Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Michela Moro
Leggi i suoi articoliIl percorso di autenticazione e archiviazione di un’opera segue tappe ben precise. Si inizia con inviare all’archivio o fondazione dell’artista tutti i dati e informazioni relativi all’opera oggetto della richiesta di inserimento (anno di esecuzione, dimensioni, provenienza ed eventuale percorso espositivo) e ogni documento correlato, oltre a immagini di fronte e retro dell’opera e di altri eventuali dettagli quali firma, anno, dediche, iscrizioni, etichette, timbri e numerazione.
Passato l’esame iniziale, l’opera, solitamente priva di cornice o teca, deve essere consegnata presso la sede dell’archivio per un esame diretto da parte della commissione, accompagnata da una documentazione fotografica professionale secondo le indicazioni dei diversi archivi. Ogni sito riporta in dettaglio tutte le informazioni sul percorso da seguire e i moduli da compilare.
Il rilascio dei certificati di autenticità, la verifica delle opere, tutti i servizi e le consulenze richieste sono generalmente a pagamento. I costi variano secondo la tipologia di opere. A titolo indicativo, per i disegni si va dai 200 euro della Fondazione Mario Schifano ai 366 euro dell’Archivio Fontana, che richiede invece 1.525 euro per opere su tela e ambientazioni; per le opere su tela il costo all’Archivio Dadamaino, così come alla Fondazione Rotella, è fissato a 500 euro, mentre all’Archivio Dorazio è di 800 euro.
La Fondazione Manzoni inserisce le opere, se autentiche, nell’archivio ma non rilascia alcun documento; è richiesta una donazione, secondo il valore dell’opera, che si aggira intorno ai 500 euro. La Fondazione Giorgio e Isa de Chirico archivia esclusivamente i dipinti, i disegni, gli acquerelli e le sculture: sono esclusi litografie, stampe, incisioni e multipli di scultura; tutte le opere già pubblicate nei volumi dei cataloghi generali di Giorgio de Chirico non necessitano di certificazione d’autenticità.
L’Archivio Nanda Vigo rilascia gratuitamente una certificazione. L’autentica è sulle opere uniche, ma i pezzi industriali, come ad esempio le sedie, non si possono numerare. L’archivio richiede una foto con l’etichetta e riconosce il pezzo come autentico per evitare erronee attribuzioni. Importantissimo è conservare l’autentica con molta cura: spesso è una sola copia che difficilmente viene duplicata.
ARCHIVIO FUTURO

«Il movimento delle cose» (1996) di Dadamaino
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