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Controtempo Artissima | Umberto Allemandi

Interviste-quiz a personalità che frequentano la fiera di arte contemporanea

Nicolas Ballario

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La prossima edizione di Artissima si svolgerà dal 5 al 7 novembre 2021 (opening: 4 novembre) a Torino, sotto la guida di Ilaria Bonacossa. Unica fiera italiana esclusivamente dedicata all’arte contemporanea, Artissima si distingue nel panorama fieristico internazionale per la sua identità sperimentale, innovativa e sofisticata e per la proposta espositiva di alto livello.

La fiera 2021 si presenta con una formula nuova, composta da 4 sezioni presentate nel padiglione fieristico (Main Section, Dialogue/Monologue, New Entries, Art Spaces & Editions) e da 3 sezioni curate (Present Future, Back to the Future, Disegni) ospitate sia virtualmente sulla piattaforma digitale Artissima XYZ, sia fisicamente in uno spazio collettivo nel padiglione fieristico.

Ad attraversare simbolicamente le sezioni ci sarà un nuovo tema: il CONTROTEMPO, termine nato in ambito musicale e qui eletto a metafora della capacità dell’arte di battere sugli accenti deboli, trasformandoli in punti di forza e creando un contrasto con la voce dominante. L’arte in fondo ha sempre agito in un ‘controtempo emotivo e formale’ grazie a intuizioni capaci di anticipare il futuro cambiando le traiettorie di visione della realtà, scalzando i paradigmi e aprendo a interpretazioni e prospettive imprevedibili eppure imprescindibili.

Il Giornale dell’Arte ha deciso di creare un piccolo «quiz» per chi la Fiera la frequenta. Una serie di interviste a personalità dei più svariati ambiti che ci accompagneranno fino all’apertura delle porte: oggi tocca a Umberto Allemandi.

La tua bio in 10 parole 
Ho 83 anni e da quando avevo 5 anni, ma in realtà «con le marchette» da quando ne avevo 18, pubblico libri e giornali. Perdonatemi.

In fiera da solo o accompagnato? 
Sempre accompagnato. Devo scaricare il mio entusiasmo (raro), il mio ribrezzo, o una spiritosata, su qualcuno vicino a me.

Quella volta all’Oval… 
Sono tante, non ne ricordo una più di un’altra. Ogni volta è come una rimpatriata di vecchi compagni di scuola. Talvolta con entusiasmi falsi e cortesi come dicono di noi torinesi, ma capita anche di vedere qualche opera d’arte sorprendente.

Perché Torino è il posto giusto? 
Non so se lo è, ma lo hanno fatto diventare. A Torino c’è stata una straordinaria concentrazione di artisti molto importanti, una specie di Rinascimento del contemporaneo, ma anche di collezionisti. A Torino ci sono tanti artisti perché c’erano i collezionisti o ci sono tanti collezionisti perché c’erano gli artisti? Mah…  perché a Torino? Gianni Agnelli diceva che Torino è diversa perché noi abbiamo le montagne. Qui le teste sono più fredde, meno emotive, meno impulsive, ci mettono più tempo perché vogliono capire bene.

Il miglior posto a Torino per il dopo fiera? 
Per me è casa mia, ma intorno alla nostra casa editrice, nel cuore storico di Torino, nel quadrilatero romano a Porta Palazzo, ci sono almeno cinque o sei ristoranti e ristorantini divertenti. Per non fare torto a nessuno confermo che il miglior posto per il dopo fiera è casa mia: mi riposo, ci sto benissimo e mi piace invitare gli amici. Per i ristoranti leggete quelli che ha scelto Rocco Moliterni nel Giornale dell’Arte per i visitatori di Artissima.

La personalità dell’arte che ammiri di più… 
Dev’essere uno che l’arte la fa. Un artista. Direi che tra i moderni Picasso non era niente male.

L’opera dei tuoi sogni? 
Adesso mi piace questo, fra un minuto quest’altro. In questo momento chissà perché mi viene in mente il disegno di Schiele sulla copertina della prima edizione di Lessico famigliare di Natalia Ginzburg. Era di Alberto Bolaffi, ero con lui quando l’ha comprato.
Allora nessuno conosceva Egon Schiele.

L’arte è controtempo perché… 
È tutto da dimostrare che lo sia. L’arte contemporanea è basata su consensi e ammirazioni molto convenzionali, il successo è basato sul tam tam di opinioni di origine incontrollata. Apparentemente chi pratica l’arte, chi la vende, la commenta o la descrive, tende a evidenziare cose nuove, perché il sistema preferisce valorizzare tutto ciò che sembra nuovo rispetto a quello che sembra meglio. E’ immensamente più facile. Chi si ricorda ancora le cose nuove di trent’anni fa?  Quanti artisti di successo allora, oggi sono già completamente dimenticati! I valori si affermano per passaparola e per convenzione. Non sono sicuro che il controtempo sia il valore principale. Di sicuro aiuta a vendere.
 

Umberto Allemandi

Nicolas Ballario, 21 ottobre 2021 | © Riproduzione riservata

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