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Ceci n’est pas une affiche

Ceci n’est pas une affiche

Martin Bailey

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<!-- p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; line-height: 11.0px; font: 8.5px 'Swift Neue LT Pro'} p.p2 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; line-height: 11.0px; font: 8.5px 'Franklin Gothic Std Condensed'} span.s1 {font: 8.5px 'Franklin Gothic Std Condensed'; font-kerning: none; color: #414141} span.s2 {font-kerning: none} span.s3 {font: 8.5px Helvetica; font-kerning: none} --> Magritte pittore e, per necessità, disegnatore pubblicitario  

 

Dal 21 settembre al 23 gennaio il Centre Pompidou propone una retrospettiva del surrealista belga René Magritte (1898-1967) in una mostra sul «tradimento delle immagini». Questa frase è tratta da uno dei più noti dipinti dell’artista, «La trahison des images» (1929), raffigurante una grande pipa con la scritta «Ceci n’est pas une pipe», concesso in prestito dal Los Angeles County Museum of Art.

 

Con 100 opere, la mostra presenta i principali temi di Magritte, tra cui tende, ombre, parole e fiamme. Due opere sono state prestate da Jasper Johns, che conobbe l’opera di Magritte a New York nel 1954. Tra queste «La clef des songes» (1935), che raffigura una finestra suddivisa in quattro riquadri: in uno c’è una valigia con il testo «the valise», mentre gli altri ritraggono un cavallo , un orologio e una brocca.

 

Viene inoltre proposto un lato inaspettato di Magritte: i manifesti piuttosto convenzionali che realizzò negli anni Trenta, prima di riuscire a vivere agiatamente con le opere surrealiste. Si tratta tra gli altri di poster pubblicitari (per le caramelle Antoine) e politici (una richiesta di orari di lavoro ridotti per gli operai tessili). La pittura di Magritte, del resto, avrebbe profondamente influenzato la comunicazione pubblicitaria.

 

Nel 2017 la mostra si trasferirà alla Schirn Kunsthalle di Francoforte dal 10 febbraio al 5 giugno.

 

Martin Bailey, 16 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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