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Fiorella Fiore
Leggi i suoi articoliA un anno esatto dal 2019, Matera dà il via al countdown che la porterà a diventare Capitale Europea della Cultura. «Meno uno» è il titolo dell’evento che, il 19 e 20 gennaio, porterà alla realizzazione dell’architettura effimera dall’artista Olivier Grossetête; un’opera che farà da quinta alla perfomance di Antoine Le Menestrel (con accompagnamento musicale di Max Casacci e Ninja dei Subsonica con il progetto Demonology HiFi) e alla presentazione ufficiale del 50% del programma di Matera 2019.
Abbiamo invitato Paolo Verri, direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019 a fare con noi il punto della situazione.
Degli obiettivi prefissati cosa è stato raggiunto? Che cosa invece comporta ancora criticità?
Nel 2017 abbiamo raggiunto il 90% degli obiettivi che ci eravamo prefissati: l’avvio dell’Open Design School, l’individuazione dei 27 project leader della scena creativa lucana che con i loro progetti andranno a realizzare metà del programma culturale del 2019, la selezione dei Matera Change Makers e i Matera Linkers, il bando per gli sponsor, la promozione di mostre in collaborazione con il Polo Museale Regionale della Basilicata e importanti soggetti nazionali e internazionali (American Academy in Rome, Agenzia Spaziale Italiana, Museo Muza di Malta), la ricostituzione del webteam e il lancio della piattaforma MateraEvents, il convegno internazionale sul progetto IDEA, la sperimentazione del progetto di sostenibilità degli eventi, le attività di animazione dei giardini di Gardentopia, il bando per la selezione del personale. Quanto alle criticità, nel 2017 non siamo riusciti a risolvere questioni importanti come il personale e le risorse finanziarie, di nostra competenza, ed è rimasta in sospeso la questione degli spazi di competenza della città di Matera. Con un piccolo miracolo, gli obiettivi di cui parlavo sono stati raggiunti con il 60% del budget e il 40% del personale, in spazi non adeguati.
Qual è il significato dell’architettura effimera che si andrà a costruire?
L’architettura ideata da Grossetête ha un significato sia simbolico che pratico: è la metafora del cantiere a cui tutti i cittadini sono chiamati a collaborare; essendo in cartone è l’immagine di una città sostenibile; la sua costruzione e distruzione richiama la tradizione materana del carro della Bruna; alla sua realizzazione hanno partecipato in particolare i bambini e i ragazzi, nelle cui mani è riposta la nuova identità della Matera del futuro, una Matera in cui i giovani vogliano ritornare a vivere e lavorare. E poi è alta 19 metri, il nostro numero fortunato.
Che cosa succederà a Matera nel 2019? Può darci qualche anticipazione sul programma?
Ciò che presenteremo nel corso di questo momento pubblico saranno i progetti dei 27 project leader della scena creativa lucana, selezionati dopo un percorso di build-up avviato la scorsa primavera. Ciascun progetto è legato a uno dei 5 temi del dossier. Ne cito, a titolo di esempio, uno per tema. Per Futuro Remoto, «Suoni del Futuro Remoto» vuole presentare all’Europa il racconto di Matera, attraverso l’esplorazione della sua acustica, dei suoi suoni e delle sue tradizioni. Per Utopie e Distopie, «Padiglioni invisibili» intende favorire una riflessione sulla responsabilità dell’architettura e della ricerca artistica nello spazio della città di Matera. Per Continuità e Rotture, «Architetture della vergogna», indaga le relazioni tra architettura e vergogna come metro dei valori d’Europa. Per Radici e Percorsi, con «The Silent Academy» si darà vita a una «scuola di mestieri» fondata sulle competenze dei migranti e le esigenze del territorio. Per Riflessioni e Connessioni, con «M.E.M.O.RI. - Museo Euro Mediterraneo dell’Oggetto Rifiutato», si realizzerà un museo costruito con interventi artistici effettuati su oggetti rappresentativi del patrimonio culturale e civico euro-mediterraneo.
Il resto del programma sarà presentato a Bruxelles, Roma e Matera fra il 19 giugno e il 1° luglio e prevede, oltre alle quattro grandi mostre, alcune coproduzioni di livello nazionale e internazionale. Solo per citarne una, quella con il Teatro San Carlo di Napoli, con cui realizzeremo un Cavalleria Rusticana nei Sassi.

Matera «Meno uno» L’architettura effimera dall’artista Olivier Grossetête fa da quinta alla perfomance di Antoine Le Menestrel
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