Brando
Leggi i suoi articoliCome appassionato e collezionista d’arte, ho provato un immenso piacere nel creare questa collezione dedicata al movimento Forma 1. All’interno della nostra pubblicazione che la raccoglie si trovano otto capolavori realizzati da artisti che con genialità e spirito avanguardista hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte contemporanea: Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Piero Dorazio, Giulio Turcato, Achille Perilli e Piero Consagra.
Forma 1 ha un posto speciale nel mio cuore, non solo per la sua bellezza intrinseca, ma anche per le profonde connessioni che stabilisce con i movimenti artistici internazionali. I dipinti vibranti e a campi di colore di Dorazio, accostati alle opere degli americani Morris Louis e Kenneth Noland, sono un esempio di questo dialogo interculturale, che arricchisce la nostra comprensione dell’espressione artistica. Il divario economico tra gli artisti americani e i nostri non è, ancora una volta, giustificato dalla qualità della produzione. Un lavoro del 1962 di color field painting di Morris Louis, che ho seguito da Christie’s a New York, è stato stimato fra 1,8-2,5 milioni di dollari, mentre nelle ultime fiere di settore due opere analoghe degli anni Sessanta di Piero Dorazio, «Match» e «Ideal 2» (catalogo La nuova pittura, a cura di Francesco Tedeschi) hanno raggiunto con fatica il mezzo milione di euro.
Trovare otto opere legate da una precisa narrativa, che racconta la poetica di Forma 1 negli anni e nei media giusti, non è stato affatto facile. Tuttavia, attraverso una curatela meticolosa e uno studio profondo dei processi artistici, sono riuscito, insieme al mio team, a creare un dialogo armonioso. Meno armoniosi sono invece i valori dei singoli artisti. Se Accardi continua a crescere nei mercati internazionali, tenendo il passo di Dorazio, con punte intorno al mezzo milione di euro, gli altri esponenti di Forma 1 faticano a trovare una dimensione extramoenia. Un’altra rockstar a questo livello è Mario Schifano, ma non appartenendo al gruppo preferisco affrontare l’argomento in un’altra occasione.
Accanto all’eccezionale valore artistico, ciascuna delle opere di questa collezione ha una storia unica, legata al viaggio di esplorazione e valutazione che mi ha portato ad acquisirla. Tutto è cominciato con Accardi, poi due Dorazio che ho dovuto inseguire fra Parigi e Milano. Più semplice è stato trovare le opere di Consagra e Turcato, in due gallerie amiche e a prezzi «nazionali», mentre i Perilli, provenienti da una riservatissima collezione romana, sono arrivati in coppia per pura coincidenza; in questo caso ho potuto constatare che anche per i lavori di grande qualità i prezzi sono al momento troppo bassi, con ampio margine di crescita. Per il capolavoro del maestro Sanfilippo, le cui opere già si intravede che saranno oggetto del desiderio collettivo del prossimo triennio (e che raggiungerà le cifre che merita), devo molto alla tenacia della mia assistente. Una sera d’autunno del 2023 ha insistito perché partecipassi a un vernissage, nonostante fossi molto stanco, e scherzando con un gallerista che lamentava il fatto di non avermi mai avuto come cliente, dissi: «Se hai un grande Sanfilippo del ’50-51, te lo compro subito». «Dietro di te, caro amico», rispose. E così completai la collezione!
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