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Franco Vaccari

© Franco Vaccari

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Franco Vaccari

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Addio all’artista concettuale e fotografo Franco Vaccari

Era anche filosofo e teorico della fotografia e dell’arte, fisico di formazione. Aveva 89 anni. «Dagli anni Sessanta-Settanta ha portato avanti la democratizzazione del gesto artistico», secondo la Fondazione Fiaf

Gaspare Melchiorri

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Franco Vaccari, artista concettuale, fotografo, filosofo e teorico della fotografia e dell’arte, è improvvisamente morto oggi 12 dicembre a Modena, all’età di 89 anni.

Nato nel 1936 proprio a Modena, dove viveva e lavorava, intraprese studi a indirizzo scientifico, laureandosi in fisica. Esordì come poeta visivo con le prime opere «Pop esie» (1965), «Entropico» e «Le tracce» (1966). Nel 1972 fu invitato a partecipare alla Biennale di Venezia, dove presentò «Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio», un intervento costituito innescando meccanismi autogenerativi che, una volta azionati, davano vita a un processo artistico indipendente dal controllo dell’autore, ma con una forte componente di interazione con il pubblico.

Altre sue partecipazioni alla Biennale si tennero nel 1980 e nel 1993, con due sale personali e con le opere, rispettivamente, «Codemondo» e «Bar Code-Code Bar». Il «Bar Code 2», che fu realizzato a Modena in occasione della mostra «Uno» del 2009 all’ex Ospedale Sant’Agostino, evoluzione del primo modello, è un luogo interno ma allo stesso tempo separato dallo spazio espositivo che lo ospita.

Vaccari fu anche filosofo e teorico della fotografia. Testi come Duchamp e l’occultamento del lavoro (1978) e Fotografia e inconscio tecnologico (1979), furono contributi critici fondamentali della riflessione fotografica contemporanea.

Tra le molte mostre a cui partecipò, nel 1973 era presente alla rassegna «Combattimento per un’immagine», tenutasi alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, nel 1979 fu alla Triennale di Milano, nel 1984 tenne una sua antologica al Museum Moderner Kunst di Vienna, nel 1986 prese parte all’XI Quadriennale di Roma. Nel 1999 partecipò alla mostra «Minimalia» al PS1 Contemporary Art Center di New York, nel 2001 fu a Varsavia al Centro per l’Arte Contemporanea, nel 2004 a Praga all’Istituto Italiano di Cultura e nel 2008 a Lugano al Museo Cantonale d’Arte.

Così lo ha ricordato la Fondazione Fiaf: «Oggi ricordiamo l’improvvisa scomparsa di Franco Vaccari, artista visivo modenese, pensatore, fisico, che dagli anni Sessanta-Settanta ha portato avanti la democratizzazione del gesto artistico, dimostrando l’importanza del pensiero. Esponente di spicco della fotografia concettuale, partendo dal ready-made ne attenua la freddezza, rendendo attivi nella realizzazione dell’opera proprio gli spettatori. Ecco le «Esposizioni in tempo reale», dove la cabina photomatic […], invitando al ritratto "fai da te", diventa strumento di liberazione, una epifania, perché grazie ad essa gli utenti imparano a vedersi con altri occhi, a straniarsi e riconquistare una identità vera […]. L’immagine traccia fisica dell'esserci. Il “Fatelo voi” potremmo definirlo un mantra per Vaccari. Come il concetto di Inconscio tecnologico: “Non è importante che il fotografo sappia vedere, perché la macchina fotografica vede per lui”, affermava. […] Grazie Franco». 

Gaspare Melchiorri, 12 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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