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Sandro Botticelli, «La Vergine che adora il Bambino» (1480/90; particolare), in mostra questo mese al Flint Institute of Arts del Michigan.

National Gallery of Art, Collezione Samuel H. Kress

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Sandro Botticelli, «La Vergine che adora il Bambino» (1480/90; particolare), in mostra questo mese al Flint Institute of Arts del Michigan.

National Gallery of Art, Collezione Samuel H. Kress

«Across the Nation»: la National Gallery of Art di Washington «diffusa»

Per celebrare il 250mo anniversario dell’indipendenza degli Stati Uniti, la pinacoteca americana distribuisce alcuni suoi capolavori in musei di dieci differenti Stati

Benjamin Sutton

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La National Gallery of Art di Washington distribuisce alcuni capolavori della propria collezione a istituzioni di dieci Stati per celebrare il 250mo anniversario degli Stati Uniti, che cadrà il prossimo anno. In base a questo programma, denominato «Across the Nation», diversi musei, dall’Alaska alla Carolina del Nord esporranno opere scelte, tra gli altri, di Rembrandt, Botticelli, Berthe Morisot, Henri Matisse, Georgia O’Keeffe, Mark Rothko, Alma Thomas, Sol LeWitt e Winslow Homer. Il museo americano si fa carico di tutte le spese associate, dal trasporto all’installazione, fino ai servizi di restauro e formazione necessari, oltre ai costi delle campagne di marketing locali.

Secondo Kaywin Feldman, direttore dell’ente, l’iniziativa «è la manifestazione della visione della National Gallery come museo d’arte della nazione, e siamo entusiasti di portare alcune delle opere più amate della collezione d'arte nazionale direttamente nelle comunità di tutto il Paese».

Tra le istituzioni partecipanti e le opere coinvolte figurano l’Anchorage Museum, in Alaska, che esporrà opere di O’Keeffe, Rothko e Nancy Graves; il Denver Art Museum, che ospiterà un autoritratto di Rembrandt e un ritratto dell’artista attribuito alla sua bottega; il Whatcom Museum di Bellingham, Washington, che riceverà opere impressioniste di Matisse, Cézanne e altri; lo Utah Museum of Contemporary Art di Salt Lake City, con un disegno murale di LeWitt esposto in pubblico per la seconda volta; il Boise Art Museum della città di Boise, nell’Idaho, con opere di Rothko, Morisot e Thomas Eakins; il Flint Institute of Arts, del Michigan, con dipinti di Botticelli, Hans Memling e Andy Warhol; il Mint Museum di Charlotte, North Carolina, con Edgar Degas, O’Keeffe e Thomas; il Nevada Museum of Art di Reno con un allestimento della mostra «Dorothea Lange: Seeing People», della National Gallery di Washington; il Figge Art Museum di Davenport, Iowa, con dipinti antichi del Nordeuropa, tra cui Frans Hals e Lucas Cranach il Vecchio; e il New Britain Museum of Art di New Britain, nel Connecticut, con un dipinto di Robert Duncanson e uno di Homer. Alcune delle opere prestate dalla National Gallery sono già in mostra presso le istituzioni partner, mentre le altre vi verranno portate nel corso di questo mese o del prossimo; tutte rimarranno esposte fino a maggio 2026.

Il piano di prestiti della National Gallery arriva nei giorni in cui l’amministrazione del presidente Donald Trump ha fatto pressione sulle agenzie federali e sulle istituzioni finanziate a livello federale affinché cessino i loro programmi per la diversità, l’equità e l’inclusione (Dei) e diano priorità alle iniziative legate al 250mo anniversario della fondazione degli Stati Uniti nel 2026. In seguito alla firma da parte di Trump di un ordine esecutivo intitolato «Ending Radical and Wasteful Government DEI Programs and Preferencing» («Fine delle preferenze e dei programmi governativi radicali e spreconi») nel suo primo giorno di mandato, la National Gallery of Art e la Smithsonian Institution hanno entrambi chiuso i loro uffici per la diversità; la prima riceve quasi l’80% del suo budget operativo dal governo federale.

Il National Endowment for the Arts ha eliminato un programma di sovvenzioni destinato a sostenere progetti in comunità storicamente svantaggiate e sta invece cercando di ottenere richieste di sovvenzioni per il 2026 per «progetti che celebrino il ricco patrimonio artistico e la creatività della nazione onorando il 250mo anniversario degli Stati Uniti d’America». In un ordine esecutivo del 29 gennaio, intitolato «Celebrazione del 250mo compleanno dell’America», Trump ha anche rilanciato la sua visione di un «Giardino nazionale degli eroi americani», che avrebbe dovuto ospitare monumenti a personaggi famosi della storia, della politica, dello sport, della televisione e di altri campi d’attività. L’ordine esecutivo specificava che il giardino di sculture avrebbe dovuto essere completato «il più rapidamente possibile», come parte delle celebrazioni del 250mo.

 

Benjamin Sutton, 08 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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