Luana De Micco
Leggi i suoi articoliDal 4 al 7 aprile si svolge Art Paris. La 26ma edizione della fiera segna anche l’ultima volta al Grand Palais Éphémère, il padiglione espositivo dei giardini degli Champ-de-Mars, ai piedi della Tour Eiffel, prima del ritorno alla location storica del Grand Palais, nel 2025, al termine di una grande campagna di lavori. La fiera parigina d’arte moderna e contemporanea, che si presenta come «regionale e cosmopolita», si è affermata nel calendario fieristico internazionale.
L’edizione del 2023 ha accolto più di 81mila visitatori, una frequentazione in crescita del 19% rispetto al 2022. Allora erano state segnalate transizioni interessanti, con una scultura-specchio di Anish Kapoor venduta a più di 700mila euro da Galleria Continua e un’opera di Kehinde Wiley a 300mila euro da Templon. Sono 136 le gallerie quest’anno, di cui 40 partecipano per la prima volta, e, tra queste, alcune che dettano le tendenze come Michel Rein (Parigi e Bruxelles), Peter Kilchmann (Zurigo e Parigi) e Meessen (Bruxelles).
La fiera propone due sezioni, «Generale» e «Promesse», quest’ultima dedicata agli spazi giovani e agli artisti emergenti, che conta nove espositori, a cui si aggiunge il percorso di «Solo show». Dall’Italia torna Galleria Continua (San Gimignano e varie sedi nel mondo), che allestisce, tra gli altri, lavori di Giovanni Ozzola, Eva Jospin, Adel Abdessemed e Julio Le Parc. Sono presenti per la prima volta invece Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea, di Milano, che espone Jenni Hiltunen, Piero Pizzi Cannella, Sara Berman e Joana Vasconcelos e Labs Contemporary Art, di Bologna. Quest’ultima galleria, che partecipa per la sezione «Promesse», propone una personale di Giulia Marchi, artista di Rimini, classe 1976, con il progetto inedito «Sono soltanto linee». Tra le realtà che hanno una base anche in Italia, figurano in lista Patricia Low Contemporary (Gstaad e Venezia) e Richard Saltoun (Londra, Roma). Tornano inoltre ad Art Paris Perrotin, Lelong & Co., Almine Rech, Nathalie Obadia e Poggi.
I visitatori possono muoversi tra gli stand seguendo degli itinerari tematici. Curato da Nicolas Trembley, critico d’arte, è «Art & Craft», in riferimento alla corrente artistica nata nel Regno Unito intorno al 1880 grazie a William Morris. In questo percorso si incontrano opere di Jacqueline Lerat (Galerie Capazza), Sheila Hicks (Galerie Claude Bernard), Michele Ciacciofera (Michel Rein) ed Elizabeth Garouste (Ketabi Bourdet).
Il secondo percorso, curato da Éric de Chassey, direttore dell’Institut National d’Histoire de l’Art (Inha), è «Fragili Utopie». Qui ci si imbatte nei lavori di Jean-Michel Alberola (Templon), Yto Barrada (Polaris), Sonia Terk-Delaunay (Berès) e Elika Hedayat (Aline Vidal).
Sono 17 infine le mostre monografiche, tra cui Carlo Zinelli (1916-74), figura dell’Art brut, da Jp Ritsch-Fisch, Lucia Hierro, con un’installazione di collage digitali, da Fabienne Levy e Jean Hélion (1904-87), pioniere dell’arte astratta, da Patrice Trigano.
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