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Davide Landoni
Leggi i suoi articoliArt Basel Paris 2025 ha socchiuso le porte del Grand Palais - L'Avant Première il 21 ottobre, oggi 22 ottobre la preview - ma già il mondo dell'arte ci ha buttato dentro l'occhio sperando di sbirciare i capolavori esposti. Così, come raccontavamo qualche mese fa con Mark Rothko nell'edizione di Basilea, tra le curiosità più grandi c'è sicuramente quella di individuare il pezzo simbolo della fiera. Quello che per importanza, qualità e valutazione merita di prendersi un posto di copertina sul resoconto di questa edizione. Dopo un primo giro, ecco quindi che abbiamo individuato un validissimo candidato a questo ruolo: «Abstraktes Bild (Abstract Painting)» di Gerhard Richter, del 1987, proposto e venduto da Hauser & Wirth per 23 milioni di dollari. Lo stesso presidente Iwan Wirth ha commentato con toni entusiasti l'affare, certificando aspettative e rilevanza del quadro: «L'Avant Première di Art Basel si è rivelata oggi un'idea molto intelligente che ha dato ottimi risultati su tutti i fronti. Quando si mettono grandi opere d'arte davanti a grandi persone, si crea una magia. Abbiamo appena venduto il nostro gioiello della corona, un eccezionale dipinto del 1987 di Gerhard Richter, presso il nostro stand. È chiaro che, come la vista sopra di noi al Grand Palais, il cielo è il limite».
L'opera fa parte della celebre serie «Abstrakte Bilder» di Gerhard Richter, una delle più emblematiche della sua produzione, dove la pittura a olio è distribuita sulla tela per mezzo di una tecnica stratificata e gestuale, che caratterizza il lavoro astratto dell’artista tedesco. Il dipinto in questione si presenta come un campo cromatico denso, vibrante e complesso, costruito attraverso numerosi strati di colore applicati e poi parzialmente rimossi o raschiati via, spesso con l’uso di spatole di grandi dimensioni. In questo modo, Richter ha creato una superficie visivamente ricca e profondamente dinamica, dove trasparenze, velature e contrasti si alternano in un gioco di equilibrio tra caos e controllo. L’opera non rappresenta nulla di riconoscibile nel senso tradizionale, ma evoca comunque emozioni e associazioni soggettive, grazie alla sua materia pittorica quasi tattile e all’interazione intensa tra i colori. Il processo di creazione è parte integrante del significato: Richter lavora in modo intuitivo ma controllato, lasciando che la pittura stessa guidi in parte il risultato finale, in una sorta di dialogo tra l'artista e la superficie.
Un discorso che proprio in questi giorni si rinnova a Parigi nella grande retrospettiva che la Fondation Louis Vuitton dedica a Gerhard Richter fino al 2 marzo 2026. Circa 263 opere, «dal primo dipinto del 1962 all’ultimo del 2017», oltre a disegni e acquerelli, raccontano la parabola unica e completa di un artista che, a 93 anni, è tra i cinque autori viventi più importanti al mondo. Anche David Zwirner, nella sua galleria di Parigi, ha scelto di dedicargli una mostra, visitabile fingo al 20 dicembre 2025. Questa è la terza mostra dell'artista con Zwirner dall'annuncio della sua rappresentanza nel 2023, dopo le esposizioni personali nelle sedi della galleria a New York (2023) e Londra (2024). Elementi, le due mostre, che partecipano non poco a definire attorno a Richter i contorni del pittore simbolo di questa art week parigina. Plausibile dunque che anche in fiera, quest'anno, sia la sua opera che tutti cercheranno. E che tra qualche mese ricorderanno come simbolo di Art Basel Paris 2025.

Gerhard Richter, Abstraktes Bild (Abstract Painting), 1987, Oil on canvas, 200 x 140 cm / 78 3/4 x 55 1/8 in © Gerhard Richter 2025. Photo: Nicolas Brasseur
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