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Visitatori in coda davanti al Colosseo

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Visitatori in coda davanti al Colosseo

Biglietti per il Colosseo inaccessibili online: maximulta da 20 milioni

L’Autorità Garante per la Concorrenza ha sanzionato CoopCulture, il gestore del servizio fino al 2023, e sei operatori turistici, che avrebbero contribuito «in piena consapevolezza, al fenomeno della grave e prolungata indisponibilità dei biglietti di ingresso a prezzo base» 

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Arianna Antoniutti

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Quasi 20 milioni di euro. A tanto ammontano le sanzioni che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha irrogato a CoopCulture e agli operatori turistici Tiqets International BV, GetYourGuide Deutschland GmbH, Walks LLC, Italy With Family S.r.l., City Wonders Limited e Musement S.p.A. Il motivo, dettagliatamente illustrato da un provvedimento di 107 pagine è la sostanziale impossibilità di acquistare online biglietti per l’ingresso al Parco Archeologico del Colosseo. L’istruttoria, avviata nel 2023, ha portato alla maximulta che, per CoopCulture, ammonta a 7 milioni di euro. La cooperativa ha diretto dal 1997 (prima della fusione nel 2010 con Pierreci, primo concessionario, e Codess Cultura), i servizi di biglietteria del Parco fino al 2023. Una gestione sottoposta, in 25 anni, a ricorrenti proroghe. Da maggio dello scorso anno, la gestione dei soli servizi di biglietteria del Parco è passato a Consorzio Nazionale Servizi-Cns , mentre i servizi aggiuntivi (didattica e attività di valorizzazione), in precedenza svolti da CoopCulture, sono stati internalizzati dallo stesso Parco Archeologico.

Secondo l’Agcm (autorità le cui aree di intervento sono la tutela della concorrenza, la tutela del consumatore, il conflitto di interessi e il rating di legalità) CoopCulture «ha contribuito, in piena consapevolezza, al fenomeno della grave e prolungata indisponibilità dei biglietti di ingresso per il Colosseo a prezzo base. In particolare CoopCulture, da un lato, non ha adottato iniziative adeguate per far fronte all’accaparramento dei titoli di accesso con metodi automatizzati; dall’altro, ha riservato significativi quantitativi di biglietti alla vendita abbinata alle proprie visite didattiche, da cui traeva rilevanti benefici economici. Essa ha così costretto i consumatori a rivolgersi a tour operator e a piattaforme che rivendevano biglietti abbinati a servizi aggiuntivi (ad esempio guida turistica, pick up, salta fila) e a prezzi notevolmente più alti».

Come si legge nelle argomentazioni difensive delle parti, CoopCulture, per quanto concerne l’acquisto dei biglietti tramite bot (programmi informatici capaci di accedere alla vendita dei biglietti), dichiara di aver provveduto «tra aprile e luglio 2022 ad implementare sistemi antibot, che sono stati successivamente aggiornati. Più in generale, CoopCulture rileva che non esiste una soluzione definitiva per contrastare bot e automatismi di accaparramento dei biglietti, in quanto i bot vengono continuamente evoluti per eludere i sistemi di sicurezza».

Nell’ambito dello stesso procedimento, l’Agcm ha irrogato le sanzioni pecuniarie anche ai sei citati operatori turistici, Tiqets International BV, GetYourGuide Deutschland GmbH, Walks LLC, Italy With Family S.r.l., City Wonders Limited e Musement S.p.A, che «hanno acquistato biglietti con bot o altri strumenti automatizzati, contribuendo al fenomeno del rapido esaurimento dei biglietti stessi a prezzo base sul sito del concessionario CoopCulture. Così facendo, questi operatori si sono avvantaggiati della sistematica indisponibilità di biglietti che ha costretto i consumatori che volevano visitare il Colosseo a reperirli in questo modo a prezzi anche molto più alti perché abbinati ai servizi aggiuntivi offerti da loro o da altri operatori turistici».

Un commento sul provvedimento è giunto da Codacons, che ha deplorato «l’odioso fenomeno del secondary ticketing». «I biglietti di concerti ed eventi, ma anche quelli di ingresso ad importanti siti culturali come il Colosseo, ha dichiarato il presidente Carlo Rienzi, spariscono a tempo di record dai canali ufficiali per comparire sui siti secondari a prezzi maggiorati, raggiungendo in alcuni casi livelli astronomici. Un fenomeno che crea danni economici da centinaia di milioni di euro all’anno agli utenti e che le norme finora introdotte non hanno saputo arginare. Una pratica ancor più grave quando colpisce aree storiche e siti culturali che sono patrimonio di tutti, e per il cui accesso cittadini e turisti sono costretti a subire le tariffe maggiorate degli operatori turistici che si accaparrano i biglietti e che obbligano gli utenti ad acquistare servizi aggiuntivi non richiesti».

Arianna Antoniutti, 08 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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