Hadani Ditmars
Leggi i suoi articoliNel corso del restauro della Porta di Mashki a Mosul in Iraq, una delle porte monumentali dell’antica città assira di Ninive danneggiata dallo Stato Islamico nel 2016, gli archeologi hanno scoperto un gruppo di incisioni su pietra.
I sette rilievi in alabastro, risalenti a 2.700 anni fa, sono «alcuni degli esempi meglio conservati di rilievi del re Sennacherib esistenti», secondo il direttore del progetto Michael Danti, archeologo dell’Università della Pennsylvania il cui team sta collaborando con l’Ente per le Antichità e il Patrimonio dello Stato di Ninive negli scavi in corso iniziati ad aprile. «Si tratta di esempi rari e ben conservati di un periodo e di un sovrano molto importanti e di un momento cruciale per l’arte del Vicino Oriente», spiega Danti. Le incisioni assire sono gli unici esempi attuali di rilievi di Sennacherib presenti in Iraq.
«Se un iracheno volesse vederne uno, dovrebbe recarsi al British Museum. Questo è un momento molto emozionante per gli iracheni», afferma Danti. Il suo progetto ha ricevuto poco più di un milione di dollari dall’Alleanza internazionale per la protezione del patrimonio nelle aree di conflitto (Aliph) per ricostruire la porta e un finanziamento da parte del Penn Museum dell’Università della Pennsylvania per ulteriori scavi. Anche altri siti antichi in Iraq, soprattutto nel nord, sono stati riportati in vita dopo la distruzione da parte dell’Isis, come Hatra e Nimrud.
Il re neoassiro Sennacherib, che regnò dal 704 al 681 a.C., fece di Ninive la capitale del suo impero, spostandola da Khorsabad fondata da suo padre Sargon II, 15 km a nord-est dell’attuale Mosul. Sennacherib costruì Ninive in modo considerevole, edificando mura, templi, giardini e il famoso Palazzo di Sud-Ovest. Le sue conquiste militari, in particolare nel Levante, erano ben documentate, così come la sua distruzione di Babilonia nel 689 a.C. e la maggior parte dei sette rilievi scoperti nel sito della porta di Mashki glorificano le sue gesta.
Intagliati in alabastro o «marmo di Mosul» in modo estremamente dettagliato, i sette rilievi rinvenuti documentano accampamenti militari in regioni montuose e lussureggianti che Danti ipotizza possano trovarsi nell’odierno Libano. Includono raffigurazioni di alberi di melograno, palme da dattero e viti d’uva, oltre a nobili assiri, soldati e prigionieri.
Le conquiste del re Sennacherib in Fenicia sono ben note e il suo assedio di Gerusalemme e il saccheggio della città di Lachish, nel Regno di Giudea, sono descritti nel Libro di Isaia della Bibbia. Secondo Danti le lastre scoperte di recente assomigliano a quelle rinvenute nel palazzo sud-occidentale di Sennacherib, scavato dagli inglesi nel XIX secolo, che raffigurano l’assedio di Lachish e attualmente sono esposte nel British Museum.
Per fortuna ciò che l’Isis ha demolito nel 2016 non è l’antica porta originaria, già distrutta da un incendio durante l’invasione dei Babilonesi e dei Medi nel 612 a.C., ma una ricostruzione degli anni ’70 concepita dall’archeologo e artista Tariq Madhloom. Il leggendario pittore e difensore del patrimonio iracheno iniziò gli scavi nel sito nel 1968 e utilizzò quanto scoperto per ricostruire la porta (di Mashki).
Il team di Danti ha portato alla luce le incisioni assire scavando sotto ciò che Madhloom aveva già scavato, aprendo un varco da lui sigillato e scoprendo le lastre in un lungo corridoio sotto lo strato di detriti e manufatti dell’incendio del 612 a.C.
I contorni scalpellati dei rilievi secondo Danti sarebbero dovuti al tentativo di cancellare e riutilizzare il prezioso materiale di alabastro da parte di un monarca successivo, forse Sinsharishkun (627-612 a.C.), ultimo re di Ninive. Secondo lo studioso i rilievi potrebbero essere stati utilizzati originariamente per il Palazzo di Sud-Ovest, poi inseriti nella Porta di Mashki e infine perduti dopo l’invasione babilonese.
Una volta completata la ricostruzione della porta, l’idea è di realizzare un centro visitatori che illustri la storia di Ninive.
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