Melanie Gerlis
Leggi i suoi articoliPer il primo semestre 2015 Christie’s ha dichiarato vendite totali per 4,5 miliardi di dollari, un risultato nominale identico a quello registrato nello stesso periodo del 2014. Il dollaro statunitense forte in rapporto alle altre valute internazionali fa sì che, per esempio, in sterline (la sede centrale di Christie’s è a Londra) il totale risulti superore a quello precedente, ma che la crescita sia comunque meno spettacolare rispetto al 2014: un aumento dell’8% a 2,9 miliardi di sterline nel 2015 contro uno del 12% per la prima metà del 2014. Va ricordato che Christie’s è una società privata e che come tale non è tenuta a pubblicare i suoi bilanci. Tuttavia le vendite private hanno mostrato una netta caduta: dagli 828 milioni di dollari registrati nella prima metà del 2014 ai 515 milioni di quest’anno.
A far scendere le cifre del 2015 sono state anche le vendite di disegni, sculture e dipinti antichi, compresi i dipinti europei del XIX secolo e l’arte russa, cadute del 37% a 110 milioni di dollari. Le vendite equivalenti dello scorso anno (realizzate prima del brusco declino delle quotazioni petrolifere) avevano portato nelle casse della società 174 milioni di dollari.
Le vendite più significative si sono tenute nelle Americhe (con in testa la sede di New York), per una cifra che rappresenta metà del fatturato di Christie’s: 2,2 miliardi di dollari. Le vendite in Asia hanno invertito il declino dello scorso anno e sono state in crescita dell’8%, con 455,1 milion di dollari.
Jussi Pylkkännen, presidente mondiale di Christie’s, minimizza la riduzione dei livelli di vendita. «Nella prima metà dell’anno abbiamo assistito a una forte crescita ai due estremi delle fasce di prezzo. A New York, in maggio, se abbiamo avuto 40 offerte superiori ai 100 milioni di dollari per un Picasso, abbiamo anche registrato un incremento del 14% dei compratori nel mercato intermedio. Un quarto dei compratori erano clienti totalmente nuovi per Christie’s».
Altri articoli dell'autore
L’analista di economia dell’arte Melanie Gerlis ripercorre i recenti passi falsi di Sotheby’s nella strategia dei diritti sul compratore, oggetto di una rapida «inversione ad U»
Un acquarello raffigurante la Laguna di Venezia, fatto esaminare da un cliente al servizio di valutazioni digitale di Christie’s, andrà in asta il 4 febbraio a New York con una stima compresa tra 300 e 500mila dollari
Mentre gli acquirenti di lungo corso frequentano meno kermesse, la crescita del numero di visitatori è dovuta a persone meno propense all’acquisto
Meno di un anno fa, la casa d’aste aveva ridotto i diritti sul compratore e cercato di introdurre una commissione forfettaria sul venditore del 10% ma la proposta non ha riscontrato molto gradimento