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Sophie Seydoux
Leggi i suoi articoliQuesto novembre, Abu Dhabi apre una nuova stagione culturale che vuole ridefinire il ruolo dell’arte nella penisola arabica. Tra dune e skyline, musei e oasi, la capitale degli Emirati si presenta come un crocevia dove arte contemporanea, design e innovazione si intrecciano in un dialogo senza confini. Il Cultural Season 2025 si articola attorno a tre grandi appuntamenti internazionali – Abu Dhabi Art, Manar Abu Dhabi e NOMAD Abu Dhabi – che trasformeranno la città e i suoi dintorni in un palcoscenico diffuso, dalla modernità di Saadiyat Island alle oasi di Al Ain, fino al Terminal 1 del nuovo aeroporto Zayed International.
Abu Dhabi Art: il cuore internazionale dell’arte nel Golfo
Dal 19 al 23 novembre 2025, Manarat Al Saadiyat ospita la 17ª edizione di Abu Dhabi Art, la fiera che negli ultimi anni ha consolidato la sua reputazione come principale piattaforma d’arte del Medio Oriente.
Sotto il patrocinio dello sceicco Khaled bin Mohamed bin Zayed Al Nahyan, l’edizione di quest’anno raggiunge un nuovo record: oltre 140 gallerie da 52 città e 37 paesi, con un’attenzione particolare alle scene di Nigeria, Golfo e Turchia, e la partecipazione per la prima volta di Algeria, Senegal, Paesi Bassi, Perù e Tanzania.
Tra i nomi più attesi figurano gallerie come Pace, Richard Saltoun, Mennour, Almine Rech, ATHR e Perrotin. Spazio anche alle nuove generazioni con il programma Beyond Emerging Artists, curato da Issam Kourbaj, che presenta le nuove commissioni di Alla Abdunabi, Salmah Almansoori e Maktoum Marwan Al Maktoum. A firmare la campagna visiva 2025 è l’artista emiratina Shaikha Al Mazrou, la cui installazione Beyond All Measures riflette sui temi della percezione e della trasformazione. L’obiettivo? Mostrare una fiera sempre più inclusiva, capace di mettere in dialogo le grandi istituzioni internazionali con le storie e le identità emergenti del Sud globale.
Manar Abu Dhabi: la luce come linguaggio universale
Dal 15 novembre 2025 al 4 gennaio 2026, la città e il deserto si accenderanno con le installazioni luminose di Manar Abu Dhabi, curato da Khai Hori con Alia Zaal Lootah, Munira Al Sayegh e Mariam Alshehhi. Il tema di questa seconda edizione, The Light Compass, esplora la luce come simbolo di orientamento e conoscenza. Dalle coste del Golfo alle oasi di Al Ain, 19 artisti internazionali ed emiratini proporranno opere che dialogano con paesaggi e architetture. Sull’isola di Jubail, cuore del progetto, spiccano le installazioni di Shaikha Al Mazrou, DRIFT, Pamela Poh, Ezequiel Pini (Six N. Five) e Encor Studio.
Nel quartiere marittimo di Souq Al Mina, l’artista americano KAWS presenterà un gigantesco COMPANION luminoso che solleva una luna sospesa.
Ad Al Ain, tra le oasi di Al Qattara e Al Jimi, prenderanno vita opere di Ammar Al Attar, Maitha Hamdan, Abdulla Al Mulla, Khalid Shafar e Rafael Lozano-Hemmer, creando un itinerario di luce tra passato e futuro. Manar Abu Dhabi non è solo una mostra all’aperto: è un progetto di arte pubblica permanente, che ridefinisce il rapporto tra città, natura e tecnologia.
NOMAD Abu Dhabi: il design come viaggio e memoria
Dal 19 al 22 novembre 2025, il design d’autore sbarca per la prima volta nel Golfo con NOMAD Abu Dhabi, l’edizione emiratina del celebre evento itinerante dedicato al design da collezione e all’architettura. Scenario d’eccezione: il vecchio Terminal 1 dell’aeroporto Zayed International, capolavoro modernista firmato da Paul Andreu, che per l’occasione si trasforma in una grande installazione abitabile. Oltre 25 gallerie internazionali – tra cui Nilufar Gallery (Milano), Gallery FUMI (Londra), Galerie BSL e Galerie Gastou (Parigi) – presenteranno opere che intrecciano sperimentazione e memoria materiale. Tra i progetti speciali spiccano la collaborazione tra Iwan Maktabi e Orient 499 sull’artigianato del Levante, l’installazione del collettivo libanese SUPER LOOP, e la mostra dell’Irthi Contemporary Crafts Council, che reinterpreta le tecniche artigiane emiratine in chiave contemporanea. NOMAD Abu Dhabi è, in fondo, una riflessione sul movimento: sull’idea di un design nomade, in dialogo con i luoghi e con le loro storie.
Un laboratorio di futuro nel Golfo
Tre eventi, tre linguaggi – arte, luce e design – per una sola visione: fare di Abu Dhabi un laboratorio di scambio culturale e immaginazione globale. Dalle coste di Saadiyat Island alle oasi di Al Ain, dalla notte illuminata di Manar alle forme architettoniche di NOMAD, la capitale emiratina propone un’idea di cultura che non si limita a esporre, ma invita a esperire, ascoltare e connettersi. Come scrive il DCT Abu Dhabi nel manifesto della stagione, «creatività e territorio non sono più due estremi, ma due forze complementari nella costruzione di un futuro condiviso»
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