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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliLa Galleria Fondantico di Tiziana Sassoli approfondisce l’opera dello scultore bolognese Sergio Cremonini (1923-79) con la rassegna «L’atelier di Sergio Cremonini (1923-1979)», a cura di Francesca Sinigaglia (l’accompagna l’omonimo volume, edito da Pàtron, Bologna 2023, in collaborazione con il Museo Civico del Risorgimento e il Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna). L’artista, come ha mostrato anche una recente rassegna al Centro Studi Didattica delle Arti, è profondamente legato alla cultura figurativa bolognese poiché larghissima parte della sua produzione si divide tra il Cimitero Monumentale della Certosa e tante chiese bolognesi ricostruite dopo la seconda guerra mondiale.
Lo studioso Angelo Mazza spiega: «A cento anni dalla nascita di Cremonini è giunto il momento della riflessione sullo scultore, ma anche inesauribile disegnatore. Un artista colto che ha riversato nella sua poetica non solo modelli classici della tradizione italiana e dell’antichità, ma anche gli esiti della curiosità della fenomenologia degli stili che lo ha indotto a ispirarsi alla cultura figurativa paleocristiana». Ecco dunque che la mostra nella Galleria Fondantico è fondamentale in questa operazione sull’artista, scomparso appena 55enne.
Cremonini è stato un punto di riferimento per diverse realtà: da una parte abbiamo le commissioni pubbliche presso la Certosa di Bologna, le chiese e molte collezioni private. Dall’altra il pittore e disegnatore attivo nel suo atelier nell’Oratorio della chiesa di via degli Angeli. L’esposizione da Tiziana Sassoli propone quaranta dipinti, tra oli e disegni, che testimoniano la sua passione per il colore, offrendo una ricognizione precisa che è stato possibile condurre grazie al contatto con gli eredi, che hanno messo a disposizione un ricco corpus di lavori.
Nel suo studio di via degli Angeli l’artista accostava alla sua produzione canonica anche la realizzazione di dipinti a olio raffiguranti scenette private di vita artistica sul suo luogo di lavoro. Ciò che colpisce di questa produzione è l’immediatezza con cui Cremonini descrive gli attimi di vita semplice nel suo studio, una normalità che si avverte e diviene peculiare. Le modelle, ad esempio, non sono raffigurate in posa, ma in totale naturalezza, fumando, osservandosi intorno, contemplando le creazioni dello scultore.

«Modella in ammirazione» di Sergio Cremonini
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