La carità, virtù teologale che nella dottrina cristiana consiste nell’amore umano verso Dio e il prossimo, è stata variamente rappresentata dagli artisti di ogni epoca. Il tema materno, la creazione, la sofferenza, la passione, l’aiuto ai più fragili, sono solo alcune delle forme acquisite da un concetto complesso e sfaccettato su cui fino al 9 febbraio 2025 indaga la mostra «Arte e carità. Dal patrimonio delle Confraternite ai capolavori moderni e contemporanei», a cura di Cinzia Tesio, Rino Tacchella, Bruno Raspini e Dario Lorenzati e organizzata dal Comune e dall’Ospedale Civile di Busca (Cuneo) nella locale Casa Francotto. All’interno del settecentesco edificio che fu la casa natale del dottor Ernesto Francotto si snoda un percorso di 120 opere suddiviso in due parti. Nella prima spiccano autori disparati, alcuni vissuti in periodi storici assai lontani tra loro. Inizio ideale del percorso è la «Natività», tecnica mista di Emanuele Luzzati, tenero quadretto familiare fedele allo stile fantastico e immediato dell’illustratore genovese.
A una preziosa composizione di Correggio, «Maternità con angelo», in cui sguardi e gesti riassumono l’amore di un legame indissolubile, fa da contraltare la ceramica smaltata «Madonna con bambino» del contemporaneo Ugo Nespolo, originale combinazione di colori e forme dall’inedita energia. Di Bruno Cassinari è il dipinto «Deposizione» del 1942, in cui le deformazioni espressioniste infondono ancor più drammaticità all’episodio della passione di Gesù. Il crocifisso di Lucio Fontana del 1959 e lo «Studio per crocifissione» del 1993 di Giorgio Ramella sono due interpretazioni dello stesso tema che, pur nelle loro differenti soluzioni formali, racchiudono l’essenzialità della sofferenza attraverso linee nette e strappi della materia. In «Mother and child», cartoncino del 1921, Pablo Picasso con uno stile tradizionale ha restituito un legame speciale con estrema semplicità di posa e movimenti. Emerge inoltre un dipinto della Scuola di Guido Reni, «Volto di Cristo in croce», in cui l’intensità chiaroscurale enfatizza l’espressione sofferente e misericordiosa allo stesso tempo di Gesù.
La seconda sezione del percorso è dedicata alle antiche opere caritative buschesi. «La storia degli enti buschesi rappresentati in mostra è costellata non solo delle tante “opere” caritatevoli, assistenziali sociali e/o religiose ma altresì dalla imponente qualità di opere d’arte commissionate nei secoli», scrive in catalogo Bruno Raspini. Una di queste è un dipinto, l’«Annunciazione» che presenta stilemi riscontrabili sin dal tardo Cinquecento. Inoltre, sono esposti un inginocchiatoio intagliato, medaglioni processionali, una tabella confraternale, mazze e lanterne processionali e altro ancora, implicito invito, per dirla con Luca Grosso, ex sindaco di Busca, «alla ricerca di una speranza di un nuovo Umanesimo e di una sostenibilità che vuole rimettere al centro l’uomo e coniugare l’arte, la cultura e la carità».