Anna Maria Farinato
Leggi i suoi articoliUn bagno nei colori dell’iride e da galleria dello shopping il Palmanova Village, una successione di edifici e prospettive dalle tinte pastello ispirate agli antichi borghi friulani, si è trasformato in una galleria d’arte en plein air, in un armonico gioco di rimandi alla cultura e alle tradizioni locali. Nelle finestre e nicchie di uno dei tre ingressi, in corrispondenza del parco giochi, linee e cerchi variopinti disegnano un volto sorridente, segno di accoglienza e di apertura.
La metamorfosi è avvenuta a partire dallo scorso ottobre sotto gli occhi dei frequentatori del Village, un complesso commerciale di 90 negozi che si estende su circa 24mila mq. In poco meno di sei settimane i visitatori (tantissimi gli stranieri, in particolare da Austria, Germania, Croazia e Slovenia) hanno assistito dal vivo allo sviluppo e al compimento del racconto visivo di Geometric Bang (nom de plume di Mattia Botta, Lodi, 1984; vive a Firenze), street artist e illustratore con esperienza internazionale la cui cifra stilistica, non a caso, è il rigore geometrico delle forme, iniettate di colori vibranti.
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La città - stella tra monti e mare
La combinazione di murales, di grandissime dimensioni, lighting design ed elementi tridimensionali su facciate, pareti, larghi, portici e piazzette del Palmanova Village dispiega un racconto che recupera simboli del territorio: la forma stellata della città fortezza (capolavoro dell’architettura militare veneziana con la sua pianta formata dai due ordini difensivi dei baluardi e dei rivellini e la terza, la più esterna con le lunette, aggiunta da Napoleone all'inizio del XIX secolo), le palme, emblema di vittoria, a cui la città stellata, Patrimonio Unesco, deve il suo nome, ma anche un rimando all’Africa, continente molto amato dall’artista, che ritorna nelle sagome essenziali di figure umane o animali della savana che occhieggiano dalle pareti variopinte, o in uno stilizzato, giallissimo, sole al neon.
Siate ribelli. Siate unici
Geometric Bang ci racconta di essere partito da una visione dall’alto della città-stella, grazie alle mappe di Google maps, da lui rielaborate in forma astratta. Per il progetto «Art is in the Land» la committenza, che gestisce i cinque Villaggi Land of Fashion, gli ha dato carta bianca e totale libertà di sperimentare. E lui ha celebrato l’unicità del territorio, incastonato tra le Dolomiti, le colline del Collio e il mare, avendo sempre come spiriti guida il Matisse dei «cut outs» e l’Art brut. Un’arte, la sua, del togliere, del semplificare, capace di tradurre con grande originalità il messaggio che informa il progetto: «Uniqueness is today’s rebellion» (l’unicità è la ribellione di oggi). Messaggio che i visitatori, piacevolmente colpiti dalla trasformazione artistica del luogo, ritrovano anche in interventi al neon allestiti lungo il percorso nel Village, come la scritta Palmanova capovolta o il motto, a grandi lettere «Be Rebel».
A coordinare nella sua totalità il progetto artistico è stato il collettivo Artlane, affiliato alla società di progettazione Lombardini22 che usa l’arte per comunicare. Prossimi interventi nel Village prevedono il rinnovamento del verde urbano e nuovi servizi alla clientela.
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