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Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliNella Grotta dei Massacci, situata nella frazione di Osteria Nuova nel territorio del Comune di Frasso Sabino (Ri), è stata avviata una campagna di ricerca da parte del Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio, nell’ambito della collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti. Il progetto è stato sviluppato in sinergia con il Comune di Frasso Sabino, che ha sostenuto l’iniziativa di ripresa dello studio dell’imponente sepolcro.
Le esplorazioni, con il coordinamento della dottoressa Nadia Fagiani della Soprintendenza Abap e sotto la direzione scientifica del dottor Cristiano Ranieri, hanno portato alla luce importanti evidenze archeologiche che ampliano la conoscenza del territorio sabino e hanno fornito nuovi dati sia dal punto di vista archeologico che da quello idrogeologico.
Si è scoperto un articolato sistema ipogeo scavato all’interno del basamento del monumentale sepolcro romano della Grotta dei Massacci, datato al II secolo d.C. Gli speleologi hanno esplorato una serie di gallerie che con ogni probabilità furono utilizzate come sepolcreti in epoca tardo antica.
Questo ritrovamento aggiunge importanti informazioni per la comprensione delle fasi di utilizzo del mausoleo. Le ricerche hanno focalizzato l’attenzione anche sull’interno del pozzo presente nella camera sepolcrale con volta a crociera della tomba dei Massacci. Il pozzo non era mai stato indagato in precedenza: risulta essere stato ricavato all’interno del monumento stesso ed è stato esplorato fino a una profondità di 6,50 metri. La struttura era riempita nei secoli di detriti e materiale di risulta, e nei prossimi giorni si procederà alla disostruzione per determinare la reale profondità dell’ipogeo.
Nella stessa area è stata scoperta e indagata una cisterna a cunicoli di epoca preromana, che risulta ancora attiva. Questa scoperta fa capire come l’intera area dove sorge il sepolcro dei Massacci sia stata interessata da un intenso sfruttamento nei secoli della falda acquifera. Il sistema idraulico presenta caratteristiche tecniche di grande interesse, con cunicoli di drenaggio e captazione idraulica che dimostrano l’utilizzo di tecnologie avanzate per l’epoca.
Nadia Fagiani ha riferito che si tratta di «acquisizioni molto importanti che permetteranno di fare luce e comprendere ancora meglio non solo le tecniche costruttive del sepolcro, ma anche le varie fasi di utilizzo durante i secoli».
Tra le tecnologie all’avanguardia utilizzate dagli speleologi nelle loro perlustrazioni, è stata realizzata la documentazione fotografica e il rilievo in 3D basato su scanner a tecnologia Lidar di tutti gli ipogei esaminati. Questa metodologia consente di ottenere una mappatura tridimensionale dettagliata delle strutture sotterranee, mettendole in relazione con le evidenze murarie e gli ambienti di superficie.
Il Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio, fondato nel 1993 dall’archeologo Cristiano Ranieri, ha una consolidata esperienza nella ricerca speleo-archeologica in Sabina: dal 2002 collabora con la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma, conducendo ricerche speleologiche negli ipogei di Roma e nel territorio circostante.
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