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Danile Soutif in un’immagine d’archivio

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Danile Soutif in un’immagine d’archivio

Addio a Daniel Soutif, mediatore tra arti visive, musica e critica

Il curatore e saggista parigino è scomparso a 79 anni. Già direttore del Dipartimento di Sviluppo Culturale del Centre Georges Pompidou, aveva forti legami con l’Italia, dove aveva diretto Artissima e il Centro Luigi Pecci di Prato

Erano tanti e di lunga data i legami di Daniel Soutif con l’Italia. Il critico d’arte, saggista ed esperto musicale parigino scomparso il 2 novembre a 79 anni (era nato il 19 agosto 1946), nel 2001-2002 era infatti stato il direttore artistico di Artissima a Torino e dal 2003 direttore del Centro «Luigi Pecci» di Prato, incarico in cui era subentrato a Bruno Corà e che avrebbe mantenuto fino al 2006. 

Dal 1993 al 2001 era stato direttore del Dipartimento di Sviluppo Culturale del Centre Georges Pompidou di Parigi (1993-2001), e prima ancora capo redattore dei «Cahiers du Musée national d’art moderne» (1990-94).  Laurent Le Bon, direttore dell’istituzione parigina, ne ricorda il contributo per « affermare la vocazione multidisciplinare del Centre Pompidou e rinnovarne lo spirito fondatore. Daniel Soutif è stato un instancabile mediatore tra musica, arti visive e riflessione critica. Insegnante, giornalista, critico d'arte e di jazz, ha fatto dialogare le discipline con rigore e curiosità. Uno spirito libero, esigente e generoso che rimane al centro dell'identità del Centre Pompidou». L’istituzione ha annunciato che gli renderà presto omaggio.

Critico d’arte di «Libération»  (e ancor prima insegnante di filosofia, disciplina in cui si era laureato nel 1970) per oltre un decennio, dal 1981 al 1994, Soutif aveva collaborato anche con la statunitense «Artforum» (1987-1991). Appassionato di musica, e in particolare di jazz, ne scriveva per il mensile «Jazz Magazine». Il «tempo», musicale e artistico, era stato al centro di diverse mostre da lui curate: «Le Temps, vite!», ideata per la riapertura del Centre Pompidou nel 2000, che offriva al pubblico un’esperienza al tempo stesso poetica ed enciclopedica; nello stesso anno aveva curato anche «Tempo!» al Palazzo delle Esposizioni di Roma e «Art y Temps», al Centre de Cultura Contemporània di Barcellona (2000-1). Nel 2002 organizza «Continuità. Arte in Toscana», al Palazzo Fabroni di Pistoia. Nel 2004 al Pecci  presenta  la prima retrospettiva dedicata da un museo italiano al fotografo Massimo Vitali e la monografica su Domenico Gnoli, cocurata, come la precedente, con Stefano Pezzato. Aveva anche «orchestrato», associando musica e arti plastiche, «Il Secolo del Jazz», mostra che tra 2008 e 2009 aveva viaggiato in varie sedi europee (Musée du quai Branly; Centre de Cultura Contemporània de Barcelona) con tappa al Mart di Rovereto. L’attività di curatore freelance si era intensificata dopo l’esperienza pratese e già nel 2006 è cocuratore di «La Force de l’art» (al Grand Palais di Parigi) e nel 2009-10 della monografica «Francesco Lo Savio» al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid.

Soutif  ha firmato numerose prefazioni e testi di cataloghi ( ra gli altri, per Hopefulmonster: Giulio Paolini. Da oggi a ieri. Catalogo della mostra, con Piergiovanni Castagnoli, e lo stesso Giulio Paolini, 1999; e Mario Merz. Il gatto che attraversa il giardino è il mio dottore-Le chat qui traverse le jardin est mon docteur, con Guy Tosatto e Alain Cueff, 2000) e i volumi Papiers journal. Chroniques d’art 1982-1992 (J. Chambon, Nîmes1994), Voyager immobiles (Le Passeur, Nantes 1994). A sua cura sono Nelson Goodman et les langages de l’art (Centre Pompidou, Parigi 1991), Clement Greenberg (Centre Pompidou, Parigi 1993) e L’Art du XXe siècle 1939-2002. De l’art moderne à l’art contemporain (Citadelles & Mazenod, Parigi 2005). 

 

 

 

 

Daria Berro, 05 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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