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Le dipendenti di un museo americano

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Le dipendenti di un museo americano

Chi guadagna di più?

Dai rapporti sugli stipendi di musei e gallerie statunitensi emerge una disparità sostanziale tra chi occupa i vertici del sistema e chi ha una posizione marginale

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Maria Sancho-Arroyo

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Nell’ottobre 2020 l’Association of Art Museum Directors ha pubblicato un rapporto sugli stipendi del personale di musei nordamericani relativo a più di 50 diverse posizioni a tempo pieno all’interno di un museo, dall’ufficio del direttore ai ruoli di leadership e di supporto nei dipartimenti curatoriali, educativi, di promozione, di comunicazione e di sicurezza.

In media i direttori di museo guadagnano 317.500 dollari all’anno. Altri livelli di dirigenti arrivano a 184.200 dollari, mentre i curatori capo sono al terzo posto, con uno stipendio medio di 150.200 dollari. Gli impiegati di livello medio hanno stipendi tra 60mila e 80mila dollari. Al livello più basso, gli addetti alla sicurezza guadagnano circa 35.700 dollari e gli associati ai servizi per i visitatori 32.600 dollari.

Il rapporto fornisce un quadro molto interessante su come i compensi per chi lavora nei musei variano non solo da ruolo a ruolo, ma anche a seconda dell’area geografica e del tipo di finanziamenti di cui si avvale il museo. Nei musei non profit privati (la stragrande maggioranza negli Stati Uniti) l’aumento di stipendio dipende essenzialmente dal merito, mentre nei musei statali dal costo della vita.

Lo scorso primo giugno su Artnet è uscito un servizio di Zachary Small ed Eileen Kinsella («Full Report: How Much Does an Art Dealer Really Make?») che hanno intervistato più di 300 mercanti d’arte in merito ai loro affari e ai guadagni personali. Da quei dati è emerso il ritratto di un settore caratterizzato da grandi disparità di reddito.

La maggior parte di coloro che rientrano nella categoria di direttori di gallerie commerciali guadagna più di 100mila dollari, con alcuni «top earner» che raggiungono i milioni, mentre gli assistenti di galleria arrivano al massimo a 35mila dollari. In mezzo troviamo molti lavoratori con responsabilità significative e anni di esperienza i cui stipendi si aggirano intorno a 70mila-80mila dollari.

Ciò che il sondaggio non chiarisce è se queste cifre rappresentano uno stipendio base o se includono le provvigioni sulle vendite che, a quanto sento da amici nel settore, rappresentano una parte molto significativa degli introiti. Quello che però trovo più interessante è confrontare gli stipendi del settore non profit con quelli delle gallerie e di altri operatori del mercato.

Il settore commerciale offre stipendi molto più alti per chi è al vertice, ma man mano che ci spostiamo verso il basso le differenze non sono così nette. Gli stipendi per le posizioni senior nei musei (per esempio direttore finanziario, capocuratore) non sono molto diversi da quelli di chi opera allo stesso livello nel settore commerciale e c’è un grande gruppo di lavoratori in entrambi i settori con stipendi intorno a 40mila-60mila dollari.

La realtà è che le piccole gallerie non hanno budget per assumere impiegati a tempo pieno perché i galleristi spesso non riescono a guadagnare abbastanza per coprire le spese e per sé stessi. Solo le grandi gallerie sono in grado di offrire stipendi che rendono attraente lavorare per loro. Insomma, negli Stati Uniti tra il settore museale e il settore commerciale dell’arte la grande differenza non è tanto nello stipendio, quanto nelle mansioni e nei ritmi, più veloci e competitivi in quello commerciale.

Le dipendenti di un museo americano

Maria Sancho-Arroyo, 15 settembre 2021 | © Riproduzione riservata

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