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Bianca Bondi, Loreleii VII, 2024

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Bianca Bondi, Loreleii VII, 2024

Bianca Bondi in bilico tra terreno e ultraterreno in un palazzo del Settecento a Siena

Affascinata dalla botanica e dall'alchimia, l'artista sudafricana prosegue la sua indagine sui cicli di vita e morte, sui rituali e sulle modalità di abitare gli spazi

Riccardo Deni

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Il 17 maggio inaugura Earth, Coral, Clouds, a cura di Fiammetta Griccioli e Cloé Perrone, la prima mostra personale in Italia dell'artista sudafricana Bianca Bondi, attualmente borsista presso La Villa Medici a Roma 2024-25 e nominata per il Prix Marcel Duchamp 2025. Bianca Bondi trasforma il cortile e le sale del settecentesco Palazzo Chigi Zondadari a Siena in un intreccio dinamico di forme organiche e inorganiche in continua mutazione. Il titolo dell'esposizione, Earth, Coral, Clouds, è ispirato a Dark Ecology del filosofo e teorico Timothy Morton, un testo che sfida il pensiero ecologico convenzionale e invita a confrontarsi con il buio, l'ignoto e le scomode verità della nostra esistenza nel mondo naturale. Seguendo questa filosofia, Bondi presenta una serie di interventi site-specific che dialogano con la ciclicità del tempo attraverso processi di cristallizzazione, ossidazione e trasformazione chimica. In dialogo con gli affreschi e le decorazioni del palazzo che evocano una coesistenza tra mondo naturale, mitico e umano, l'artista rielabora il potere dei rituali antichi e di materiali carichi di memoria, dando vita a fragili ecosistemi in cui gli elementi si accumulano e si trasformano nel tempo, mettendo in discussione l'idea stessa di stabilità. Affascinata dalla botanica e dall'alchimia, Bondi prosegue la sua indagine sui cicli di vita e morte, sui rituali e sulle modalità di abitare gli spazi. Lavorando con soglie e spazi liminali, introduce i suoi materiali distintivi sale, acqua, muschio e rame in nuove creazioni che suggeriscono una forza vitale invisibile ma presente. Il sale, ricorrente nelle sue opere, agisce sia come conservante che come agente di decadimento. Lìacqua, sospesa tra liquidità ed evaporazione, richiama la natura effimera delle nuvole. Il corallo, organismo vivente e al contempo struttura geologica, diventa metafora di trasformazioni lente e impercettibili.

Nel contesto di Palazzo Chigi Zondadari, la mostra amplifica il contrasto tra l'opera dell'uomo e il mondo naturale, sollevando domande urgenti sulla conservazione, la perdita e il futuro del nostro pianeta. A Siena, dove la storia è impressa nella materia dai bottini alle facciate senza tempo dei palazzi il lavoro di Bondi risuona con un passato stratificato e vivo. Qui le sue opere interagiscono con l'architettura non come oggetti inerti, ma come sistemi in evoluzione. Il palazzo stesso, intriso di memoria, assorbe e riflette i materiali introdotti, rafforzando l’idea che lo spazio, come la natura, non sia mai statico. Per Earth, Coral, Clouds, Bondi ha concepito tre interventi immersivi e site-specific che tessono un racconto tra il cortile, il salone da ballo e la sala da pranzo. Nel cortile, Procession for the lost and found (2025), una composizione sospesa di fiori e crocifissi bruciati, evoca un rituale fluttuante un offerta allìinvisibile. Le forme in bilico richiamano il delicato equilibrio tra offerte votive e tracce di devozione, tra presenza e assenza. I crocifissi alludono ai cicli di distruzione e rinascita, mentre i fiori introducono gesti di cura e memoria. Corde tese tra questi elementi suggeriscono legami tra mondi diversi il terreno e l'ultraterreno, il vivente e il trascendente. Fino all'8 dicembre.

 

 

 

Riccardo Deni, 01 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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