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Colnaghi: esce la Bellinger, entrano Coll & Cortés

Melanie Gerlis

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Colnaghi, una delle più antiche gallerie d’arte commerciali ancora in attività, entra in una nuova fase della sua proprietà.
Uno dei suoi titolari, Katrin Bellinger, lascerà la galleria di antichi maestri alla fine del 2015 e Konrad Bernheimer, che compirà 65 anni il prossimo anno, avrà due nuovi soci, Jorge Coll e Nicolás Cortés, grazie a una fusione con la loro galleria spagnola.
La galleria Coll & Cortés continuerà a operare nella sede di Madrid ma, nel 2016, Colnaghi si sposterà dal suo attuale spazio di Mayfair in una galleria più grande, appositamente costruita in St. James’s. La nuova galleria londinese manterrà all’esterno il nome «Colnaghi» e Coll & Cortés la utilizzerà per vendere le sue opere di pittura antica e arte spagnola. Bernheimer ha in programma la chiusura della sua galleria di Monaco di Baviera, ma le sue figlie Blanca e Isabel continueranno a operare nel mercato dell’arte rispettivamente a Lucerna e a Berlino.

La Bellinger spiega: «Preferisco il lato accademico del mio lavoro al fatto di dover partecipare a sei fiere d’arte all’anno. I tempi sono cambiati, e velocemente, specialmente per l’arte antica. Sono tutti molto impegnati, non hanno più il tempo di farsi una passeggiata da Colnaghi o da Agnew’s (l’altra galleria «decana» di pittura antica a Londra, Ndr) per vedere che cosa c’è di nuovo». 

Il cambio di proprietà non è così drammatico, dice, perché la galleria ha già visto numerosi proprietari dalla sua fondazione nel 1760, tra cui Jacob Rothschild tra il 1970 e il 1981 (Agnew’s, invece, è rimasta un’azienda di famiglia per quasi due secoli prima di essere rilevata nel 2013). Bernheimer acquistò Colnaghi nel 2002 e Katrin Bellinger (specializzata nei disegni antichi) si associò poco dopo. Hanno sempre detto che la loro gestione sarebbe durata 10-15 anni.

Colnaghi è molto più che un semplice nome o un edificio, e uno dei ruoli principali della Bellinger è stato la gestione della sua impressionante biblioteca d’arte e dei suoi enormi archivi. Nel 2002 lei e Bernheimer li acquistarono da Christoph Graf Douglas, l’ex capo di Sotheby’s in Germania, nonché genero di Rudolf Oetker, la cui società era stata proprietaria di Colnaghi tra Rothschild e Bernheimer. Fino al 2013, l’archivio (che documenta la storia dell’azienda, comprese le opere d’arte che vi sono transitate dal 1760) era conservato presso i magazzini di Momart (una società di immagazzinamento e trasporto di opere d’arte) nella parte orientale di Londra.

Nel 2014 la collezione andò in prestito per cinque anni rinnovabili presso l’archivio della proprietà di Lord Rothschild a Waddesdon nel Buckinghamshire, grazie a ciò che la Bellinger definisce «l’idea di Hannah Rothschild e la generosità di Jacob». Gli archivi si trovano ora «in perfette condizioni climatiche» e sono considerevolmente più accessibili. Intanto la biblioteca, che si trovava in parte presso la sede di Old Bond Street e in parte al Momart, verrà «collocata nel cuore del nuovo edificio».

La gestione Bernheimer-Bellinger ha visto grandi trasformazioni nel mercato dell’arte, in cui l’arte dei grandi nomi e quella moderna e contemporanea hanno dominato su tutte le altre aree. Continuare come galleria di dipinti antichi è nelle loro possibilità. «Ci sono stati tempi (nel 1824, nel 1940 e anche più di recente) in cui l’azienda è sopravvissuta per il rotto della cuffia», scriveva Bernheimer in un’introduzione alla storia della società, pubblicata in occasione del suo 250mo anniversario nel 2010, aggiungendo che «se ce l’ha fatta e se continua a prosperare è grazie, riteniamo, alla sua versatilità». Scegliendo i nuovi, giovani soci (Coll ha 37 anni, Cortés 44), Bernheimer e la Bellinger, hanno «attrezzato» Colnaghi per il futuro.

Melanie Gerlis, 11 dicembre 2015 | © Riproduzione riservata

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