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Giovanni Boldini, «Cavalli lungo la Senna alla porta di Anieres»

Courtesy Aste Bolaffi

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Giovanni Boldini, «Cavalli lungo la Senna alla porta di Anieres»

Courtesy Aste Bolaffi

Da Bolaffi l’Ottocento è protagonista con Boldini e De Nittis

L’asta del 16 aprile riaccende i riflettori su una pittura raffinata, riscoperta dal mercato dopo anni di disattenzione

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Elena Correggia

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Se si sfoglia il catalogo dell’asta Bolaffi di arredi, dipinti e oggetti d’arte del prossimo 16 aprile a Torino a distinguersi è soprattutto la sezione dedicata alla pittura dell’Ottocento, con un nucleo di opere di rilievo, provenienti da collezioni private. Dopo anni di relativo disinteresse in favore del più speculativo mondo dell’arte moderna e contemporanea, pare si sia riaccesa l’attenzione da parte del mercato nei confronti di un secolo in cui l’Italia sfornava talenti da esportazione. Si comincia proprio da due nomi come quelli di Giuseppe De Nittis e Giovanni Boldini che, dalle natie Barletta e Ferrara, erano destinati a un successo travolgente a Parigi, senza dubbio una delle capitali del mondo tra gli ultimi decenni del XIX secolo e i primi del XX.

Per De Nittis è proposto dalla casa torinese «L’avvicinarsi del temporale», un drammatico olio su tela, datato 1868, tutto giocato su tenebrose nuances di grigio e nero. Il lavoro, già nelle collezioni di Angelo Sommaruga, Lino Pesaro e Gaetano Marzotto, venne esposto alla Biennale di Venezia del 1914 e partirà ora da una base d’asta di 80mila euro. Da una campagna agitata dalla tempesta imminente, si passa al paesaggio tipicamente urbano cantato da Boldini negli ultimi anni del secolo in «Cavalli lungo la Senna alla porta di Asnières», dove la sensazione del movimento di persone, animali e oggetti pare stemperarsi nella quiete del fiume sotto il ponte. Anche in questo caso, il dipinto, che aprirà in asta a 50mila euro di partenza, può contare su un pedigree di tutto rispetto, essendo passato dallo studio dell’artista al commendator Luigi Bellini a Firenze, e da questi alla Galleria Nova, prima di approdare in collezioni private italiane e svizzere. Tra i 490 lotti c’è spazio anche per opere più abbordabili ma di qualità, come il bozzetto di stampo divisionista «Pecore con pastorello» (1894) di Giuseppe Pellizza da Volpedo, olio su carta preparatorio del celebre quadro custodito nel Museo civico d’arte moderna di Torino. 

Cabinet, 1873-1883, attribuito a Hausinger e Wagner. Courtesy Aste Bolaffi

Un tratto più frivolo, del tutto novecentesco, emana da «Ragazzo con aragosta» dipinto nel 1922 da Armando Spadini, per molto tempo custodito nella raccolta dello scrittore e giornalista Olindo Malagodi. A completare il manipolo di rappresentanti delle sensibilità e dei linguaggi italiani ottocenteschi, troviamo due delicati ritratti femminili di Antonio Mancini, «L’inglesina» e «Donna che ride», con base rispettivamente di 4mila euro e 10mila euro. A 5mila euro sarà invece proposta la tela dalle forti suggestioni bucoliche «Al pascolo», firmata da Giuseppe Palizzi, un maestro nella resa espressiva del mondo animale. Non mancano, andando indietro nel tempo, opere di raffinatezza compositiva come la seicentesca «Natura morta con globo marittimo e strumenti musicali», quadro di dimensioni generose (75x119 cm) attribuito al bergamasco Bartolomeo Bettera, con base fissata a 10mila euro. Né lascia indifferenti la composta tragicità che permea «Sofonisba che prende il veleno», di scuola veneta del XVII secolo (12mila euro). Le quotazioni degli arredi seguono la tendenza di un settore che negli anni, complice il cambiamento nel gusto tradizionale, ha segnato il passo nei confronti del design e della praticità moderna. La bellezza e l’eleganza senza tempo di pezzi del calibro del cartel d’applique prodotto dall’orologiaio francese Charles Voisin nel 1745-49 e proveniente in origine dalla celebre galleria parigina Kugel (base 3.500 euro), del cabinet in essenze lignee firmato Hunsinger e Wagner (Parigi, 1873-1883, base 1.500 euro) o ancora del cassettone francese del XVIII secolo in legno laccato con piano in marmo di Carrara e maniglie in bronzo dorato, destinato a partire da 2.200 euro, non possono non conquistare l’amatore più esigente. E invitano a pensare che, con queste quotazioni, è forse tornato il momento di comprare.  

Giuseppe De Nittis, «L’avvicinarsi del temporale», 1968. Courtesy Aste Bolaffi

Elena Correggia, 15 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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