’installazione di Paolo Cirio. Fondendo elementi di tre diversi progetti, in «Climate Tribunal», una scultura in metallo dove sono elencati migliaia di nomi di ghiacciai nelle Alpi che stanno scomparendo insieme a bandiere immerse nell’olio per motore con i loghi delle aziende di combustibili fossili responsabili, Cirio riflette sulla giustizia climatica e sulla responsabilità dell’economia nell’uso devastante dei combustibili fossili.
Il Festival include inoltre una vera rete di spazi cittadini diffusi con un calendario di inaugurazioni spalmato dal 16 aprile al 2 giugno. Una sorta di onda che ha ispirato la maggior parte degli spazi culturali cittadini con un’adesione spontanea. Tra questi, gli archivi dedicati agli artisti Giorgio Ciam, Salvo ed Ezio Gribaudo. Poi molte gallerie, dal circuito Tag a Guido Costa Project, Quartz Studio e Recontemporary, insieme a un gruppo di spazi indipendenti, tra cui Almanac Inn, Ottofinestre, Barriera, Cripta 747 e Mucho Mas!.

Paolo Cirio, «Climate Ecosystems Plaintiffs», Palazzo Carignano