Beatrice Cumino
Leggi i suoi articoliNel 1991 Elton John acquistò un attico nel complesso residenziale Park Place in Peachtree Road ad Atlanta dopo aver lasciato la sua casa di Windsor in Inghilterra. Colpito dal calore della gente e dalla vivacità della cultura musicale, John decise di trasferirsi permanentemente in Georgia e di fare della capitale dello Stato la sua residenza. Non immaginava che cosa questo appartamento al 36mo piano, e la città stessa, avessero in serbo per lui. La casa, che ha ospitato la pop star britannica per 31 anni, è stata infatti il simbolo della sua disintossicazione e rinascita. Attraverso occhi finalmente sobri e presenti è diventato un collezionista eclettico ed entusiasta, acquistando pezzi stravaganti e vivaci tanto quanto la sua personalità. «Il mio appartamento ad Atlanta era come un rifugio, pieno di cose che amavo, di ricordi da ogni parte del mondo, di oggetti che mi davano ispirazione giorno dopo giorno», ha raccontato il cantante in un video diffuso da Christie’s, dove dal 21 al 28 febbraio si sono svolte otto sessioni dedicate alla dispersione della sua collezione. Le danze si sono aperte a New York il 21 sera con la prima asta, live, «The Collection of Sir Elton John: Opening Night», che ha totalizzato 7,9 milioni di dollari.
Questo appuntamento, come i sette successivi (live e online), sono stati caratterizzati da pezzi unici, opere d’arte e cimeli che hanno raccontato la vita di una leggenda. Tash Perrin, vicepresidente di Christie’s Americas, ha dichiarato: «Una testimonianza della visione eclettica, dell’abilità artistica e del gusto impeccabile di un uomo». «Forse non è il gusto di tutti, ma sicuramente è il mio», ha detto Elton John raccontando la sua collezione. Tra gli oggetti in asta, l’ampia collezione di fotografie: «È strano, ha dichiarato il cantante, sono stato ritratto da famosi fotografi ma non ho mai considerato questa come una forma d’arte fino a quando non mi sono disintossicato ed è stato allora che il mio appetito per la fotografia e l’arte contemporanea è cambiato». Una riscoperta, quindi, attraverso la quale è stato guidato da Jane Jackson, gallerista di Atlanta a cui John ha dichiarato di dover molta della sua conoscenza in fatto di storia della fotografia. Dall’inizio degli anni ’90 ha creato una delle collezioni private di fotografia più grandi al mondo, con oltre 7mila stampe che coprono uno spazio temporale di oltre 100 anni e testimoniano la dedizione di Elton John a questo medium.
I generi spaziavano dalla moda, come «Nastassja Kinski and the serpent» di Richard Avedon (venduta per 151.200 dollari), al fotogiornalismo («Charleston, South Carolina» di Robert Frank, invenduto), passando per immagini forti e provocatorie come «Waterfall II, Hollywood» di Herb Ritts (15.120 dollari), e infine le fotografie di artisti contemporanei come Cindy Sherman e David Hockney. Tra gli altri pezzi forti «Your Song», un dipinto di Damien Hirst (invenduto) appositamente realizzato per lui e David Furnish, marito e compagno di una vita di John, e, essendo la popstar un’icona di stile, molti abiti, gioielli e oggetti di scena, così come le 100 camicie di seta ricamate, i sontuosi servizi da tavola e gli arredi rivestiti in velluto firmati Versace, come testimonianza della fraterna amicizia con lo stilista. 20.790 dollari, infine, sono stati pagari per lo scatto di Terry O’Neill «Elton John scattato (Album Cover Variant)» del 1974 (in copertina di questo numero di «Vernissage»).
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