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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliFirenze. È Cristina Acidini il nuovo presidente dell’Accademia delle arti del disegno, prima donna nella storia a capo dell’illustre istituzione che ha origine dalla Compagnia di san Luca, formata, nel 1339, tra gli artisti fiorentini per «sovvenire così nelle cose dell’anima, come del corpo, a chi, secondo i tempi, n’avesse bisogno» e di cui fecero parte, tra gli altri, Benozzo Gozzoli, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. «Cascata la Compagnia del tutto et quasi finita», si deve a Giorgio Vasari l’idea di formare una nuova Accademia e Compagnia emancipata dallo spirito artigianale e garante del valore intellettuale dell’attività artistica, che sarà inaugurata nel 1563.
L’elezione è un grande onore per l’ex soprintendente al polo museale fiorentino, che succede a Luigi Zangheri. Come vede, la neopresidente, il ruolo futuro di questa istituzione? «Una prerogativa straordinaria dell’Accademia, e forse unica, è il metter insieme artisti creativi, umanisti, storici dell’arte, architetti; si tratta di una grande opportunità di sinergia tra diverse modalità di rapportarsi con l’arte, creando occasioni di confronto e sostegno reciproco, e ricordo che proprio il "sostegno" è nel Dna della Compagnie. L’Accademia, pur senza aver oggi compiti di tutela (sebbene all’inizio li avesse, ed è anzi madre di tutte le istituzioni), deve svolgere un importante ruolo nei confronti di Firenze e della Toscana, essere, come si dice oggi, un think tank , una sede di continua e aggiornata posizione critica nei confronti di diverse discipline, tra cui anche l’urbanistica».
L’Accademia non ha per ora grande visibilità, al di fuori di una ristretta cerchia di studiosi.
Io intendo continuare l’indirizzo di apertura già avviato dal mio predecessore, ma vorrei anche avvalermi delle tecnologie comunicative odierne per avere presenza più estesa sui social network. Io credo che l’Accademia abbia il ruolo che decide di avere: essere un organismo di nicchia, che lavora a porte chiuse oppure anche una sede aperta alla città.

Cristina Acidini
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