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«Crude Oil (Vettriano)» di Bansky

Cortesia di Sotheby’s

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«Crude Oil (Vettriano)» di Bansky

Cortesia di Sotheby’s

Alla Modern & Evening Auction di Sotheby’s il 4 marzo ci sarà anche un Bansky

L’opera stimata da 3 a 5 milioni di sterline proviene dalla collezione di Mark Hoppus, cantante, bassista e fondatore della band americana punk-rock Blink-182

Davide Landoni

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Camerieri in livrea che passano tra facoltosi collezionisti intenti a prendere posto in sala, stringendo le proprie palette e dando un’ultima occhiata alle opere milionarie appese alle pareti. Un silenzio serafico carica di severità l’attesa per una partita che, in questi contesti, non è un gioco. Eppure, la sempre elegante atmosfera in cui sono immerse le aste di Sotheby’s, in occasione della Modern & Evening Auction del 4 marzo, a Londra, sarà spezzata da una nota insolitamente punk. È quella che proviene da «Crude Oil (Vettriano)» di Banksy, stimato 3-5 milioni di sterline e proveniente dalla collezione di Mark Hoppus, cantante, bassista e fondatore della band americana punk-rock Blink-182. Cresciuti nella scena skate punk della California anni '90, i Blink-182 sono saliti alla ribalta mondiale grazie a un umorismo irriverente e allo spirito ribelle della loro musica, mettendo in discussione consuetudini e luoghi comuni, proprio come Banksy fa con la sua arte. «Street art e Punk Rock condividono lo stesso vocabolario: parlano all'outsider, al ribelle. Entrambi i movimenti sono nati dai margini. Sfidano l'autorità e riscrivono le regole, un tratto fondamentale condiviso da Mark e Banksy», afferma Oliver Barker, presidente di Sotheby’s Europa. Un lotto più punk, probabilmente, non si è mai visto sul mercato. E se non è difficile immaginare come il genere prediletto di Hoppus, cresciuto con lo skateboard tra i graffiti di Los Angeles, possa essere la street art, più particolare la coincidenza che l'ha portato ad acquistare l'opera. Prima di lasciare la Città degli Angeli nel 2011 per trasferirsi a Londra con la moglie Skye e il figlio, il musicista visitò con la famiglia la mostra "Art in the Streets" al MOCA, dove un'opera di Banksy attirò la sua attenzione. Poche settimane dopo, appena giunti nel Regno Unito, il caso li condusse in una galleria alle cui pareti era esposto «Crude Oil (Vettriano)» di Banksy. 

Mark Hoppus e sullo sfondo l’opera di Banksy © Max Montgomery

«Abbiamo amato questo dipinto dal momento in cui l'abbiamo visto. Inconfondibilmente Banksy, ma diverso. L'abbiamo comprato perché lo amavamo. È stato testimone della crescita della nostra famiglia in questi ultimi dodici anni», racconta Hoppus commentando l’opera. Approfondendo il lavoro, si tratta in particolare della rivisitazione di Banksy del capolavoro di Jack Vettriano, «The Singing Butler»  del 1992, uno dei quadri più celebri della storia della Gran Bretagna. Per intenderci, Sotheby’s nel 2004 l’ha battuto per 744,8 mila sterline, al tempo record per un artista scozzese in asta. Sovvertendo la narrazione romantica dell'opera originale, che raffigura una coppia che balla su una spiaggia spazzata dal vento con un maggiordomo che fa loro una serenata, Banksy inserisce in secondo piano due uomini in tuta da anticontaminazione che trasportano un barile di rifiuti tossici. Un modo per inserirsi nella nostra realtà idealizzata e mostrarci come la questione legata all'inquinamento e all'ambiente sia tra le più critiche della contemporaneità. L'opera, una delle poche dipinte a mano da Banksy, faceva parte della prima mostra tradizionale che l'artista tenne a Londra nel 2005 e che ora è considerata un passaggio decisivo nel suo percorso. Insieme ad essa altre rivisitazioni sullo stesso tono, applicate per esempio ai «Girasoli»  di Van Gogh e a «Nighthawks»  di Edward Hopper. Storia espositiva che legittima le attese di Sotheby's nei confronti della vendita, che del resto vanta uno storico importante insieme al writer: sette dei primi dieci risultati d'asta per Banksy provengono dalla maison di Patrick Drahi, compreso il record raggiunto da «Girl Without Balloon», venduto per 18,6 milioni di sterline (25,4 milioni di dollari) nell’ottobre 2021, tre anni dopo che il dipinto, allora intitolato «Girl with Balloon», era stato parzialmente danneggiato subito dopo l'aggiudicazione tramite un meccanismo nascosto nella cornice. Un colpo di scena (forse organizzato?) decisamente punk, come punk sono le ragioni che spingono Mark Hoppus a vendere l'opera. «Un aspetto centrale della comunità punk rock è che se sei abbastanza fortunato da avere successo, porti con te i tuoi amici. Le band più grandi portano in tour band più piccole. Ci sosteniamo a vicenda dall'interno. Voglio investire parte dei soldi dalla vendita di questo dipinto e usarli per acquistare opere di artisti più giovani ed emergenti», ha spiegato il cantante. Un mecenate con la cresta, insomma. Come un «f***ing Medici».

Davide Landoni, 18 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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