Betty Danon, «Green Sounds», 1978. Galleria Tiziana Di Caro, Napoli

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Betty Danon, «Green Sounds», 1978. Galleria Tiziana Di Caro, Napoli

Al Castello di Miradolo dialoghi vegetali

Antichi, storici erbari posti «in comunicazione» con opere contemporanee «naturali»

L’idea di «erbario» richiama alla mente alcuni concetti come «collezione», «classificazione», «catalogazione», «studio», «memoria»: se questa dimensione metodologica e formale in epoca storica ha determinato la produzione di erbari che coniugavano la conoscenza del reale a una innegabile qualità estetica, in tempi più recenti ha suggerito ad artisti moderni e contemporanei differenti possibilità di esplorazione di linguaggi e di relazione con la natura e i suoi elementi.

La mostra «Di erbe e di fiori. Erbari d’autore. Da Besler a Penone, da De Pisis a Cage», in programma al Castello di Miradolo (To) dal 22 marzo al 22 giugno, intende costruire un dialogo tra alcune pagine di erbari storici e le opere di alcuni artisti che attorno alla riflessione sulla materia e sugli elementi della natura hanno costruito opere che sono specchio del presente.

Gli erbari storici di Carlo Allioni (1728-1804), Basilius Besler (1561-1629), Carlo Lupo (1895-1966), Edouard Rostan (1826-95), Camillo Sbarbaro (1888-1967), Ada e Alfonso Sella «parlano» alle opere di Vincenzo Agnetti, Björn Braun, Pier Paolo Calzolari, Chiara Camoni (che inserisce della vegetazione nelle sue sculture), Adelaide Cioni (che ha una videoinstallazione sulla struttura delle piante nell’orto botanico londinese di Kew Gardens), Betty Danon (con i suoi «Green sounds», contaminazioni tra arte e musica), Filippo De Pisis (che iniziò la sua carriera artistica raccogliendo un erbario di piante essiccate formato da circa 1.100 campioni), Piero Gilardi (i suoi tappeti-natura), Wolfgang Laib, Ugo La Pietra, Christiane Löhr (celebre per le sculture realizzate con materiali naturali come semi, baccelli, crini di cavallo), Mario Merz, Helena Mirra, Richard Nonas, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Robin Rhode, Thomas Schütte, Alessandra Spranzi e Michele Zaza.

La mostra, che ospiterà oltre 30 opere provenienti da collezioni private, dal Museo Botanico dell’Università degli Studi di Padova (che conserva oltre 500mila campioni di piante raccolte in tutto il mondo dalla fine del Settecento), dal Museo di Storia Naturale Giacomo Doria di Genova, dalla Fondazione Piero Gilardi di Torino e dal Museo Valdese di Torre Pellice, è curata dalla Fondazione Cosso e da Roberto Galimberti, con la consulenza iconografica di Enrica Melossi.

L’esposizione sarà accompagnata da un’inedita installazione sonora, a cura del progetto artistico «Avant-dernière pensée», dedicata al brano «In A Landscape» di John Cage del 1948

Redazione, 13 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Al Castello di Miradolo dialoghi vegetali | Redazione

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