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Il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona si è arricchito dallo scorso agosto di 189 opere della Fondazione Werner Coninx di Zurigo che, chiuso nel 2014 il museo privato in cui conservava l’intero corpus della Collezione Coninx (una delle più importanti della Svizzera, forte di 14.300 opere tra disegni, grafiche, dipinti, sculture e arte extraeuropea), ha distribuito i suoi pezzi più pregiati fra alcuni importanti musei elvetici.
Ad Ascona sono giunti, in forma di prestito permanente, lavori grafici (ma non solo) di artisti come Chagall, Feininger, Kandinskij, Klee, Léger, Macke, Marc, Valadon, Vuillard e altri ancora, che integrano e completano le raccolte permanenti.
Per la prima mostra di questo corpus («La Collezione Coninx. Opere grafiche dell’Espressionismo tedesco», dal 10 marzo al 2 giugno) la direttrice del museo, Mara Folini, ha scelto 75 opere (24 dipinti e 51 carte) di 14 artisti uniti dalla comune militanza, da fondatori o da esponenti di valore, nei movimenti dell’avanguardia espressionista che s’impose a Monaco di Baviera dal 1909, quando debuttò la Neue Künstlervereinigung München (NKVM, Nuova Associazione degli Artisti di Monaco), fondata nella casa di Schwabing, il quartiere bohémien di Monaco, in cui Marianne von Werekfin viveva con il compagno Alexej von Jawlensky: un gruppo dissidente, da cui nel 1911 si sarebbe staccato quello leggendario del Blaue Reiter, il Cavaliere Azzurro.
È con Werefkin e Jawlensky, dunque, che la mostra si apre, e con la coppia di loro amici formata da Vasilij Kandinskij e Gabriele Münter. Nei loro soggiorni estivi a Murnau, nelle Prealpi bavaresi, i quattro avrebbero sviluppato, ognuno con una propria impronta, una pittura inedita, dai colori vividi e antinaturalistici, stesi in campiture bidimensionali che guardavano ai Fauves ma anche alle ingenue pitture popolari bavaresi sotto vetro. La prima delle quattro sale della mostra è abitata dai loro lavori e dalle magnifiche xilografie di animali (1911-12) dell’amico Franz Marc, fondatore con Kandinskij del «Blaue Reiter», nella loro tenace ricerca di una spiritualità sempre più intensa.
A loro si sarebbe presto aggiunto il renano August Macke, cui è dedicata in prevalenza la seconda sala, dove figurano suoi lavori di questi anni e opere successive, dedicate ai nuovi temi urbani, segnate dall’incontro a Parigi con Robert Delaunay e dalla sua adesione ai modi del Cubismo orfico e del nostro Futurismo. Di Macke non potevano mancare le opere scaturite dal viaggio del 1914 a Tunisi con Louis Moilliet (grande acquarellista) e Paul Klee, membro anch’egli del Blaue Reiter, che scoprirà qui la fascinazione del colore. Tutti e tre sono ben rappresentati in mostra, insieme al Kandinskij astratto-geometrico del Bauhaus (1922-33) e poi alla declinazione biomorfa della sua pittura da lui avviata Parigi.
La terza sala presenta le xilografie di Heinrich Campendonk, Conrad Felixmüller e Richard Seewald, mentre la quarta chiude il percorso con le opere dello svizzero Ignaz Epper e dei tedeschi Andreas Jawlensky (figlio di Alexej) e Robert Genin, protagonisti del vivace ambiente culturale di Ascona tra le due guerre.

«La miniera Autunno-Scuola» (1907), di Marianne von Werekfin. Fondazione Marianne von Werefkin. Museo Comunale d’Arte Moderna, Ascona
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