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Addio a Claudia Cardinale, l’ultima grande diva del cinema italiano

Con la morte di Claudia Cardinale, scomparsa oggi all’età di 87 anni, se ne va non solo un’attrice, ma un simbolo di un’epoca in cui il cinema italiano parlava al mondo intero. 

Michelangelo Tonelli

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Con la morte di Claudia Cardinale, scomparsa oggi all’età di 87 anni, se ne va non solo un’attrice, ma un simbolo di un’epoca in cui il cinema italiano parlava al mondo intero. Volto, voce e anima di un immaginario che attraversa decenni, Cardinale è stata interprete di ruoli che hanno fatto la storia, icona di eleganza mediterranea e presenza magnetica capace di coniugare sensualità e rigore, sogno e concretezza.Nata a La Goulette, quartiere di Tunisi, nel 1938 da genitori siciliani, Claudia – il cui vero nome era Claude Joséphine Rose Cardinale – crebbe in un ambiente multiculturale, dove la lingua madre era il francese. Nel 1957 la sua vita cambiò per sempre quando, quasi per caso, vinse un concorso di bellezza che le valse un viaggio alla Mostra del Cinema di Venezia. Da quel momento, fu notata da produttori e registi italiani, che scelsero di puntare su di lei. I primi anni non furono semplici: doppiata nelle prime interpretazioni perché considerata “troppo esotica” nella voce, Cardinale seppe però affermarsi con determinazione, conquistando spazi e ruoli sempre più importanti. Dietro il fascino naturale, vi era un carattere forte, temprato da esperienze difficili, come la maternità affrontata giovanissima e in segreto.

Gli anni Sessanta segnarono la sua definitiva consacrazione. Cardinale fu protagonista di una stagione irripetibile del cinema italiano ed europeo, lavorando con i più grandi registi: Luchino Visconti, che la scelse come indimenticabile Angelica ne Il Gattopardo (1963); Federico Fellini, che la volle accanto a Marcello Mastroianni in (1963); Sergio Leone, che le affidò il ruolo della dolente Jill in C’era una volta il West (1968). La sua presenza scenica era inconfondibile: lo sguardo fiero, la voce profonda, la bellezza mai compiaciuta ma attraversata da una forza interiore che la rese diversa dalle altre dive della sua generazione. Cardinale seppe incarnare donne sensuali e insieme autorevoli, sospese tra tradizione e modernità, riflettendo le trasformazioni della società italiana del tempo. Non fu solo il cinema italiano ad amarla: Claudia Cardinale conquistò anche Hollywood e il cinema francese. Recitò con David Niven, Rock Hudson, Charlton Heston, e fu diretta da registi come Richard Brooks e Blake Edwards. Eppure non cedette mai completamente al richiamo dell’industria americana, scegliendo di mantenere radici europee e italiane, quasi a difendere un’identità culturale che sentiva parte di sé. Dietro il successo si celavano anche sfide personali. Il lungo legame con il produttore Franco Cristaldi, figura dominante del cinema italiano degli anni Sessanta, fu per Cardinale una relazione tanto professionale quanto complessa, che ne condizionò per anni le scelte artistiche. Dopo la separazione, la sua carriera conobbe momenti di difficoltà, ma l’attrice seppe reinventarsi, alternando cinema, teatro e impegno sociale.

Negli anni successivi si avvicinò con decisione a cause civili e umanitarie: fu ambasciatrice dell’UNESCO per la difesa dei diritti delle donne, sostenne battaglie per l’ambiente e la cultura, dimostrando come la sua voce andasse ben oltre lo schermo. Claudia Cardinale è stata l’ultima delle grandi dive del cinema italiano del Novecento, accanto a Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anna Magnani. Di lei resta un patrimonio di film che hanno fatto scuola e che continuano a essere studiati, proiettati, amati da generazioni diverse. Ma resta soprattutto un’immagine: quella di una donna che, pur nel gioco dei riflettori, ha saputo restare se stessa, custodendo gelosamente la propria vita privata e rivendicando la propria libertà. Oggi che Claudia Cardinale non c’è più, il cinema italiano perde una delle sue interpreti più luminose, e l’Italia intera perde una delle sue icone più riconoscibili nel mondo. Ma non c’è malinconia che tenga di fronte alla forza del suo lascito: i suoi film continueranno a parlarci, il suo sguardo a interrogarci, la sua voce a risuonare. Cardinale resta così, come in uno dei suoi set più celebri, sospesa fra realtà e mito, fra vita e cinema.

Michelangelo Tonelli, 23 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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